UFO, alieni e manuale operativo del Majestic-12

ufo-alieni-e-manuale-operativo-del-majestic-12La vicenda dell’esistenza di un vero e proprio manuale operativo nei confronti degli UFO e degli alieni ebbe inizio nel 1947, in concomitanza con la costituzione della fantomatica organizzazione segreta americana denominata Majestic Twelve, ma conosciuta anche con altre sigle quali, ad esempio: Majestic-12, Majic12MJ-12, MJ-XII o Majestic Trust. Questo manuale segreto fu voluta dal presidente Truman in persona, in seguito agli sviluppi del Roswell UFO Crash di quell’anno, una vicenda che, senza nessun apparente legame di spionaggi e controspionaggi, nel 1984 ebbe sviluppi a dir poco incredibili allorché un semisconosciuto personaggio, un po’ ufologo ed un po’ produttore televisivo di secondo piano, tale Jaime Shandera (Pronuncia: giàime shanderài), dichiarò pubblicamente di aver ricevuto un anonimo plico contenente un microfilm in bianco e nero, afferente ad almeno otto pagine di documenti del 1954, apparentemente segretissimi e classificati con la sigla “Top Secret / Majic“.

VERO O FALSO?

Chiarisco subito che l’anno successivo, all’interno dell’Archivio Nazionale dell’Amministrazione USA (National Archives and Record Administration) furono rinvenuti documenti simili, afferenti allo stesso anno 1954, sulla cui autenticità nessuno se la sentì di giurare, anche perché gli stessi erano presenti sul sito dell’FBI e marchiati “a sangue” con una scritta che era tutto un programma: “Bogus“, cioè “Falsi“. Insomma, l’inizio non fu dei migliori. A quei primi fogli se ne aggiunsero ben presto centinaia e centinaia di altri, tutti tacciati di falsità, ma nessuno dichiarato ufficialmente “falso”. Insomma, il Cover-Up stava viaggiando a mille ed era quindi la prova sovrana che la struttura segreta esisteva ancora dopo quasi quarant’anni ed era perfettamente attiva.

A favore della falsità apparente della documentazione giocavano almeno un paio di argomenti, ma quello più forte, afferente all’FBI, in realtà faceva letteralmente ridere. Infatti, l’FBI li dichiarò falsi in base al principio che, avendo chiesto di essi direttamente all’U.S. Air Force se il Majestic -12 fosse mai esistito, ne ottenne una risposta negativa. E avrebbe potuto essere diversa la risposta, secondo voi? L’Aeronautica Militare, che dipendeva direttamente dal Ministero della Difesa, creatore ufficiale del Majestic-12, avrebbe potuto dichiarare che quella documentazione era vera? Se l’FBI entra direttamente nel pollaio, e chiede di quel pollo, ottiene ovviamente una risposta sui polli. E ce ne sono tanti di polli in un pollaio! Per questo motivo, il parere dell’FBI è del tutto ininfluente. Di più: fa solo ridere i polli, appunto, in quanto è parte integrante del Cover-Up.

Anche il secondo dubbio afferente la falsità è della stessa categoria del primo: praticamente ininfluente in quanto riguarda solo il grado di alcuni militari: si cita l’ammiraglio Hillenkoetter che era, in realtà, solo contrammiraglio e si cita il generale d’armata Vandenberg che era, invece, “Generale di Corpo d’Armata”. Insomma, un sergente scambiato per un sergente maggiore, un sottotenente scambiato per un tenente. Nemmeno la lana caprina è così fine!

E comunque, ricordate sempre che qui vi trovate in un sito ufologico, che fa della realtà ufologica la base di ogni ragionamento. Io non ho dubbi! Nessuno! Anche perché li ho visti gli alieni ed ho visto la loro mostruosa astronave mentre mi trovavo insieme ad altre tre persone: mia moglie, insegnante come me, un geometra ed un ragioniere del mio comune. Noi li abbiamo visti e quindi noi abbiamo la certezza che gli alieni esistono. Il problema della loro non-esistenza riguarda gli altri, gli scettici, coloro che non hanno mai visto nulla di nulla. Mi spiace per queste persone. Noi, invece, siamo sereni e sappiamo che esistono. E ancora di più: sappiamo come sono fatti, almeno quelli che abbiamo visto, e conosciamo la loro enorme tecnologia, in grado di trasformare tonnellate di acciaio in luce pura nel volgere di alcuni secondi e nel silenzio più totale.

Di certo, comunque, qualcosa di vero e del tutto innegabile esiste e si trova presso la struttura dei National Archives: qui c’è un documento che parla del Majestic-12, datato 14 luglio 1954. Si tratta di un promemoria per il Generale Twinings, di un incontro che avrebbe dovuto avvenire il successivo 16 luglio, scritto da Robert Cutler, assistente speciale del Presidente, riportante come “soggetto” la seguente dicitura: “Progetto Studi Speciali NSC/MJ-12». Dunque, niente di inventato. I dubbi li lasciamo a coloro che sanno poco o nulla della realtà aliena, tipo i cicapini, i quali conoscono tanti aspetti della scienza, ma negano in toto la realtà ufologica solo perché non hanno mai visto nulla. Bella scienza che conoscono! “Se non lo vedo non esiste!”. Così dicevano tutti gli astronomi prima del 1995, fino a quando non venne svelata la presenza dei primi pianeti esasolari. Ora, dopo vent’anni di ricerche, tutti gli astronomi seri aspettano una cosa sola, visto che sanno perfettamente che ogni stella, cioè ogni sole, ha il proprio sistema solare del tutto simile al nostro: e la sola cosa che aspettano è la scoperta di una Terra gemella, abitata da fratelli superiori o inferiori. Chissa come saranno?

LE EBE, IL MAJESTIC TWELVE ED IL COVER-UP

Come ho avuto modo di spiegarvi nel precedente articolo, il Majestic-12 altro non fu che il piano generale di copertura delle attività collegate all’evento ufologico dell’UFO crash di Roswell, nonché allo studio sia dei materiali con i quali risultò costituita tale navetta spaziale extraterrestre sia dei suoi occup mianti, che ora chiamiamo alieni ma che, al tempo, vennero definiti come EBEs (Extra-terrestrial Biological Entities) o Entità biologiche extraterrestri. All’improvviso, gli americani si trovarono di fronte alla realtà aliena e, pragmatici come sono, tentarono subito di circoscrivere ed inquadrare il problema creando, detto fatto, un gruppo segreto, Majestic Twelve” appunto, che ebbe il compito di gestire la strategia del depistaggio o Cover-Up.

E prima del 1984 questo Majic-12 era così segreto che molti ricercatori lo ritenevano del tutto inesistente almeno a livello ufficiale. Altri, la maggioranza, erano di parere del tutto opposto ed erano convinti che si trattasse di una perfetta macchina da guerra, del tutto inesistente a livello ufficiale, ma perfettamente operante e meravigliosamente coordinata da segreti livelli militari trasversali, ottimamente oliata dai fondi segreti della Difesa e stupendamente amministrata da un livello dirigenziale del tutto sconosciuto.

Ma gli anni passavano ed il mistero dell’organizzaione continuava. La domanda riguardava, dunque, la sua permanenza in essere o meno. Avrebbe potuto ancora esistere ed essere operativo? Ma se non fosse esistita, non avrebbe certamente potuto sciogliersi! Ma come avrebbe potuto sciogliersi una cosa che probabilmente non esisteva? E dunque, se non fosse esistita, come avrebbe potuto  cessare la propria attività? Qualunque cosa che non esista non può, infatti, né continuare a vivere né cessare di esistere.

Questo fu il Majestic Twelve: il tutto ed il nulla insieme. Una stupenda genialata americana per far sopravvivere nei decenni il Cover-Up sulla realtà aliena. Esso era basato sul presupposto che non potendo negare la massa enorme di avvistamenti di natura aliena in tutto il mondo era necessario prevedere fin da subito una continua rivelazione degli stessi, esattamente così come essi si sarebbero presentati. E ciò, col tempo, avrebbe giocato a favore dei militari in quanto la gente si sarebbe naturalmente costruita la doppia opinione (gli alieni esistono/gli alieni non esistono) e sarebbe rimasta perciò all’interno di uno schieramento di scetticismo di fondo. Davvero un bene per tutta l’umanità, a quel tempo certamente del tutto impreparata alla rivelazione dell’esistenza di fratelli superiori, viventi in una qualche parte di questo sterminato Universo, ma in un tempo futuro certamente assai più disponibile ad accettare la realtà ufologica.

IL MANUALE OPERATIVO SOM 1.01

Dunque, quel plico anonimo del 1984 o fu la nuova arma segreta del Cover-Up, quale strumento ufficiale del Majestic Twelve sulla gestione della realtà aliena o fu semplicemente l’inizio della Rivelazione graduale all’umanità dell’ingombrante presenza di fratelli superiori o inferiori, sparsi fra gl’infiniti spazi cosmici. In tale manuale sono infatti contenute le procedure operative da seguire in caso di un incidente ufologico o UFO crash e vengono descritte le località dove sarebbero stati custoditi gli UFO e gli alieni precipitati sul nostro pianeta.

TABELLA DEI CONTENUTI DEL SOM 1-01

Nel dicembre del 1994, a dieci anni di distanza, il ricercatore americano Don Berliner, a quel tempo membro del Fund for UFO Research, ricevette un pacco postale anonimo, proveniente dal Visconsin, contenente un microfilm afferente le procedure operative per il recupero degli UFO e dei loro occupanti: era il famoso Manuale per le operazione speciali: SOM 1-01 o Special Operations Manual 1-01.

Vediamo che cos’era contenuto all’interno di tale documento, datato 7 aprile 1954 e così intitolato: TOP SECRET – MAJIC EYES ONLY (Solo in visione) – EXTRATERRESTRIAL ENTITIES AND TECHNOLOGY, RECOVERY AND DISPOSAL (Tecnologia ed entità extraterrestri, recupero e collocazione).

Innanzitutto, si presentava suddiviso in vari capitoli, i più importanti dei quali erano: Operation Majestic Twelve, Recovery Operations ed Extraterrestrial Biological Entities. Potrebberro essere interessanti per una storia dell’ufologia anche i capitoli: Guide to UFO Identifications e Photographs.

CAPITOLO: OPERATION MAJESTIC TWELVE

Vi ho già narrato tutto al riguardo, tra questo ed il precedente articolo, per cui aggiungo una qualche notizia accessoria, ovviamente contenuta nel manuale, mantenendo il tempo “presente” poiché ritengo che il SOM 1-01 sia tuttora operativo in quanto la cosa più normale che vi sia là fuori è la vita, in tutte le sue forme ed espressioni, ma certamente assai simile alla nostra e quindi definibile col semplice termine di “antropomorfa”.

Fra le notizie più importanti di questo capitolo vi è quella che tutto il personale afferente al Majestic-12 deve essere in grado di trattare con una buona competenza l’argomentiUFO, la tecnologia aliena e gli alieni, sviluppando così quell’efficienza di base richiesta di fronte ad operazioni “Top Secret”. Le finalità rimangono quelle del recupero di ogni materiale extraterrestre, di eventualì extraterrestri e la costituzione di Team Speciali per queste operazioni, anche quand’esse accadano in territorio straniero. Altro fatto assai importante è quello di sapere che il Majestic Twelve ha previsto la costituzione e l’organizzazione di installazioni speciali di sicurezza situate in località segrete degli Stati Uniti, per trattare scientificamente ogni materiale o entità extraterrestri. I membri dell’organizzazione segreta hanno imparato dall’osservazione dei numerosi UFO crashes accaduti nel tempo che non ci sono mai stati tentativi, da parte degli alieni, né di recuperare le loro navicelle cadute a terra né di recuperare i compagni feriti o deceduti.

CAPITOLO: RECOVERY OPERATIONS

In questo capitolo vengono trattate tutte le operazioni richieste dalle “Operazioni di recupero” di qualcosa di extraterrestre, caduto o abbattutto o schiantatosi sul nostro pianeta. Nel manuale si sottolinea con grande enfasi il fatto che si debba far assolutamente di tutto per “… preservare la sicurezza di qualsiasi luogo in cui sia possibile recuperare Tecnologia Extraterrestre…”. Oltre al fattori di messa in sicurezza e tutela degli spazi coinvolti nel crash, si dovrà far di tutto per “… proteggere e preservare i materiali o i velivoli alieni …” durante le operazioni di raccolta e di rimozione.

Fatto ciò, il livello successivo prevede l’instaurazione del “silenzio stampa” sulla vicenda. E se anche questo comportamento si dovesse mostrare non del tutto sufficiente, il manuale prevede un ulteriore livello di Cover-Up, indicato con il titolo di “Storie di copertura” e strutturato sulla falsariga di una smentita totale, ovvero: gli UFO non esistono, non si è verificato niente di insolito ed il Governo non è comunque a conoscenza diretta. E qualora anche questo non bastasse, si suggerisce di passare alla fase di assalto diretto ai testimoni, innanzitutto screditandoli il più possibile, eventualmente segregandoli per un po’ di tempo ed interrogandoli al fine di capire che cosa abbiano veramente visto o udito, poi scoraggiandoli dal riferire alcunché a chicchessia e, infine, intimando loro la necessità di collaborare con le autorità.

Ovviamente, qualora i testimoni avessero overcloccato il livello militare, incontrando anzitempo le radio, i giornali e le TV, si renderebbe necessario screditare ufficialmente ogni loro versione, adducendo come spiegazione razionale a quanto osservato dai testimoni, una qualche forma dell’infinita fenomenologia della Natura (meteorite, bolide, lampo o tuono) o un qualche fenomeno della tecnologia umana (satellite artificiale o pallone metereologico). Per contro, in tal senso, non sarebbe molto indicata l’ipotesi di un velivolo militare segreto perché si rischierebbe di richiamare in zona, oltre a tutta la stampa ed una buona fetta di curiosi, anche la potenza nemica mescolata tra i curiosi. Infine, comunque vada l’indagine, rimane sempre utile dichiarare ufficialmente che tutta l’area risulta contaminata a causa di sostanze tossiche fuoriuscite da una qualche cisterna. Ed un’area contaminata non può certamente non essere adeguatamente recintata e controllata dai militari.

CAPITOLO: EXTRATERRESTRIAL BIOLOGICAL ENTITIES

Si tratta indubbiamente del capitolo di maggior interesse: le EBE o Extra-terrestrial Biological Entities, ovvero le famose Entità Biologiche Extraterrestri che noi, al giorno d’oggi, chiamiamo semplicemente “alieni“. Per capire l’importanza data all’esistenza di questi nostri fratelli del cosmo, qualsiasi incontro con tali entità deve essere considerato a livello “Top Secret” e nessuno, dalla stampa all’opinione pubblica deve sapere che cos’è accaduto allorquando si verifichi un UFO crash, mentre il mondo deve solo sapere che il governo non è impegnato in alcun modo in studi afferenti gli alieni.

Gli incontri con le EBE sono di due tipi: o iniziati direttamente da loro o derivanti dalla caduta di una navetta extraterrestre. Nel primo caso vi sarebbe la disponibilità manifesta degli alieni, per cui il protocollo prevede di poterli incontrare all’interno di strutture militari in località remote, ma decise di comune accordo. Interessante sapere che il protocollo non scarta la possibilità che gli alieni possano decidere di atterrare in luoghi pubblici e senza alcun preavviso. In questo caso, ovviamente a posteriori, l’apposito Team OPNAC di cui vi ho parlato all’inizio dovrà inventarsi credibili storie di copertura per la stampa e, al tempo stesso, preparare un’adeguata informativa per il Presidente ed i Capi di Stato Maggiore.

Nel secondo caso, l’eventuale contatto con gli occupanti di una navetta caduta o abbattuta, deve essere limitato al personale strettamente militare, mentre gli eventuali testimoni devono essere cortesemente trattenuti in fermo ed interrogati da specifico personale. Le EBE dovranno essere trattenute con tutti i mezzi possibili, in attesa di trasferirle prima possibile in luogo sicuro.

In entrambi i casi, comunque, chiunque debba entrare in contatto con le EBE dovrà prendere opportune precauzioni al fine, almeno, di tentare di ridurre al minimo il rischio di malattie conseguenti a contaminazione da parte di organismi sconosciuti.

Oltre a ciò, il manuale suggerisce anche di prestare ogni attenzione nel maneggiare eventuali apparati respiratori indossati dalle EBE, al fine di non danneggiarli. La stessa attenzione dovrà essere prestata nell’eventualità che le EBE necessitassero di intervento medico o chirurgico: non sapendo molto al riguardo, gli interventi di assistenza medica devono essere limitati all’arresto di eventuali uscite di liquidi, alla bendatura delle ferite ed all’immobilizzazione di arti fratturati, così da offrire una prima stabilizzazione in attesa del trasporto verso un centro medico specializzato.

Qualora, invece, il contatto dovesse afferire ad EBE decedute o a loro resti organici fossero in fase di avanzata decomposizione, si deve provvedere comunque ad un recupero immediato, che ponga in essere tutte le precauzioni (guanti e badili) tese a ridurre al minimo le possibilità di contatto fisico diretto. prima di procede alle operazioni di recupero rimane comunque l’obbligo di predispore un’adeguata documentazione fotografica. Tutto, comunque, dovrà essere riposto in appositi sacchi impermeabili, specialmente i cadaveri, mentre eventuali resti dovranno essere refrigerati, etichettati e contrassegnati. Al termine delle operazioni, il personale coinvolto dovrà essere sottoposto a processo di decontaminazione.

Detta così, anche se ha una sua ben precisa ragione di essere, queste regole fanno certamente un po’ ridere, in quanto il manuale non specifica, e nemmeno potrebbe farlo, da che cosa decontaminare. Infatti, quello che il lettore deve sapere è che la decontaminazione è un processo che prevede procedure tese a ridurre la carica microbica, al fine di tentare di evitare rischi da infezioni. Essa si concretizza attraverso il lavaggio e la detersione del corpo umano e degli indumenti che aveva indosso ed è tesa, appunto, a tentare di rimuovere almeno la maggior parte di microrganismi potenzialmente patogeni per la nostra razza. Ovvero, i curatori del manuale hanno pensato che sia possibile rimuovere, assieme alla sporcizia visibile anche quella invisibile, costituita da microrganismi e patine che l’uomo non conosce.

Questo è il punto: la decontaminazione che l’uomo conosce afferisce a qualcosa che si trova sulla Terra, che è noto e conosciuto e proprio in quanto tale viene trattato prima con disinfettanti, poi sottoposto a processo finale di sterilizzazione attraverso la semplice immersione in una soluzione disinfettante o almeno ritenuta tale rispetto a ciò che è conosciuto sulla Terra. Appunto, “rispetto a ciò che è conosciuto” quaggiù da noi! E di più non si potrebbe certamente fare.

Al momento in cui scrivo questo articolo, la situazione più moderna ed affidabile che l’uomo conosce per la decontaminazione da potenziali agenti patogeni esterni al nostro pianeta è la seguente: sistema UVGI o a “radiazione ultravioletta germicida” (Ultraviolet Germicidal Irradiation), che usa la luce ultravioletta, alla lunghezza d’onda UV-C, per distruggere in pochi secondi, almeno sulla carta, il 99,99 % del DNA di ogni microrganismo conosciuto, in grado di riprodursi e proliferare. Come si vede, si ritorna al punto di partenza, e non potrebbe essere diversamente. Si fa la guerra a ciò che si conosce, ma non si può combattere ciò che non si conosce. Eppure gli scienziati ci scommettono sopra. Io mi chiedo, invece, se esistano delle situazioni per le quali questo sistema possa fallire con grande facilità. La risposta è positiva, purtroppo in quanto l’azione inibitrice e germicida è in funzione di diverse variabile, direi addirittura “troppe”. Vediamole. Innanzitutto, a priori non si può conoscere il tempo necessario di esposizione per tutti i microrganismi “sconosciuti” e nemmeno la potenza necessaria della sorgente ultravioletta. E che dire del fatto che i “microrganismi alieni” potrebbero presentare un’invisibile e sconosciuta “corazza di difesa”, sia ad esposizioni UV che ad altre forme offensive, proprio come avviene nel caso della sequoia, che sviluppa una corazza difensiva impenetrabile non solo verso insetti, ma anche e soprattutto verso ogni tipo di microrganismi. Insomma, da questo punto di vista il manuale latita parecchio e lascia ancor più a desiderare se ci si sofferma sul fatto che la semplice polvere dell’aria, quasi invisibile all’occhio umano, potrebbe rappresentare un serio ostacolo all’efficacia del sistema UVGI, che è pure l’unica punta di diamante presente attualmente sulla Terra!

CAPITOLO: GUIDE TO UFO IDENTIFICATIONS

Il capitolo incompleto è dedicato all’identificazione dei vari tipi di velivoli extraterrestri che sono stati recuperati nel corso di quegli anni, ovvero oltre mezzo secolo fa, in seguito ad UFO crashes o ad azioni militari vere e proprie. Il manuale divide gli UFO in quattro categorie, tenendo unicamente contro del fattore “forma”.

Vi sono gli UFO ellittici o discoidali, con scafo metallico opaco, color alluminio, privi di giunture, con diametro compreso fra un minimo di 15 metri ed un massimo di 90 metri e con altezze collegate direttamente ai rispettivi diametri, ma tutte corrispondenti a circa il 15% del loro diametro. Ovviamente, l’altezza fa riferimento alla cupola! Questi UFO possono o meno avere: oblò, finestrini, luci esterne sia superiori che centrali e inferiori, carrelli di atterraggio retrattili a tre piedi e portelli sottostanti.

Vi sono UFO cilindrici o sigariformi, quasi sempre di dimensioni enormi, e comunque fino a settecento metri di lunghezza per trenta di altezza, che operano sempre a quote molto elevate. I rapporti radar indicano velocità ordinarie attorno agli 11.000 km/h, ma tale notizia è, ovviamente, poco credibile poiché per viaggiare nel solo nostro Sistema Solare servono ben altre prestazioni. Ma queste erano le notizie di quegli anni e quella velocità era esattamente quindici volte superiore a quella massima che la tecnologia terrestre era in grado di mettere in campo!

Vi sono UFO ovoidali o circolari, non troppo grandi, lunghi da 10 a 12 metri, con una sola luce assai brillante posizionata nella parte inferiore. Probabilmente nessuno di questi è mai stato catturato dai militari poiché il manuale riferisce che essi “sembrano avere tale forma se osservati da lontano”, per cui potreffero afferire, invece, alla prima categoria di UFO discoidali, con l’unica variante della luce inferiore, enorme e fissa.

E vi sarebbero, infine, UFO triangolari o a foglia, nessuno dei quali è però stato mai catturato o abbattuto in virtù anche del fatto che sarebbero dotati di tecnologia e prestazioni avanzatissime. La forma descritta, più che all’osservazione diretta, farebbe riferimento ai vari rilevamenti radar. Tale notizia è però decisamente non credibile poiché i radar di quegli anni rilevavano esclusivamente l’oggetto trasferendone a video la sua presenza sotto forma di semplice “plot” in continuo spostamento, ovvero una luce sempre uguale a se stessa.

CONCLUSIONI

Quando un manuale di tale importanza viene recapitato ad un ufologo neanche tanto conosciuto, produttore televisivo di secondo livello ed è costituito da poco più di un “insieme di fotocopie” afferenti un ipotetico manuale originale, già la cosa inizia a puzzare. E parecchio, anche. Tenuto poi conto dell’ovvietà con cui i militari che lo hanno esaminato lo abbiano dichiarato un falso, nulla vieta di ritenerlo uno strumento sottilissimo del Cover-Up, unicamente redatto con lo scopo di creare informazione che disinforma, così come vi ho ampiamente spiegato nel precedente articolo. E ciò anche in riferimento alla regola base di ogni documento che si fregi del titolo di “segreto”, dalla notte dei tempi fino ad oggi: ci dovrebbero essere i riferimenti minimi alla sicurezza del documento e dei suoi “portatori”, nonché tutte le operazioni necessarie per procedere alla sua eliminazione nel caso di ritrovamento, da parte di estranei, di una qualche sua parte.
In un documento di questo tipo non si riescono a capire alcune argomentazioni: il perché della “storia degli UFO”, il perché degli UFO avvistati e il perché, del tutto impossibile, delle forme di alcuni UFO in base al solo rilevamento radar che, come vi ho spiegato, è del tutto impossibile. Tralascio sia i particolari riferiti alle operazioni di decontaminazione, del tutto risibili rispetto alla realtà della minaccia aliena, sia quanto riferito alle operazioni di recupero delle navette aliene, con i loro carichi ed i loro equipaggi, del tutto inapplicabili nelle forme e nelle modalità descritte in quanto stiamo parlando di qualcosa afferente lo spazio esterno: ovvero un concentrato di minacce per la razza umana. Insomma, essendoci così tanti aspetti che sanno di “ufologia maccheronica”, ritengo credibile che tutto sia stato creato artatamente e possa quindi realmente essere afferibile al governo americano per generare disinformazione e gettare discredito sull’ufologia.
A questo punto, poco conta che sia spuntato anche un secondo manuale del tutto simile a quello illustrato nell’articolo. E poco conta che la firma di Truman sulle “poche fotocopie” del primo manuale sia risultata come proveniente da una fotocopia dello stesso periodo, poi incollata ad arte. Questo è semplicemente il Cover-Up in atto, che per tenere nascosta la realtà ufologica la rivela al mondo nella sua intierezza, e lo fa con una naturalezza così disarmante da ritenerla troppo semplice e troppo banale per essere vera, sia nel linguaggio utilizzato che nelle tecniche descritte.

centro-ufologico-ferrarese-cuf-artioli-fiorenzoPer segnalazioni di presunta natura ufologica, telefona in ogni momento al 333.595.484.6 e ti risponderò io, Fiorenzo Artioli, fondatore del Centro ufologico ferrarese, oppure utilizza la pagina dei contatti ed il relativo modulo. La nostra sede si trova a Vigarano Pieve, in via Mantova n° 117, una frazione del Comune di Vigarano Mainarda, luogo dell’avvistamento della gigantesca astronave aliena che venne osservata da quattro persone la sera del 27 settembre 1986. Se desideri farci visita, prima telefona oppure invia un sms, così da accertarti che quella sera ci sia qualcuno.

L’iscrizione al  CUF è gratuita, valida per sempre e non richiede alcun tipo di impegno. A questo link trovi il mio canale personale su YouTube, per goderti venticinque video ufologici, raggruppati in quattro comode playlist. Le mie altre passioni sono la vita nel cosmo, che trovi a questo link e la storia di Ferrara, che trovi a quest’altro link.

Se desideri utilizzare il presente articolo per fini commerciali, sappi che ti servirà la mia autorizzazione scritta, ma se desideri solo inserirlo nel tuo blog devi citare questa fonte (http://centroufologicoferrarese.altervista.org/) così da dare a Cesare ciò che è di Cesare, ovvero le idee che sono state qui espresse.