Gemini 7: Frank Borman vide, fotografò e filmò un UFO

ABSTRACT – Frank Borman, durante la seconda orbita sulla navetta spaziale Gemini 7, mentre si trovava in compagnia di James Lovell, vide un “Boggy”, noto anche come “Bogey”, ovvero un oggetto volante non identificabile e quindi da trattare come un “nemico”, nel linguaggio tipico di tutti i piloti militari. Ma una cosa è incontrare un “bogey” durante un’ordinaria missione di volo terrestre, ben altra cosa è incontrarlo nelle immediate vicinanze, proprio nei pressi della navetta spaziale. Ed oltre a ciò, essi rividero ciò che i colleghi già avevano ampiamente descritto: miliardi di particelle luminose che fluttuavano liberamente nello spazio cosmico.

FRANK BORMAN

Frank Frederick Borman II è nato il 14 marzo 1928 a Gary, Contea di Lake, nell’Indiana (USA) e si è ritirato dalla vita militare nel 1986, dandosi all’arte della riparazione e del restauro di vecchi aerei. Dopo aver la laurea in ingegneria, nel 1950, presso l’accademia militare di west Point, Borman lavorò come pilota di aerei da combattimento nelle isole Filippine, quindi fece l’istruttore di volo negli USA e dal 1957 al 1970 fece addirittura l’assistente insegnante di termodinamica presso l’università dove si era laureato. Ma la vita accademica non faceva per lui, così ritornò a pilotare aerei presso la famosa base militare californiana di Edward, dove divenne dapprima pilota collaudatore, quindi istruttore di volo.

E poi arrivò il 1962, l’anno della svolta. Il 17 dicembre venne, infatti, scelto dalla NASA per essere inserito nel secondo gruppo di astronauti. Due anni dopo venne nominato comandante di riserva per la missione Gemini 4, quella di cui vi ho appena parlato, che ebbe come comandante McDivitt e che visse un’autentica avventura ufologica. Il giorno 1 luglio 1965 Borman seppe ufficialmente di essere stato incaricato di comandare la successiva missione spaziale: la Gemini 7. Gli fece compagnia James Arthur Lovell Junior.

Le fortune di questo uomo, tecnicamente e culturalmente preparatissimo, non erano ancora terminate ed il destino aveva deciso che la sua figura avrebbe dovuto diventare dominante nella sfera degli astronauti americani.

Infatti, in seguito alla catastrofe dell’Apollo 1 (morte di tre astronauti), Borman venne chiamato a far parte della commissione d’inchiesta e subito dopo ebbe l’incarico di dirigere la squadra che avrebbe dovuto modificare il sistema di costruzione della capsula dell’Apollo. E così arrivò anche il 1967 ed il 20 novembre Borman venne nominato nuovamente comandate, incaricato per la missione Apollo E. I tempi di quella missione vennero dapprima anticipati e poi si rinominò la stessa missione, che divenne la “Apollo C-Prime”, col compito di circumnavigare la Luna.

Poiché Michael Collins, incaricato con Borman della missione, dovette subire un intervento chirurgico, venne scelto al suo posto l’amico e già collega Jim Lovell. Il lancio dell’Apollo 8 avvenne il 21 dicembre dell’anno successivo.

Nel 1969 venne in visita in Italia e fu accolto con tutti gli onori da papa Giovanni XXIII, il “papa buono“, a cui dedicai un articolo intensamente ufologico, addirittura stampato e pubblicato in Germania. Sempre nello stesso anno, accompagnato dalla famiglia, Borman si recò in visita addirittura nella vecchia Unione Sovietica, tanto era il suo fascino mediatico, e qui incontrò sia il direttore generale dei programmi sovietici di volo nello spazio, che tutti i più grandi cosmonauti russi: K. Feoktistov, G.  Titov, V. Šatalov, B. Volynov, G. Beregovoj e la mitica Valentina Tereškova. Fu un successo totale, sia per la diplomazia americana che per Borman stesso: era l’uomo del momento.

LA MISSIONE GEMINI 7

Sia per Borman che per Lovell si trattò del primo volo nello spazio. Le riserve furono rappresentate da E. H. White e da M. Collins. Come radiofonisti di contatto (CAPCOM) a terra, furono scelti gli astronauti C. Basset, E. Scott, E. Cernan ed A. L. Bean. La missione della capsula Gemini 7 consistette non solo nell’eseguire un volo di lunga durata, ma anche nel tentare un avvicinamento in volo alla capsula Gemini 6 e nel collaudare le nuovissime tute spaziali.

Il lancio avvenne il 4 dicembre 1965, con l’aiuto di un razzo Titan. Tutti gli obiettivi della misione vennero regolarmente perseguiti ed il “rendezvous” con la Gemini 6, avvenuto il 15 dicembre (stesso giorno del suo lancio), ebbe addirittura del clamoroso poiché Borman fu in grado di realizzarlo a soli 30 centimetri di distanza contro i 30 metri programmati. Insomma, con tale spericolata manovra, divenne il primo eroe dello spazio.Tre giorni dopo tutto finì nelle acque oceaniche terrestri.

IL MISTERO IN VOLO

Per capire realmente che cosa sia accaduto, lassù nel profondo spazio cosmico, a Borman ed a Lovell, debbo necessariamente raccontarvi la realtà ufficiale e non quella sentita o riportata da ufologi o scettici di turno, affinché ognuno di voi si faccia la propria opinione e valuti così se scendere più a compromessi con il colorito mondo ufologico o col sempre più triste mondo cicapino, il quale si dovrebbe vergognare per le tesi sostenute sull’ingegnere e astronauta Borman, la persona più famosa al mondo in quel lontano 1965.

Ecco perché tedierò ancora la vostra attenzione riportando in maniera integrale il colloquio originale avvenuto tra i radiofonisti di contatto a terra (CAPCOM) e l’equipaggio della Gemini 7, così come riportato nell’apposito commentario NASA della missione, in data 12 aprile 1965, alle 17:44, sul nastro n° 44, pagine trascritte 4, 5, 6, ma da me riportate solo dalla pagina 4 in

COMMENTO GT07_06P –  PAGE 4

CAPCOM – I think that happened once in the Gemini V mission. CARNARVON – Same thing happened. We are seeing a reading our there and we wondered what. That’s precisely what they determined it was. CAPCOM – Yeah. That could possibly be. CARNARVON – Okay, we got all that here flight.

CAPCOM – Roger. Gemini control, here again. Earlier in the flight you recall that at the start of the second revolution … spotted. This was in the area of Antigua. Due to a mechanical breakdown we did not have that portion of the tape available for you. This was a line breakdown between building 30 and our news center, building 6. Since then we have dubbed the tape off the master tape here in the control center and we are now prepared to play it for you. It contains references to sighting not only some particles but as well an unidentified object plus the booster. (Ovvero: “Contiene riferimenti all’avvistamento non solo di alcune particelle ma anche di un oggetto non identificato più il booster“) .… Here is that tape. We will play it for you now.

 

COMMENTO GT07_06P –  PAGE 5

S/C – Gemini 7 here, Houston how do you read?
CAPCOM – Loud and clear. 7 go ahead.
S/C – Boggy at 10 o’clock high.
CAPCOM – This is Houston. Say again 7.
S/C – Said we have a boggy at 10 o’clock high.
CAPCOM – Roger. Gemini 7 is that the booster or is that an actual sighting? (Ovvero: “… Gemini 7, quello è il booster del razzo Titan o è un avvistamento effettivo?“).
S/C …    .
CAPCOM – Say again 7.
S/C – We have several, looks like debris up here. Actual sighting. You have any more information? Estimate distance or size? We also have the booster in sight, Roger.
(Ovvero: “… Abbiamo parecchie cose, sembrano detriti qui. Avvistamento effettivo. Hai altre informazioni? Estimare la distanza o la dimensione? Abbiamo anche il booster in vista, Roger).
NOTA DI REDAZIONE
Ovviamente, qui siamo di fronte alla parte più importante dell’avvistamento in quanto Borman riferisce chiaramente alla base che lui e Lowell stanno vedendo tre cose insieme: i detriti, ovvero piccolissime parti staccatesi dalla navetta, l’oggetto volante non identificato o UFO e, infine, anche il booster del razzo Titan.
Perciò nessun fraintendimento. E’ tutto scritto nero su bianco dalla stessa NASA ed è tutto confessato in diretta e confermato prima della pubblica diffusione. Chi dice altre cose si arrampica sugli specchi e si dovrebbe solo vergognare di gettare il proprio preziosissimo tempo libero solo per denigrare l’ufologia! Ma tant’è! Il convento non passa altro.
Proseguiamo nel colloquio …
S/C – Yeah we have a very very many – looks like hundreds of little particles banked on the left out about 3 to4
miles.
CAPCOM – Understand you have many small particles going by on the left. At what distance?
S/C – Oh about – it looks like ah path of the vehicle at 90 degrees.
CAPCOM – Roger, understand that they are about 3 to 4 miles away.
S/C – They are passed now they are in polar orbit.
CAPCOM – Roger, understand they were about 3 or 4 miles away.
S/C – That’s what it appeared like. Thats roger.
CAPCOM – Roger.
CAPCOM – Gemini 7, Houston. Were these particles in addition to the booster and the bogey at 10 o’clock high.
S/C – Roger
CAPCOM – Roger
S/C – 7 ah Houston this is 7.
CAPCOM – Go ahead.
S/C – I have the booster on my side its a brillant body in the sun, against a black background will trillions of particles on it.
CAPCOM – Roger. What direction is it from you?
S/C – It about at my 2 o’clock position.
GEMINI 7/6 MISSION COMMENTARY,
12/4/65, 5:44 p.m. Tape 41, PAGE 6 
CAPCOM – Does that mean that it’s ahead of you?
S/C – It’s ahead of us at 2 o’clock, slowly tumbling.
CAPCOM – Roger. Gemini Control here again. The reference in that conversation to the third unidentified object, of course, was or the third object was a bogey. There were several references to the bogey. This is the unidentified object in addition to particles which appeared to be headed in a polar orbit. Heard Frank Borman say plus Jim Lovell discussing the booster. It was Borman who reported sighting the bogey. This is Gemini Control Houston at 4 hours 24 minutes into the flight. END OF TAPE”.
COMMENTO
Ad onor del vero, cito anche l’intervista che Borman fece quarantaquattro anni dopo, nel 2009, nella quale disse la famosa frase: “I don’t think there were UFOs“, ovvero: “Non credo che ci fossero degli UFO“, ma questa non è altro che la solita minestra che la NASA ci propina ormai da settant’anni e che entra di default nell’ordinario menù “del cover up”. Il bello è che ancora qualcuno ci crede. Qualcuno, appunto!
La realtà è una sola: il commento ufficiale della NASA, che ho riportato in maniera integrale e realizzato fra gli astronauti a bordo della Gemini 7 (Borman e Lowell) ed i loro colleghi astronauti presso la sala comandi a terra (C. Basset, E. Scott, E. Cernan ed A. L. Bean), meglio noti come ‘CAPCOM’ o “Radiofonisti di contatto”.
Inoltre, con buona pace per gli scettici nostrani e mondiali che, assai stranamente, dimenticano sempre questo importantissimo particolare: la NASA parlò del solito “frammento staccatosi” probabilmente da un precedente razzo vettore Titan, ma venne immediatamente smentita dal NORAD, l’ente deputato a seguire le rotte di ogni oggetto volante nell’ambito aerospaziale di tutto il Nord America, il quale ebbe a dichiarare: “È impossibile che resti di un Titan o di qualsiasi altro missile si possano trovare in quella posizione”.

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