Viaggi interstellari: siamo ancora lontani anni luce

viaggi-interstellariSe l’uomo volesse veramente viaggiare nel Cosmo, ovviamente impegnandosi per modestissimi “viaggi interplanetari“, dalla Terra verso Marte o, osando un po’ di più, verso gli altri pianeti più lontani del nostro Sistema Solare o verso le lune di questi pianeti, avrebbe bisogno di una quantità tale di risorse economiche, di superuomini e di tecnologie così avanzate che ipotizzare tale desiderio fra le utopie del prossimo secolo sarebbe già un regalo enorme, vista la quantità di problemi da affrontare e le soluzioni tecnologiche fino ad ora messe in campo. In questo articolo, poi, non vorremmo prendere in considerazione l’argomento “altri mondi“, tanto caro alla scienza ufficiale degli astrobiologi e, ultimamente, di una vasta schiera di astroficici della NASA (con nostro sommo gaudio ufologico), vista l’attuale incapacità di superare il problema delle enormi distanze in relazione alla durata biologica di un essere umano.

LA VELOCITÀ SUBLUMINALE

Le enormi distanze ci impediscono ogni tipo di viaggio cosmico poiché le distanze fra i Soli sono eccessivamente dilatate per un essere umano. Se la nostra tecnologia, fra uno o due secoli, potesse anche disporre della velocità subluminale, ovvero una velocità elevatissima, ma pur sempre inferiore a quella della luce, potremmo fare qualche piccolo spostamento. Attualmente possiamo pensare ad una velocità di spostamento nello spazio cosmico, di un velivolo trasportante non troppe persone nemmeno tanto carico utile, ad una velocità media di circa trentamila chilometri all’ora, ma solo per una qualche giornata effettiva. E viaggiando a questa folle velocità, che è la sola possibilità concessa dall’attuale tecnologia terrestre, anche viaggiando per trent’anni non riusciremmo nemmeno ad uscire dal nostro Sistema Solare.

Ecco perché noi ufologi sosteniamo che la tecnologia propulsiva degli UFO sia immensamente superiore alla nostra, per cui la loro civiltà deve essere necessariamente assai più avanzata della nostra, in termini di secoli ovviamente. Gli attuali orizzonti impongono dunque all’uomo la scelta obbligata dell’astronave generazionale, unico oggetto volante in grado di garantire un futuro alla nostra civiltà, sempreché si arrivi a possedere la tecnologia adeguata per far volare uno scafo immenso, capace di mantenere in vita per decenni o per secoli, un equipaggio di centinaia o migliaia di persone. In tale ragionamento, come abbiamo visto nei precedenti articoli, non consideriamo la velocità della luce, in quanto questo è un limite fisico non raggiungibile da un velivolo spaziale. Mai!

IMPOSSIBILE RAGGIUNGERE LA VELOCITÀ DELLA LUCE

Proviamo a spiegare il concetto per l’ennesima volta, in estrema sintesi: all’aumento della velocità di un corpo, aumenta esponenzialmente anche la sua massa, e quindi il suo peso complessivo. Per capirlo, pensiamo di dover prima spingere in avanti un ciclomotore, poi proviamo a spingere una corriera, così si capisce bene che l’energia necessaria per imprimere il moto in avanti è ben diversa. Il concetto di fondo rimane questo: più un corpo accelera, tanto più diventa difficile continuare a spingerlo poiché aumenta la massa e quindi il suo peso. E la suddetta massa continua a crescere, inesorabilmente, ogni volta che si compie un passettino in più verso la vetta della velocità della luce, con un aumento direttamente proporzionale. Ed è proprio per questo motivo che la quantità di energia necessaria a raggiungere la velocità della luce è “infinita” o, per fare un esempio più concreto, uguale a tutta l’energia prodotta sulla Terra in quel determinato istante. Ma se l’energia richiesta è infinita, la conclusione è assai semplice: niente di materiale può raggiungere la velocità della luce. Per la stessa ragione, la velocità superluminale, ovvero superiore a quella della luce, rimarrà per sempre un ragionamento teorico.

ALTRI PROBLEMI PER I VIAGGI COSMICI

E quali potranno mai essere i motori destinati a spingere le astronavi del futuro, visto che né i motori a combustione, ovvero con propellente liquido, e né quelli con reattore a fusione nucleare sono in grado di garantire la velocità e la durata che sono richieste per spostamenti interstellari? Forse quelli alimentati dalla ricerca al CERN, dove si studia lo scontro fra materia e antimateria per creare un propellente adatto ai viaggi nel Cosmo? Non vorremmo parlare di bufala, ma la produzione di antiprotoni potrebbe davvero essere qualcosa di simile se pensata in un’ottica di propellente del futuro. State un po’ a sentire. Laggiù si studiano trappole chilometriche per catturare miliardi di antiprotoni, destinati agli “antimotori” del futuro. Ma se anche fra un secolo avessero catturato mille miliardi di antiprotoni, tale quantità corrisponderebbe ad un miserrimo nanogrammo, ovvero ad una misura che è una nullità assoluta rispetto ad un solo microgrammo. Certo! Avete proprio letto bene! E non è finita qui! Per contenere tutta questa quantità “paurosa” di antiprotoni, corrispondenti ad un solo nanogrammo, serve un contenitore del peso di un quintale, ovvero da cento chilogrammi. Ora, sapendo che il quantitativo minimo di propellente per un’astronave spaziale di modestissime dimensioni è stato fissato in non meno di una tonnellata di antiprotoni e di protoni, ovvero dieci quintali, di che serbatoio dovrebbe disporre la nostra astronave del futuro? Fate voi la misura, tanto per grande che la pensiate, non sarà mai grande come l’effettiva necessità. Laggiù al CERN sembra che siano lontani secoli luce da questo obiettivo della presunta produzione di un carburante del futuro, posto che l’obiettivo sia veramente questo. Dubitare è lecito vista l’improponibilità dei risultati raggiunti, visti anche in un’ottica secolare.

E come farà l’uomo, se un giorno potesse anche disporre della tecnologia richiesta, a superare il problema insuperabile dell’assenza della forza di gravità? Questo è il problema principale di ogni astronauta, ovvero di un superuomo al momento della sua condizione fisica migliore. Infatti, l’assenza della forza di gravità causa: perdita di calcio nelle ossa, indebolimento del sistema muscolare e calo vistoso delle difese immunitarie.

E quest’ultimo aspetto è soverchiante per una persona che, pur essendo un superuomo che sfida le leggi della fisica, è innanzitutto un esploratore che deve tentare di entrare fisicamente in contatto con altre realtà, spaziali e cosmiche, per cui il suo eventuale incontro con esseri viventi di altri mondi, piccoli o grandi che siano, verrebbe a mettere a repentaglio la propria stessa vita, visto l’abbassamento delle difese immunitarie, un abbassamento che non è “una tantum”, ma direttamente proporzionale al tempo trascorso lontano dalla Terra, dove il suo corpo fisico è nato e si è sviluppato. Il rischio derivante dal contatto di due corpi, appartenenti a pianeti con forze gravitazionali diverse, è decisamente troppo elevato per essere anche solo tentato, pur con le opportune protezioni delle vie respiratorie e delle parti esterne dei corpi.

Ed abbiamo anche visto che, oltre ad insuperabili problemi fisici, i poveri astronauti, ovvero superuomini veri e propri, devono anche affrontare importanti problemi legati all’alimentazione ed altri legati alla psicologia comportamentale della vita di società in spazi ristrettissimi. E mentre ET ha superato da tempo tutte queste condizioni, noi continuiamo ancora a mantenerci ben lontani da qualsiasi futura e radiosa alba di una nuova era.

TUNNEL SPAZIO-TEMPORALI

E poiché pensare non costa nulla, si riflette ancora, a distanza di un secolo, sulla teoria della Relatività, la quale, come ben sappiamo, ha previsto la possibilità teorica della presenza, nella fisica del Cosmo, dei tunnel spazio-temporali, più conosciuti come “Wormhole” o, con un esempio, tunnel che potrebbero collegare due buchi neri. Che cosa ne determini la nascita è ancora un mistero, tuttavia si suppone che il buco nero possa principalmente formarsi in seguito al collasso di una stella, che provocherebbe una deformazione dello spazio-temporale e l’apertura di una specie di “gola di collegamento” fra regioni diverse, che poi si chiuderebbe ad ogni passaggio di particelle.

Infatti, il wormhole è una regione dello spaziotempo nella quale si è creato un campo gravitazionale talmente forte da succhiare tutto, luce compresa. Chiaramente, affinché si creino le condizioni per generare un wormhole, deve prima essersi creata una forza mostruosa di attrazione gravitazionale, talmente potente che la velocità di fuga dalla sua area esterna, delimitata dall’orizzonte degli eventi, viene ad essere superiore alla stessa velocità della luce, la quale poi, nel tentativo di uscire da quella trappola mortale, impegna inutilmente tutta la propria energia e, alla fine, deve soccombere.

Questo dramma della luce intrappolata e definitivamente sconfitta dal campo gravitazionale del buco nero avviene al di là di un campo di battaglia chiamato “Orizzonte degli eventi”, saldamente all’interno di un’area dello spazio talmente buia da essere definita “nera”, in quanto è in grado di catturare ogni fotone e non emettere alcuna luminosità evidente nell’ottico. In pratica, l’orizzonte degli eventi viene ad essere il “muro della Terra di Mezzo“, ovvero una specie di confine ideale superato il quale non sarà più possibile fare ritorno per alcunché: persone, oggetti o luce che sia. Un mostro totalmente invisibile, dunque, che può essere notato solo osservando il comportamento della materia e della luce che vengono a trovarsi a passare da quelle parti. La scienza ha compiuto diverse osservazioni in tal senso e gli astrofisici hanno potuto “dedurre” la presenza dei buchi neri ossevando i comportamenti di luce e materia in determinate zone cosmiche.

Ora, però, in barba alle prime certezze dei soloni del “Sotuttoio”, sembra che qualcosa si stia muovendo in maniera diversa rispetto alle prime indicazioni scientifiche emerse. All’inizio del 2014, lo scienziato S. Hawking diede al mondo una nuova e più umana definizione di questo mostro: l’informazione e l’energia possono entrare ed uscire da un buco nero a loro piacimento, in quanto esso è solo un blocco di materia densissima, in grado di attrarre anche la luce e catturarla con la sua spaventosa forza di attrazione gravitazionale, collocandola poi in una posizione prossima ma non interna alla massa per cui, grazie anche alla teoria quantistica, si aprirebbe all’informazione la possibilità concreta di uscire, addirittura fuggendo.

A chi credrere, dunque, se è la stessa scienza che smentisce se stessa? Prima del 2014, il superamento dell’Orizzonte degli eventi implicava il principio di non ritorno per quasiasi cosa, e quindi la stessa informazione dell’accadimento di un evento non poteva essere verificata. La teoria sostiene che un oggetto, in fase di cattura da parte di un buco nero, rallenti talmente la sua primigenia folle corsa tanto da essere considerato pressoché fermo davanti al suddetto Orizzonte degli eventi, quasi se stesse impiegando un tempo infinito per procedere (redshift gravitazionale) e poi, all’improvviso, dovrebbe scomparire dalla vista di un ipotetico osservatore.

Alcuni hanno anche ipotizzato la possibilità di uscire da un buco nero, entrando però in una dimensione spaziotempo del tutto differente, in quanto esso fungerebbe da vero e proprio tunnel spaziale. Chiaramente, più che una teoria, si tratta di una bufala vera e propria, che alimenta solo la filmografia spaziale, in quanto si sta parlando di velocità superluminale, ovvero superiore alla velocità della luce che, come abbiamo appena visto, è irraggiungibile. Si tratta, inoltre, di una teoria che non può nemmeno essere concretamente verificata, e se anche si potesse diventerebbe comunque impossibile realizzarla per assenza di affidabilità poiché basterebbe una semplice e minima perturbazione per distruggere la stessa possibilità.

Viaggiare nel tempo è però un’opzione tenuta in vita dalla fisica teorica, che prevede il modello conosciuto come “Curva spaziotemporale di tipo tempo“, ovvero una curva dell’Universo chiusa su stessa, che implica la possibilità che viaggiando sempre nella stessa direzione, ovvero verso il futuro spaziale ed il futuro temporale, un “qualcosa” possa fare ritorno nello spazio e nel tempo dove era iniziata la sua avventura sulla linea dell’Universo, come dire che andando verso il futuro sarebbe possibile far ritorno al passato!

Viaggiare nel tempo, però, diventa impossibile per una parte di scienziati guidati da Stephen Hawking, i quali sostengono la teoria della congettura di protezione cronologica, ma affermano che i motivi siano ancora sconosciuti. Per altri scienziati invece, il viaggio nel tempo non sarebbe impossibile secondo il principio di auto consistenza di Novikov, ma sarebbe impossibile invece modificare la storia, magari la propria personale, tramite un viaggio di questo tipo in quanto ogni accadimento sarebbe già avvenuto nel passato e sarebbe pertanto immodificabile in un “presente generato da un viaggio nel passato”.

Capito? Navighiamo a vista! Teorizziamo di tutto ed il contrario di tutto, ma questo articolo, però, crediamo non vi sia stato del tutto inutile poiché, certamente, ora la materia “spaziotempo” vi sarà assai più chiara ed avrete certamente nuovi strumenti per leggervi il nostro prossimo articolo, riguardante le vicende del più grande imbroglio che, con ogni probabilità, un arguto studente di fisica teorica abbia mai regalato all’intero mondo accademico mondiale. Stiamo infatti per raccontarvi la fantastica ed incredibile vicenda di “Timetravel_0“, conosciuto anche come “John Titor, il viaggiatore nel Tempo“. Ora, infatti, potrete leggervi le vicende di questo fantastico soldato, proiettato nel nostro tempo dall’anno 2036 per compiere una missione di recupero di un oggetto tecnologico, sapendo almeno due cose importanti: i viaggi nel tempo sono praticamente impossibili per il mondo della realtà, ma se fosse possibile tornare nel proprio tempo non sarebbe comunque possibile riscrivere la propria storia e la storia del mondo in quanto gli eventi sarebbero semplicemente già accaduti.

centro-ufologico-ferrarese-cuf-artioli-fiorenzoSe desiderate frequentare il nostro centro ufologico, sappiate che si trova in via Mantova 117, a Vigarano Pieve, nella palazzina di fianco alle vecchie scuole elementari, proprio di fronte alla chiesa, nel comune di Vigarano Mainarda, luogo dell’avvistamento della gigantesca astronave aliena, osservata da quattro persone nel 1986. La sede del CUF è aperta tutti i giorni, ma per i non iscritti la serata è attualmente il giovedì, dalle 21:30 alle 23.00 circa. Se qualcuno desiderasse iscriversi, sappia che l’iscrizione è gratuita e valida per sempre.

Per informazioni di vario tipo o segnalazioni di presunta natura ufologica, potete telefonare in ogni momento al 333.595.484.6 e vi risponderò io, Fiorenzo Artioli, fondatore e coordinatore del Centro ufologico ferrarese, nonché redattore del presente articolo, liberamente utilizzabile nel Web a patto di ricordarsi la cosa più difficile, ovvero citarne la fonte.