UFO su Ferrara: 2011

poggio-renatico-22gennaio2011La sera del 28 gennaio 2011, durante un’ordinaria riunione del nostro gruppo ufologico, un iscritto si è presentato in sede portandoci questa incredibile fotografia di UFO, fermati dal CCD della sua macchina fotografica sui cieli di Poggio Renatico. In pratica è la foto che fa da apertura al nostro blog! La zona di cielo interessata è compresa in un’area abbastanza vasta, estesa almeno dieci chilometri quadrati, pur tuttavia assai ben delineata in quanto viene praticamente a circondare il Centro Radar Militare di Poggio Renatico, meglio noto come COFA (Comando operativo forze aeree) e deputato al controllo del traffico aereo su gran parte dell’Italia centro-settentrionale e dell’Europa dell’est. Questa grande area militare, che è compresa fra i territori dei Comuni di Vigarano Mainarda, di Mirabello, di Poggio Renatico e di Ferrara, è circondata dalle località minori di: Borgo, Madonna Boschi, Castello, Coronella e Chiesuol del Fosso nelle quali, nel corso di questi ultimi anni, si sono avuti, a più riprese, misteriosi avvistamenti che, a detta dei testimoni, si sono presentati come: luci circolari di vari colori, luci allungate e di forma conica, fasci di luce piramidale piroettanti a poche decine di metri dal suolo, sfere luminose, sfere apparentemente metalliche, oggetti a tutta ala e perfino un’enorme nave spaziale con esseri antropomorfi a bordo.

La base radar di Poggio Renatico si trova sull’area del vecchio campo di aviazione di Poggio Renatico, fatto costruire verso il 1918 dalla Regia Marina Militare in località Cascina Nuova, con lo scopo di ottenere una base da bombardamento organizzata in hangars per gli aerei, capannoni deputati ad officina, magazzini di deposito, caserma per l’alloggio dei militari e pista di atterraggio lunga ottocento metri. Nel 1923 la base venne dedicata al tenente bolognese Giuseppe Veronesi. A partire dal 1931 venne qui dislocato l’8° Stormo della Prima Brigata Aerea da combattimento, più noto come “8° Stormo da combattimento notturno”. Nel 1943 divenne sede operativa della Luftwafe e tale rimase fino alla sua pressoché quasi completa distruzione da parte delle forze aerea alleate. L’area rimase così del tutto inutilizzata fino al 1972, allorquando venne qui trasferito dall’aeroporto di Ferrara l’11° Gruppo Radar, costituito negli anni Cinquanta. Da allora la base crebbe sempre più in estensione ed importanza e nel 1983 divenne uno dei perni del sistema difensivo della NATO, grazie all’installazione di moderni ed efficaci sistemi militari di controllo del traffico aereo, compresi i collegamenti diretti con gli aerei Awacs. Dal 1988 qui venne costituito il COFA o Comando Operativo delle Forze Aeree, nato dalla fusione del 1° ROC di Monte Venda e dell’11° Gruppo Radar; esso, stando all’organigramma organizzativo delle nostre forze aeree militari, è da intendersi come un organismo basilare del sistema aereo italiano poiché è, di fatto, uno dei comandi di vertice, con il compito di coordinare e pianificare l’impiego delle forze aeree per l’adempimento delle missioni promosse dall’ONU e dalla NATO. Nel 1999 venne qui insediato il CAOC-5 o Combined Air Operations Center Five, con il compito di difendere gli spazi aerei italiani, sloveni ed ungheresi. Nel 2003 si assistette al trasloco dell’intero comando operativo delle nostre forze aeree, da Vicenza a Poggio Renatico e nel 2006 si costituì il gruppo Riporto e Controllo Difesa Aerea con gli stessi compiti prima attribuiti al disciolto 11º Gruppo Radar di Ferrara (11° GRAM o Gruppo radar aeronautica militare), ovvero la sorveglianza dello spazio aereo di propria responsabilità, in modalità 24H, compresa la guida dei caccia intercettori della nostra difesa nazionale, in missione di comando di intervento diretto, in sinergia totale con gli altri gruppi radar italiani (21°, 22°, 32° e 34°), ognuno per i cieli di propria competenza. Recentemente è stato dotato di un piccolo eliporto ma si può considerare un centro militare di primaria importanza tanto che risulta ufficiosamente dotato di ben tre piani interrati. Per tali ragioni si prevede un ulteriore ampliamento della base radar, sia sul piano della struttura organizzativa che dell’importanza militare, in virtù del fatto che la NATO prevede un sistema unico di comando e controllo per cui è facile immaginare che Poggio Renatico sarà destinato a diventare il più importante centro italiano di controllo militare dello spazio aereo.

Poggio Renatico: incredibile UFO

Quella mattina del 22 gennaio il signor S. Z. si era alzato molto presto poiché doveva partecipare ad una gara di pesca organizzata in alcuni laghetti a pochi chilometri da Poggio Renatico, in territorio bolognese. Essendo un nostro iscritto, egli porta sempre con sé un apparecchio fotografico poiché è fermamente convinto che lassù, nascosti fra la radiazione elettromagnetica della luce visibile all’occhio umano e quella dell’infrarosso, non visibile dal nostro occhio ma ben visibile grazie al CCD delle moderne macchine fotografiche digitali, si possa nascondere una parte dei segreti dell’ufologia e, in modo particolare, quella relativa ai loro mezzi di spostamento, a noi più noti come dischi volanti o UFO (Unidentified Flying Objects) e definiti correttamente dal personale militare italiano col termine di Ovni, cioè Oggetti Volanti Non Identificati.

A fine gara, subito dopo le premiazioni ed un piccolo pasto, egli risalì sull’auto in compagnia di un conoscente e verso le 14 ha iniziò il viaggio di ritorno a casa. Lungo il percorso non perse il “vizio” di fotografare continuamente il cielo, che quel giorno si presentava davvero bello e sereno: una ragione in più per scattare foto che, di fatto, non costano nulla. La tecnica che egli usa è assai semplice: viaggia a velocità moderata e tenendo il finestrino abbassato esegue in continuazione scatti automatici mantenendo il CCD dell’apparecchio rivolto o verso il cielo o semplicemente verso l’orizzonte.

Una volta a casa, dopo aver scaricato le foto sul PC, iniziò ad osservare il materiale fotografico. I risultati più frequenti di tale osservazione “digitale” consistono normalmente in: macchie di diverse tonalità (pulviscolo davanti all’obiettivo o volatili in lontananza), strisce più o meno allungate e di diverso colore (nuvole e scie di condensazione degli aerei), luci isolate (riflessi creati dall’incidenza con fonti luminose o dalla rifrazione della luce solare sulle molecole d’acqua in sospensione nell’atmosfera ma anche volatili che riflettono il bianco delle loro penna illuminate dai raggi solari), bagliori (fenomenologia collegata a diverse situazioni quali, ad esempio: i momenti dell’alba o del tramonto, i temporali, i flares provocati dai satelliti della classe Iridium o, anche, tutte le numerose manifestazioni che noi abbiamo definito col termine di “ufoinganni“), moscerini, volatili ed aerei altissimi. Ma quel giorno il destino aveva deciso che fosse “il suo giorno” perché il CCD della sua digitale catturò qualcosa che andava al di là di ogni immaginazione: niente a che vedere con nessuna delle situazioni suddette ma qualcosa di completamente nuovo, mai visto o fotografato prima in nessun luogo al mondo, almeno per quello che ci è dato di sapere: autentici vortici d’aria, perfettamente circolari, provocati da uno o due oggetti in fortissima rotazione, probabilmente attorno al proprio asse, ad un’altezza certamente non superiore a qualche centinaio di metri.

Per tutelare al meglio la zona di questo straordinario evento ufologico da improvvisati ufologi dell’ultima ora, da curiosi e certamente anche da scettici, pubblichiamo solo i “particolari aerei delle fenomenologia”, riservando al solo CUN nazionale la possibilità di visionare l’intero paesaggio immortalato nello scatto. Specifichiamo che la foto, oltre a contenere la testimonianza di tale evento, ne contiene un secondo non meno importante poiché quasi di fronte alla prima fenomenologia se n’è presentata una seconda non meno inquietante e consistente in un oggetto luminosissimo, dalla classica forma di disco volante, nell’atto o di emettere un fascio luminoso perfettamente lineare, addirittura dalla stessa parte in cui veniva illuminato da sole o di lasciare dietro di sé una scia, dando così l’impressione di essere in movimento dal basso verso l’alto. Guardate la foto di apertura del nostro blog e giudicate un po’ voi! Per chi desiderasse approfondire l’argomento della fotografia all’infrarosso, con una semplice macchina fotografica digitale, potrà leggersi questo nostro articolo.

Vigarano Mainarda: UFO appuntito

vigarano-mainarda-24giugno2011-ufosullasedeVenerdì sera 24 giugno, durante l’incontro settimanale della nostra associazione, fummo testimoni di un evento di portata eccezionale e certamente di natura ufologica. Verso le 21:30 ci ritrovammo nell’ampio cortile della nostra sede ed iniziammo subito l’osservazione del cielo, armati di tutto ciò che serve in questi momenti: apparecchi fotografici, binocolo e videocamera analogica. Eravamo in quattro: il sottoscritto Artioli Fiorenzo ed i signori: R. G. di anni 64, Z. S. di anni 62 e G. M. di anni 42. Purtroppo, dopo circa un’ora di osservazione eravamo solo riusciti a notare il passaggio di tantissimi aerei di linea commerciale, di diversi satelliti e, ovviamente, lo spettacolo meraviglioso del cielo notturno, offuscato da qualche piccola nuvola passeggera ma lassù non avevamo ancora notato il benché minimo segno ufologico. Poi, all’improvviso, alle 23,00 esatte ebbe inizio questo clamoroso avvistamento che ci indusse a segnalarlo allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, attraverso la compilazione del Modulo di segnalazione O.V.N.I. (Oggetti Volanti Non Identificati) che abbiamo poi consegnato al Maresciallo comandante della locale stazione dei carabinieri il 5 luglio 2011.

LO SKY-WATCH NOTTURNO

Come dicevo, eravamo nel vasto cortile della nostra sede già da oltre un’ora ed alternavamo momenti di intensa osservazione ad altri di riposo standocene comodamente seduti nel giardino all’aperto, chiacchierando delle passate vicende e degli strumenti necessari ad osservare il cielo in chiave ufologica. Organizzare uno sky-watch non è una cosa complicata poiché si tratta sostanzialmente di osservare ma è bene avere tutte le attrezzature necessarie, alcune utili a “misurare dei valori” altre ad “osservare con precisione”. Nella strumentazione minima non dovrebbero comunque mai mancare: binocolo, macchina fotografica digitale, telefonino, torcia e pile di riserva. In particolare, il binocolo è bene che sia almeno del tipo “10X50”. Di questi due valori, il “10” è il valore degli ingrandimenti che si possono ottenere mentre “50” indica il diametro della lente frontale e quindi la luminosità; è chiaro che più alto è il valore del primo numero (10) più sono elevati gli ingrandimenti che si potranno ottenere e più è alto il secondo numero (50) e maggiore sarà la luminosità del tuo binocolo; tuttavia, prima di acquistare uno strumento più potente, conviene considerare il fatto che a 10 ingrandimenti si ottiene un’immagine sufficientemente stabile in relazione al tremolio trasmesso dal tuo corpo e dalle tue mani. La macchina fotografica digitale è bene che disponga di una scheda di memoria aggiuntiva di almeno 128 Megabyte, di una definizione di almeno 5 milioni di pixel ed abbia la possibilità di registrare filmati audio di almeno un minuto, meglio se in HD. Ai fini dell’orientamento generale è bene disporre anche di altre cose utili come la bussola magnetica, la mappa del cielo (una per ogni stagione), riportante le costellazioni, il quadro completo dei “flares” dei satelliti Iridium, del telescopio spaziale Hubble e della stazione spaziale ISS.

Così, mentre si stava un po’ parlando e un po’ osservando le condizioni meteorologiche è arrivato un grido di uno di noi: “Guardate! Guardate là. Che cos’è quella roba?” gridò il signor S. Z.con quanto fiato aveva in gola. Il caso volle che tutti noi, in quel preciso istante, stessimo guardando nella stessa identica direzione in cui si stava cacciando quel misteriosissimo oggetto volante. Quindi ci fu sufficiente osservare il braccio di S. Z. che indicava proprio la zona di cielo davanti a noi e così, tutti insieme, avemmo modo di osservare uno spettacolo meraviglioso. Lassù, a poche centinaia di metri al di sopra delle nostre teste si stava tranquillamente volando, con moto lineare e costante, un oggetto volante dalla forma assai strana. Potemmo osservarlo circa dieci secondi, dopodiché scomparve nel buio della notte, di certo aiutato anche dall’aumentata distanza. Un tempo, dunque, decisamente buono per l’osservazione di fenomeni di questo tipo ma del tutto insufficiente per essere fotografarlo o filmato.
Proveniva dalle nostre spalle, quindi da Nord/Nord-Ovest ed era diretto, con volo assai lineare, verso Est/Sud-Est, in direzione del Centro Radar di Poggio Renatico, mantenendosi su di una quota di volo assai bassa, che noi abbiamo quantificato tra i 500 ed i 1.000 metri circa, ovvero quella che normalmente viene utilizzata da tutti coloro che dalle nostre parti utilizzano i deltaplani decollando dalla locale pista di volo, per cui presumiamo che possa facilmente essere stato intercettato dagli strumenti della base militare. Come s’è visto, avevamo con noi tutto ciò che serve in questi momenti: apparecchi fotografici, binocolo e videocamera analogica ma, incredibilmente, non ci sono serviti a nulla. Infatti, se da una parte la durata della fenomenologia non ci ha consentito di accendere la macchina fotografica o la videocamera, che hanno appunto bisogno di tutto quel tempo per essere operativi, dall’altra non siamo riusciti nemmeno a puntare l’oggetto col binocolo perché meravigliati da ciò che stavano osservando i nostri occhi. A tutti noi, comunque, è sembrato che avesse una forma ovoidale, con le estremità notevolmente appuntite ma sostanzialmente simmetriche, sia in lunghezza che in larghezza. Non si notarono finestrini o qualcosa di assimilabile a degli oblò per cui non notammo alcun tipo di luce artificiale fuoriuscire da quella forma ma, a due di noi che portano gli occhiali per distinguere meglio da lontano è parso di notare come una debolissima aureola, del tutto simile ad un alone, che stava come a circondare quella misteriosa forma ellissoidale in volo. I suoi contorni erano nitidissime e la superficie si mostrava del tutto liscia ed uniforme, senza sporgenze od asperità.
Sul colore fummo tutti in perfetto accordo: era rosa scuro in tutta la sua grandezza, senza alcuna variazione. Si tenga però presente che noi lo osservammo prima da sotto e poi da dietro, quindi non possiamo dire nulla di ciò che stava davanti e men che meno di ciò che stava sopra. Quello stranissimo oggetto non emetteva alcun tipo di rumore che fosse da noi chiaramente distinguibile; su ciò fummo tutti d’accordo poiché in quel momento non stava passando alcun veicolo a motore sulla via alle nostre spalle o in quelle poste nelle immediate vicinanze.
Quale potesse essere la sua grandezza reale è certamente difficile da stabilire per cui, nel tentare di definirla in maniera del tutto empirica, dovremo utilizzare un confronto: considerando che la sua quota di volo era assimilabile a quella di un deltaplano, compresa quindi tra i 500 ed i 1.000 metri circa, e tenuto poi conto di come appaiono grandi gli aerei di linea in volo fra gli 8.000 ed i 10.000 metri, valutammo che la sua grandezza, alla quota dell’avvistamento, potesse essere di almeno tre o quattro volte quella di un aereo di linea, e quindi decisamente grande.

LA RELAZIONE INVIATA ALLO STATO MAGGIORE DELLA NOSTRA AERONAUTICA

L’avvistamento è stato così nitido e clamoroso che ci indusse a presentare una dettagliata relazione allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, utilizzando l’apposito modulo di segnalazione di O.V.N.I., ovvero Oggetti Volanti Non Identificati, così come preferiscono definirli i nostri militari, al posto del troppo americanizzante UFO. Il nuovo modulo di segnalazione di avvistamenti, che è direttamente scaricabile dalla pagina che la nostra Aeronautica militare ha dedicato agli OVNI fin dal 2009, è una delle tre novità ufologiche presenti sul sito dell’Aeronautica militare italiana (http://www.aeronautica.difesa.it). Questa novità non sta tanto nel contenuto offerto ma nel tipo di servizio a cui, ora, qualsiasi persona può afferire: accedendo alla pagina web suddetta, è possibile cliccare su di un link che apre, in formato Word, un modulo col quale si può compilare la relazione del presunto avvistamento di un OVNI, ovvero di un Oggetto Volante Non Identificato.
Mentre prima, a fronte di un avvistamento ufologico, occorreva recarsi presso una qualsiasi Caserma dei Carabinieri e chiedere di stendere una denuncia scritta del fatto, con evidenti problemi di imbarazzo e di disponibilità temporale, ora è possibile aprire l’apposito modulo e seguire due strade: o compilarlo online, poi stamparlo e quindi consegnarlo ad un Comando Carabinieri o stamparlo grezzo poi compilarlo con tutta calma a casa propria e quindi consegnarlo, comunque, ad un Comando Carabinieri. Insomma, sia la prima che la seconda soluzione lasciano il tempo di riflettere e non creano né ansia né agitazione al testimone che decide di comunicare quanto i suoi occhi hanno visto, tuttavia occorre presentarlo bene questo modulo, che proprio “nuovo nuovo” non è: secondo noi, si tratta di una rivisitazione della vecchia modulistica, di cui abbiamo parlato dell’articolo titolato “I comunicati”, sempre contenuto in questa nostra pagina web.
Innanzitutto, evidenziamo un particolare che forse sarà sfuggito a qualcuno ma, certamente, non a noi ufologi: il modulo in questione parla espressamente di OVNI, ovvero Oggetti Volanti Non Identificati, cioè qualcosa che è costruito di materia solida, che si può vedere e toccare, in maniera del tutto simile ai nostri velivoli. Par così di capire che, contrariamente alle numerosissime segnalazioni di misteriose luci diurne o notturne, singole o a coppie o in formazione, la nostra Aeronautica voglia prendere in considerazione solo qualcosa di afferibile ad oggetti volanti solidi e concreti, del tutto simili agli aerei, lasciando forse intendere che anche dietro agli avvistamenti delle luci vi sia, comunque, un oggetto vero e proprio, in grado di sostenersi in volo autonomamente.
Questa è certamente una sottigliezza non da poco in quanto, già a priori, si esclude volontariamente ogni forma di luminosità misteriosa e ci si pone di fronte alla questione ufologica considerando il solo aspetto che si possa essere trattato di un oggetto volante vero e proprio. Non male eh, cari colleghi ufologi!