UFO-inganni: meteore e bolidi

cometaintornoapianetaNella casistica generale delle segnalazioni ufologiche che hanno una spiegazione naturale, riferite a qualcosa che, provenendo dal cielo, si era poi schiantato al suolo, occorre considerare un vasto campionario di oggetti di seguito descritti.

Le meteore luminose, conosciute anche col nome di stelle cadenti, sono dei piccoli globi arroventati che attraversano il cielo senza fare alcun rumore, si lasciano dietro una lunga scia visibile e si vaporizzano nel momento in cui entrano negli strati alti dell’atmosfera terrestre.

I bolidi di fuoco sono corpi solidi più grandi delle meteore, con una magnitudine spesso superiore a quella di qualsiasi stella o pianeta; i bolidi possono presentare, oltre al bianco delle meteoriti, una moltitudine di colori quali: verde, rosso, azzurro e arancione e la loro apparizione può durare da pochi secondi fino a oltre 100 secondi.

Essi solcano il cielo sotto forma di strisce luminose e ionizzate che poi possono esplodere con grande fragore in tre momenti diversi, dando origine a rumori simili a tuoni lontani:
a) o nell’impatto con l’atmosfera, generando così una miriade di meteoriti (in questo caso, l’eventuale tuono è udibile solo se avviene ad una quota inferiore ai cinquanta chilometri poiché ad altezze superiori viene riflesso verso l’alto e svanisce);
b) o a pochi metri dal suolo;
c) o al momento dell’impatto al suolo, generando distruzioni più o meno ampie o producendo crateri simili a quelli lunari (es. il cratere di Winslow, in Arizona, è largo circa 1500 m e profondo circa 200 m; esso è stato creato 22.000 anni or sono e l’impatto ha provocato lo spostamento di circa 300 milioni di tonnellate di roccia);

Dal cielo si assiste poi anche a cadute di prodotti tecnologici creati dall’uomo (palloni sonda, sonde spaziali, radiosonde, aerostati, razzi meteorologici, frammenti di satelliti e velivoli sperimentali) e a cadute di cose (blocchi di ghiaccio o aeroliti, sostanze di natura terrestre) ed animali di vario tipo, pesci compresi.

Comete e meteoriti

cometaIl meteorite (o la meteorite, essendo contemporaneamente di entrambi i generi, maschile e femminile) è quella parte di meteora che, non essendosi del tutto consumata attraversando l’atmosfera, precipita sulla Terra. Per esteso, esso viene anche chiamato “meteora luminosa” ed è, sostanzialmente, un corpo solido che proviene dallo spazio interplanetario e che s’incendia nel momento in cui inizia ad attraversare l’atmosfera terrestre, dando così l’impressione di “vedere una stella cadente”.
Le dimensioni di un meteorite variano da qualche micrometro a qualche decina di metri. Se esso è piccolissimo è chiamato “micrometeora”, si consuma rapidamente e non giunge a Terra ma se ha dimensioni importanti, ovvero è un “bolide”, si consuma solo parzialmente e può anche esplodere. A sua volta, il meteorite ha origine da una cometa la quale è soggetta alle forze gravitazionali provocate dalle stelle e dai pianeti.

Per quel che riguarda il nostro Sistema Solare, è il Sole a giocare la parte del leone sull’aspetto gravitazionale dei corpi celesti minori e le comete, che sono costituite da aggregati di frammenti di roccia, di silicio e di ferro, tenuti assieme principalmente da ghiaccio secco di anidride carbonica, transitando vicino al Sole, cominciano a sublimare ovvero passano direttamente dallo stato solido allo stato gassoso e formano una grande chioma luminosa attorno al nucleo. In seguito ai passaggi successivi, il nucleo della cometa si frantuma sempre più fino a formare veri e propri sciami di meteoriti che si accodano all’orbita primitiva. Ma quando l’orbita della Terra attraversa la traiettoria degli sciami si ha il fenomeno noto come “pioggia di stelle cadenti”.

Si hanno due tipi di meteoriti: quelli formati da ferro e nichel sono detti “Ferrosi” mentre quelli formati da silicati sono detti “Pietrosi“. Ma è bene sapere che circa il 5% delle condriti costituisce il gruppo delle “Condriti carbonacee” (tipo di condriti che contengono materiali argillosi, composti organici e gas nobili come lo Xeno) che hanno al loro interno particolari corpi sferoidali detti “condrule” o “condri” che non esistono nelle rocce terrestri e contengono un elevato contenuto di carbonio (Definizione tratta da “L’Universale”, Grande enciclopedia tematica, © 2003, Garzanti Libri S.p.A., Milano).
Le condrule sono granuli o aggregati vetrosi di forma sferica, grandi circa 1 millimetro, presenti nelle condriti, cioè nella stragrande maggioranza delle meteoriti cadute sulla Terra che, avendo un’età media di circa 4,6 miliardi di anni, risalgono praticamente alla formazione del nostro Sistema Solare. Su tali sferette l’acqua ha lasciato le tracce della sua presenza ma nessuno è ancora riuscito a dare una spiegazione logica di come essa sia riuscita a finire proprio lì.

Che cosa succede quando cade un meteorite?

Ai fini ufologici, ci interessano però solo le conseguenze derivanti dall’impatto col terreno; analizzando la composizione chimica e fisica del luogo, è possibile stabilire, anche a distanza di molti anni, se vi sia stato o meno un “impatto di origine meteorica”.
L’impatto al suolo di un meteorite determina, infatti, in quel preciso istante, cinque nuove situazioni:
1- un intenso aumento della temperatura;
2- la fusione immediata della parte di roccia o di terreno interessati;
3- creazione istantanea di un buco a forma di cratere;
4- lancio, a grande distanza, del materiale entrato in collisione;
5- trasformazione chimico-fisica del materiale lanciato in aria al momento del crash; ovvero, quando esso viene lanciato in aria si trova già sotto forma liquida in quanto è stato fuso al momento del crash; ricadendo al suolo si trasforma in “vetro basaltico”, cioè un prodotto molto simile alla “ossidiana” terrestre, una roccia perlopiù di color nero, conosciuta anche come “vetro vulcanico”, che i nostri antenati utilizzavano per i loro utensili e che, in Italia, è facilmente rinvenibile in Sardegna e su alcune isole minori: Palmarola, Lipari e Pantelleria.

Ora, però, non possiamo pensare di vedere immediatamente ad occhio nudo questo vetro basaltico poiché esso si presenta, solitamente, sotto forma di sferule piccolissime o “microsfere”: pensate che in un solo grammo di terreno se ne possono trovare circa 150. Poiché tale valore è stabile per un’area di diverse centinaia di metri attorno al luogo del presunto impatto se ne deduce che risulta assai agevole una verifica in presunta chiave ufologica; con un semplice sopralluogo visivo, se il luogo dell’impatto è all’aperto e sgombro da piante, già si può avere un’indicazione importante solo guardando la colorazione del terreno: 150 microsfere nere per grammo sicuramente lo marcano in maniera decisa!
Supponendo, però, che si vada ad analizzare un luogo di un presunto impatto accaduto molti anni addietro, si dovrà, per forza di cose, compiere tanti carotaggi del terreno ed esaminare al microscopio l’eventuale densità per grammo di microsfere di vetro basaltico.