UFO Crash in Italia

ufo-crash-varese-magentaLa storia dell’ufologia moderna, così come la si conosce ora, è quasi sicuramente nata in Italia. Gli studi di Alfredo Lissoni e Roberto Pinotti (Vedi il libro “Gli “X-files” del nazifascismo – IDEALIBRI) hanno gettato una luce nuova sulla storia dell’ufologia a livello mondiale dimostrando che essa, potrebbe aver mosso i primi passi proprio in Italia ed essere iniziata il 13 giugno 1933.

Atterraggio di un UFO

Quel giorno un “aeromobile non convenzionale” sarebbe atterrato, senza schiantarsi, in una località agricola posta tra i comuni di Novara (TO) e Magenta (MI) e da lì sarebbe poi stato trasportato a Sesto Calende (Varese), da cui tutte le definizioni future del caso: “l’UFO della Lombardia” o “l’UFO di Milano” o “l’UFO di Varese”. E proprio qui, in provincia di Varese, a Sesto Calende, vicino alla Malpensa, a quel tempo c’erano i vecchi stabilimenti aerei della Siai-Marchetti; in un hangar dello stabilimento sarebbe stato custodito per dieci anni (1933-1943) quel famoso aeromobile non convenzionale. I ricercatori interessati ad approfondire l’argomento dovranno far riferimento, oltre agli studi citati, anche alla seguente documentazione: Dossier UFO 1930 – Milano – Archivio di stato – Fondo Gabinetto Prefettura – Foldoni n° 400-401.

Poiché il velivolo non convenzionale sarebbe atterrato, è assai probabile che qualcuno lo abbia guidato ma non siamo riusciti a trovare notizie in merito ad eventuale equipaggio extraterrestre e nemmeno nel documentario prodotto per la TV italiana sono stati eseguiti approfondimenti in tal senso. Di questo UFO emergency landing o atterraggio d’emergenza di un UFO se n’è ampiamente occupato il grande Alfredo Lissoni il quale ha messo in rete un copiosissimo articolo che invitiamo naturalmente a leggere nella sua forma integrale all’indirizzo seguente: http://www.alfredolissoni.com. In questa sede ci limiteremo ad offrire una piccola sintesi della monumentale ricerca storica.

Qualcuno invia strani documenti

La vicenda prese l’avvio attorno al 1996 e si sviluppò in maniera corposa fino al settembre del 1999; in tale periodo un misterioso personaggio iniziò ad inviare a diversi soggetti materiale fotocopiato ed originale di epoca fascista, nel quale si parlava di “avvistamenti di aeromobili non convenzionali” e si sosteneva la tesi dell’esistenza di una “SEZIONE SPECIALE RS/33” all’interno dell’OVRA, la polizia segreta fascista, che avrebbe dovuto occuparsi di tale faccenda.
Una parte giunse alla redazione del Resto del Carlino, che la ritenne uno scherzo e non la pubblicò; un’altra parte fu inviata al dott. Roberto Pinotti, presidente del CUN, il quale decise di non pubblicare nulla fino a quando non fossero state compiute le opportune verifiche sull’attendibilità dei documenti, quelle stesse verifiche che sono, appunto, contenute nella ricerca di Lissoni.

Storia di un bigliettino e di una nota

Poiché in misterioso personaggio non riuscì a provocare il clamore che si aspettava, in un secondo momento inviò ad un’altra pubblicazione del settore un bigliettino e una nota; essi si presentavano su carta intestata “Senato del Regno“: il bigliettino era indirizzato ad un certo De Santi e serviva a trasmettere la notizia della “nota personale riservatissima” sulla quale erano riportate le disposizioni di un altro misterioso “Signor X“, suddivise nei seguenti punti:
1) avvisare immediatamente un prefetto;
2) recuperare un aeromobile;
3) arrestare tutti i testimoni dell’evento;
4) indirizzare tutti i rapporti futuri all’Ufficio Meteorologico Centrale dell’Università la Sapienza di Roma;
5) impedire d’ufficio la diffusione della notizia;
6) sviare l’opinione pubblica divulgando sulla stampa “brevissimi articoli in cui il fenomeno era riportato alla sua autentica ed unica natura celeste: meteora, stella cadente, pianeta, alone luminoso, iride, parelio eccetera, secondo il formulario RS/33, FZ. 4 precedentemente trasmesso a tutte le Prefetture del Regno con dispaccio apposito”;
7) far autorizzare dal Gabinetto RS/33 l’invio di ogni rapporto all’Arma Aeronautica;
8) escludere dalla faccenda ogni altro Ente, “compresa la Pontificia Università”;
9) imputare tutte le spese eventualmente sostenute ad un ben preciso capitolo della regia Accademia d’Italia.

L’invio di tre telegrammi

Assieme al bigliettino ed alla nota, furono spediti anche tre telegrammi dall’esame dei quali traspare in maniera chiarissima che il regime aveva attivato la pratica del cover up. Il mittente dei tre documenti è l’Agenzia Stefani di Milano ed ognuno di essi riporta la dicitura “Riservatissimo” e “Priorità su tutte le priorità”. Da essi si apprende che:
1- sarebbe avvenuto un atterraggio di un aeromobile non convenzionale;
2- i responsabili politici locali avrebbero suggerito di dare alla stampa la versione di una meteora;
3- il regime, attraverso il Duce in persona, avrebbe ordinato il cover up sulla vicenda, con pene gravissime per i trasgressori, come il ritiro dei piombi dalle sede dei giornali e l’accusa di attentato alla sicurezza dello Stato.

Il segretissimo Majestic Twelve fascista

Gli studi e le ricerche dell’ottimo Lissoni hanno messo in evidenza come da questi ed altri documenti spediti al CUN e alla rivista ufologica suddetta, traspaia una realtà davvero inquietante e decisamente “Ante litteram” rispetto alla teoria che legherebbe la nascita della moderna ufologia all’avvistamento che fece Kennet Arnold il 24 giugno del 1947. Qui in Italia, infatti, esistono documenti ufficiali che testimoniano come tredici anni prima fossero avvenuti fatti ufologici reali:
1- atterraggio di un “aeromobile non convenzionale”;
2- copertura di tutta la vicenda con l’imposizione delle briglie alla stampa;
3- assunzione della teoria della meteora o, comunque, di un corpo celeste;
4- attivazione di un organismo politico segretissimo, deputato a seguire la vicenda: il Majestic 12 fascista, forse istituito presso la facoltà universitaria romana della Sapienza, che avrebbe dovuto agire in sinergia ed in supporto reciproco con l’OVRA, la polizia segreta del regime ed avrebbe quindi dovuto riferire esclusivamente al livello gerarchico nazionale.

Per onor del vero, Lissoni evidenzia anche come, dalla lettura del Corriere della Sera e del Popolo d’Italia del tempo non traspaia alcun riferimento al fatto menzionato e nemmeno ad eventuali copri celesti caduti dal cielo anche perché, forse, “in pieno fascismo le notizie scomode non venivano pubblicate“.
Ci fu, tuttavia, qualcuno che a distanza di soli cinque giorni dal fatto diede alle stampe uno strano articolo intitolato “Ipotesi sulla vita degli abitanti di Marte“: fu La Cronaca Prealpina di Varese. Al di là del titolo, si trattava di una intervista ad un tal dott. Robinson di Londra, il quale sosteneva di comunicare telepaticamente con i marziani.

Il “signor Mistero” si stanca: la lettera anonima

Il materiale inviato al CUN, al Resto del Carlino e ad una rivista ufologica del periodo non raggiunse, però, gli obiettivi che si era prefissato il nostro misterioso personaggio, perché non scatenarono attorno alla vicenda il clamore sperato. Così il 10 settembre 1999 il “signor Mistero” inviò una lettera anonima da Cervia, in cui affermava di voler essere utile alla causa della storia vera dell’ufologia. In essa rivelava che il significato della sigla “Gabinetto RS/33” stava per “Gabinetto Ricerche Speciali“. Tale reparto sarebbe stato diretto addirittura da Guglielmo Marconi che, però, non avrebbe mai partecipato ad alcuna riunione ed avrebbe manifestato l’intenzione di essere sostituito. Per questo motivo, la direzione sarebbe stata assunta dal tal “dottor Ruggero Costanti Cavazzani” ma sotto tale nome potrebbe nascondersi un’altra misteriosa personalità.
Ovviamente, in tale organismo avranno lavorato diverse persone, tutte citate nella lettera anonima, ma nessuno è in grado di dire se e come quelle persone illustri abbiano effettivamente fatto parte del corpo dei consiglieri. Per tale ragione, si omettono i nomi e si rinvia agli approfondimenti del chiarissimo Lissoni.
Sempre nella lettera anonima si insinuerebbe l’idea che il Gabinetto RS/33 avrebbe dovuto accertare la vera natura degli “aeromobili sconosciuti” e si sostiene che furono elaborate due ipotesi: o gli aeromobili sconosciuti erano aerei spia nemici o erano strumenti di volo interspaziale. Prima di chiudere i battenti, il Gabinetto suddetto avrebbe anche prodotto una copiosa raccolta della casistica di aeromobili sconosciuti, che va dal 1933 al 1940, comprensiva di testimonianze, di foto e di un filmato realizzato sulle Alpi. Infine, tutto il materiale sarebbe stato passato all’alleato germanico durante la II Guerra Mondiale.

Il foglietto e la lettera

L’instancabile “Signor Mistero” ha continuato ad inviare nuovo materiale top secret alla rivista ufologica suddetta: un foglietto scritto a mano ed una lettera scritta a macchina. Questo nuovo invio nulla però va ad aggiungere al caso dell’UFO atterrato nel 1933 ma va a fornire nuove notizie sulla vera storia dell’ufologia italiana.