Luna: falso video di astronave

finta-astronave-sulla-lunaIl giorno 1 aprile 2007 venne caricato sul sito di YouTube un misterioso filmato che mostrava le riprese, effettuate a volo radente da una navicella spaziale, di un’enorme astronave aliena, di forma sigariforme e della lunghezza di circa quattro chilometri (facendo riferimento alla voce del comandante mentre parla con la base dell’Air Force di Vandeberg, in California e riportata in una delle tante didascalie del filmato), ferma nei pressi del cratere Izsak Y, in una località a sud-ovest del cratere Delporte, sulla faccia nascosta della Luna.

Il video, della durata di circa 6 minuti, venne postoi sul portale da un utente che si registrò con i seguenti dati: “retiredafb William, age 76, born in Belgium (Grembergen), civilian former test pilot on various aircrafts, city Gisenyi, country Rwanda“. Ovvero, si sarebbe dovuto trattare di un pensionato settantaseienne dell’Air Force, di nome William, nato a Grembergen, in Belgio e residente a Gisenyi in Ruanda, ex pilota civile specializzato in test su vari tipi di aerei.

Questo video era accompagnato da un testo sintetico, ma infarcito di errori grammaticali (da noi segnati in celeste), segno che la persona che lo scrisse non aveva una buona dimestichezza con la lingua inglese e questa, dunque, non fu proprio una buona partenza! Quando si vuol dare visibilità mondiale a qualcosa che potrebbe cambiare per sempre, e in maniera davvero definitiva, le carte in tavola nella partita tra ufologia, scienza ufficiale, segreti militari e disclosure o divulgazione graduale della verità, si cerca almeno di curare un minimo gli aspetti formali.

E non fu neppure una buona partenza il primo fram del filmato, ovvero quello che mostra il badge della “presunta Missione Apollo 20“, riportante un logo confezionato ad hoc, così come si era soliti fare, del resto, per tutte le precedenti missioni della NASA : conteneva una quantità impressionante di incongruenze.

E nemmeno la registrazione del “nickname” fu una buona partenza: un nome proprio e un’età ben precisa. Non è proprio il modo migliore per poter passare per “gola profonda” e, al tempo stesso, pretendere di rimanere anonimi di fronte a servizi segreti che non hanno eguali al mondo se non, forse, quelli israeliani del Mossad. Bene, il signor “William retiredafb 76 years oldscelse di farsi riconoscere addirittura con tre particolari completamente circostanziati. No! Qui c’era qualcosa che non quadrava del tutto. Se poi pensiamo al significato che ha la data del primo di aprile in tutto il mondo (“April Fool’s Day” ovvero “Giorno dello sciocco” o “Giorno dello scherzo” per gli anglosassoni e “Giorno dell’Oca” per noi italiani), corrispondente al giorno scelto per postare il video, qualche andreottiano pensiero avrebbe pur dovuto passarci per la mente!

Forse quella persona volle dare appositamente delle indicazioni circostanziate ed incomplete ad un tempo, per essere abbastanza facilmente individuabile, visto che fornì anche il nome della località africana dove risiedeva. Certo che se un ex dipendente o, comunque, ex collaboratore di un ente come la NASA decide di dire al mondo intero la sua incredibile verità, dato il rincorrersi inesorabile degli anni e la veneranda età raggiunta, non dovrebbe aver paura più di nessuno visto che, comunque, la sua vita l’ha vissuta. Giunto a quel punto, sarebbe stato più logico attendersi la convocazione di una conferenza stampa dove, dopo una dichiarazione ufficiale, avrebbe poi dovuto mostrare alla stampa internazionale il materiale di cui è in possesso: a quell’età, e con quella verità in tasca, non si ha più paura di nulla. Ma tant’è! Scese la via del parziale anonimato senza nemmeno preoccuparsi di che cosa avrebbe detto gli astronauti ancora in vita che avrebbero partecipato a quella fantomatica missione.

Al momento ci limitammo a dare la notizia, così com’era apparsa improvvisamente a milioni di utenti Internet in tutto il mondo i quali, ovviamente, cliccarono a più non posso il video che, solo su YouTube raggiunse la quota di mezzo milione di visite: fu un autentico record per quei tempi, vista l’iniziativa annunciata poco tempo prima dai responsabili del portale di premiare economicamente i video più visitati: fruttò certamente qualcosa a chi risultò materialmente proprietario e responsabile del filmato suddetto.

IL TESTO CHE ACCOMPAGNAVA IL VIDEO

Videos of the boldest and most secret apollo mission. Apollo 20 went to the moon august 16, 1976. Destination was Iszak D (N.d.R.- Intende Izsak Y., forse?), southwest of Delporte Crater, farside of the moon. The mission was soviet-american. Crew was William Rutledge CDR, former if bell laboratories, leona snyder CSP bell laboratories, and alexei (Alexej) leonov, soviet cosmonaut former “apollo-soyouz” (mission one year earlier). Station 1 on the moon was “the city”. Station 2 was “the ship”, During four EVA (Extra Vehiculr Activity, N.d.R.) LMP (Lunar Module Pilot, N.d.R.) and CDR (Commander, N.d.R.) brought tecnical objects from the ship and a body, one of the two pilots of the alien spaceship. The body, the city and the ship were very old, age has been estimated 1.5 billions of years. Meteorit impacts, and dust hills coverings testified that. Note that the ship has already been explored before the first human expedition reached the lunar singularity“.

Ovvero, il testo parla del filmato della missione Apollo più ardita e più segreta. Vi si racconta della partenza dell’Apollo 20 per la Luna, il 16 agosto 1976, con destinazione il cratere Izsak Y, a sud-est del cratere Delporte, nella parte della Luna che noi non vediamo da Terra. Si sarebbe trattato di una missione sovietico-americana, con un equipaggio composto da William Rutledge, comandante ed ex dipendente della Bell Laboratories, Leona Marietta Snyder, donna pilota al servizio del comandante, anch’essa alle dipendenze della Bell Laboratories e, infine, Aleksej A. Leonov, cosmonauta sovietico, già ex della missione congiunta “Apollo-Sojuz” del 1975 ( Il compito della navicella americana Apollo, era quello di attraccare al laboratorio spaziale orbitale Skylab, messo in orbita il 14 maggio 1973 e rimasto attivo fino al 1979, N.d.R.). Una volta sulla Luna, i cosmonauti avrebbero dovuto raggiungere prima la Stazione 1, detta “la città” poi la Stazione 2 detta “l’astronave”. Si dice poi che durante la quarta uscita dal veicolo spaziale, il pilota del modulo lunare e il comandante hanno recuperato sia oggetti tecnologici dall’astronave aliena che il corpo di uno dei piloti alieni. Il corpo, la città e l’astronave dimostravano di essere molto vecchi, con un’età stimata in un miliardo e mezzo di anni, come dimostrato dagli impatti dei meteoriti e dallo strato di polvere che ricopre le colline. La presentazione si chiude con una riflessione inquietante: l’astronave sarebbe già stata visitata in passato, assai prima che fosse raggiunta da questa spedizione umana.

IL VIDEO SU DISCLOSE.TV

Nello stesso periodo, mentre sul portale di YouTube vennero caricati altri due filmati collegati alla stessa vicenda (il filmato della città lunare e il filmato del decollo della navicella Apollo 20 dalla base terrestre), sul portale DISCLOSE.TV (http://www.disclose.tv/viewvideo/605/) venne caricato lo stesso filmato della nave aliena. Esso era preceduto dal titolo “Cigar Ufo Alien Spacecraft Moon“, era accompagnato dal TAG “Apollo Mission UFO Alien Spacecraft Moon” ed era collegato al testo di seguito riportato, un po’ zoppicante dal punto di vista sintattico e decisamente British-American, almeno a giudicare dalla parola “color” ripetuta due volte. “TV Feed from the lunar module LM-15 during the last pass over Tsiolkovski, Fermi, Delporte and Lukte before passing on the Izsak Y crater. The spaceship is filmed with close telephoto lens, revealing more details. CDR communicates the South-East coordinates of the major parts of the spaceship, approxumately 4 kilometers long. Color distorsions are caused by the rotating wheel inside the Westinghouse color TV camera“.

Nel testo si parla di immagini che mostravano le riprese effettuate dal LEM 15 (Lunar Excursion Module) mentre stava compiendo la sua ultima orbita attorno alla Luna, prima di allunare. Il LEM volava al di sopra delle zone lunari di Tsiolkovski, di Fermi, di Delporte e di Lukte prima di passare al di sopra del cratere Izsak Y. Ovviamente sempre secondo gli autori del video, l’astronave aliena venne così filmata con il teleobiettivo e rivelò più particolari. Il comandante della missione comunicò le coordinate dell’astronave aliena, lunga circa quattro chilometri. Le distorsioni di colore del filmato sarebbero state causate dal sistema rotante contenuto all’interno della videocamera a colori Westinghouse.

DUE MISTERIOSI LINK

originale-nasaQui terminava la presentazione dell’inquietante video. Di autentico, in quella vicenda, giunti a quel punto della spiegazione nostra, vi erano solo due link che vennero resi noti dal dott. Luca Scantamburlo, sul numero 69 di UFO Notiziario di giugno-luglio 2007, con un breve articolo così intitolato: “Un preteso Apollo 20 ed una presunta nave aliena sulla Luna“. Questi due collegamenti rinviavano al sito del ” Lunar and Planetary Institute ” di Huston, (http://www.lpi.usra.edu) coordinato dall’USRA (Universities Space Research Association). Una volta nel sito di questo istituto scientifico operante per la NASA, si accedeva alla sezione “resources“, quindi alla voce “apollo” e, infine, si dovevano cercare i frames AS15-P-9625 e AS15_P_9630, i quali mostravano foto davvero autentiche nelle quali era visibile qualcosa di maledettamente simile ad una vera e propria astronave aliena, ferma sul bordo di un avvallamento laterale di in grande cratere.

A quel tempo, noi del CUF ritenemmo comunque che vi fossero troppe incongruenze che accompagnavano tutto il filmato della ripresa della nave aliena: nel solo logo di presentazione della missione evidenziammo ben quattro particolari che non quadravano e che, ovviamente, preannunciamo, così da creare una giusta attesa verso un nostro successivo articolo: le proporzioni delle navicelle e dell’astronave, la coda dell’astronave, il nome degli astronauti e la famiglia di caratteri di stampa prescelti. Fummo i primi ufologi in Italia e, forse, in tutto il mondo, a dichiarare apertamente tutti i nostri dubbi.