Chiesa: alieni in Vaticano?

Untitled 1Il 21 maggio 2009 è stato caricato su YouTube un video prelevato dal portale messicano “Tercer Milenio“, coordinato dal noto giornalista ed ufologo messicano Jaime Maussan. In tale documentario, tratto appunto dal programma televisivo “Los grandes misterios del Tercer Milenio“, riadattato per l’Italia, almeno nella traduzione a video, dall’utente di nome “Drusetta”, gestore del sito oggi non più raggiungibile http://digilander.libero.it/drusetta, il giornalista suddetto ed il reporter Johanan Díaz sostengono la tesi che nel mese di luglio del 1961, mentre si trovavano a passeggiare nei Giardini della Città del Vaticano, il papa Giovanni XXIII ed il proprio segretario particolare Loris Francesco Capovilla, avrebbero vissuto la più incredibile avventura che potesse mai accadere ad un essere umano: l’incontro con una creatura proveniente da un altro mondo, discesa da un’astronave atterrata proprio all’interno della Città del Vaticano, davanti ai loro occhi.

Luci ed ombre

Prima di addentrarci negl’intricati meandri di questa vicenda, desideriamo chiarire che le cose asserite nel suddetto video non ci hanno del tutto convinti e pensiamo che vi siano luci ed ombre. Premettiamo che noi siamo e rimarremo ufologi fermamente convinti dell’esistenza di altri mondi, che riteniamo essere abitati da creature intelligenti e antropomorfe, del tutto simili a noi, non solo per l’elevatissima probabilità scientifica che rasenta ormai la certezza pressoché assoluta ma, soprattutto, perché siamo stati testimoni di vista di avvenimenti che non avevano alcunché di terrestre (Vigarano Mainarda, 27 settembre 1986: un’astronave enorme ed immobile) e che ci hanno indotti ad abbracciare serenamente la causa ufologica, per la quale stiamo investendo tempo prezioso della nostra vita e denari per pagare una sede che è aperta tutto l’anno.

Le luci, ovvero le cose certe, riguardano innanzitutto le dichiarazioni ufficiali rilasciate, sempre secondo quanto riportato nel video, da Higinio Alas Goméz, Arcivescovo per il Centro America della Chiesa Cattolica Ecumenica di Gesù Cristo, (http://www.youtube.com/watch?v=ixfIC5Zzcbw) il quale avrebbe dichiarato che “… quando il Papa stava per morire qualcuno gli chiese di quell’evento e lui disse che questo se lo portava nel cuore e che non l’avrebbe ancora rivelato“.

La seconda e ultima luce, ma è solo una mezza luce, è quella della testimonianza rilasciata dall’architetto Santiago Aranegui, professore alla “Escuela de Arquitectos de la Universidad de Miami Dade College” a “Tribuna Virtual” che, in un’intervista videoripresa, ha narrato dell’episodio suddetto, sostenendo però una cosa strana, ovvero che a rivelare la vicenda fosse stato il segretario personale di Giovanni XXIII che, come abbiamo saputo dalla nostra intervista (vedi qualche paragrafo più avanti) è all’oscuro di tutta la vicenda.

Nel video, egli sostiene che Loris Francesco Capovilla abbia rivelato questa storia vent’anni dopo la morte di Giovanni XXIII, addirittura per iscritto e ad un quotidiano inglese. Peccato che nella prefazione al video stesso si dica un’altra cosa, ovvero che il tutto sia stato dichiarato da uno dei suoi segretari particolari, senza fare cenno all’Arcivescovo Capovilla; in pratica, il video smentisce se stesso.

Le molte ombre, invece, hanno inizio con quelle profezie che, si dice, sarebbero state formulate nel 1935, allorquando egli ricopriva il ruolo suddetto e che sarebbero state trascritte dal cancelliere di una società segreta, la quale avrebbe potuto anche essere quella dei Rosacroce; di fatto, le profezie apparvero in Italia in Italia nel 1976, fatteci conoscere da una pubblicazione scritta da Pier Carpi, per i tipi delle Edizioni Mediterranee di Roma, col titolo seguente: “Le profezie di Papa Giovanni“.

Le ombre proseguono poi con la fonte stessa della notizia, ovvero “una storia che arriva a noi attraverso un quotidiano di cui non si fa menzione” e che sarebbe stata ripresa venticinque anni fa dal “The Sun Magazine”, una web magazine statunitense. Si dice che tale articolo sia la fonte vera della notizia nella quale si parla con semplicità disarmante di un Papa, del suo segretario personale e di alte personalità religiose tuttora viventi che avrebbero tenuta segreta, per quasi mezzo secolo, l’incredibile vicenda. Diciamo subito che di tale notizia noi non abbiamo rinvenuto nulla ma abbiamo trovato qualcosa di qualche anno più tardi, di cui riferiremo nel paragrafo seguente.

Che cosa accadde realmente?

Nella realtà, in data 24 giugno 1997, la suddetta rivista web statunitense (The Sun Magazine) pubblicò un articolo, oggi non più in rete, che venne ricordato dal portale http://www.ofesite.com/hangar51/incred/stories/newdoom.htm (Anche questo oggi non più raggiungibile) con le seguenti parole:”According to the June 24, 1997 issue of Sun Magazine, Pope John XXIII predicted in 1962 that visitors from outer space will arrive in chariots of flaming steel in the year 1999, and will share their advanced knowledge with umanity. Our life span will be increased to 150 years or longer and most diseases will be wiped out …”.

Ovvero, secondo quanto pubblicato il 24 giugno 1997 dal The Sun Magazine, “nel 1962 Papa Giovanni XXIII predisse che nell’anno 1999 dei visitatori sarebbero giunti dallo spazio esterno, in carri di acciaio fiammeggianti e avrebbero poi condiviso con l’umanità le loro avanzate conoscenze. La nostra breve vita sarà aumentata a 150 anni o anche più e il maggior numero di malattie gravi o infettive saranno debellate”.

Una riflessione

Ecco, già così come questa notizia è stata presentata, pur peccando davvero tanto nelle proprie fondamenta, nasconde certamente qualcosa di misterioso anche perché, dopo circa sette mesi che il video si trovava in rete, a disposizione del mondo intero, linkato praticamente da tutti coloro che si interessarono all’argomento. Nel frattempo, la Chiesa non ha ancora preso una posizione netta, di conferma o smentita su di un fatto tanto eclatante seppur non improbabile dal punto di vista ufologico.
Si badi bene, qui non si vuole criticare la fonte della notizia, che ha nella notizia stessa il pane per il proprio desco ma fare ufologia in questo modo, sulle chiacchiere e sulle supposizioni, non giova certamente alla nostra causa e quando si accostano personaggi tanto importanti nella storia dell’umanità a vicende come quella ufologica occorre procedere con i piedi di piombo, con una “smoking gun” in una mano e “cum grano salis” nell’altra poiché il rischio che si corre è quello del totale discredito di se stessi, della fonte, della notizia e della stessa ufologia.

La figura di Loris Francesco Capovilla

Lo stesso Arcivescovo Loris Francesco Capovilla, al tempo segretario particolare di papa Giovanni XXIII e lui pure, almeno secondo gli autori del video, testimone di vista dell’evento, e ora residente a Camaitino, piccola località di Sotto il Monte, paese natale del Papa Buono, in provincia di Bergamo, da una parte non è nemmeno stato intervistato da qualche giornalista free lance e dall’altra nessuno ha ancora pensato di avvertirlo di quanto stava accadendo in rete così da indurlo a rispondere pubblicamente o, anche, a querelare la fonte della notizia visto l’alto ruolo ricoperto all’interno dell’istituzione religiosa.
Loris Francesco Capovilla fino al 2010 era Arcivescovo di Mesembria, titolo del quale ancora si fregiava nonostante avesse abbandonato la Prelatura fin dal 10 dicembre 1988. Ricordiamo che Mesembria è un’antica città della Grecia, sulla costa tracia, bagnata dal Mar Egeo ed è sede di Arcidiocesi della Chiesa cattolica “in partibus infedelium”, che fu già di Papa Roncalli.
Loris Francesco Capovilla, nato il 14 ottobre 1915, venne ordinato sacerdote il 23 maggio 1940, fu poi cappellano militare per poi tornare, a fine guerra, a lavorare nel patriarcato di Venezia. Allorquando il futuro papa Giuseppe Roncalli venne eletto alla sede di Venezia nel 1953, lo scelse come suo segretario personale e tale rimase per tutta la durata del suo pontificato. Di lui si sa che il 26 giugno 1967 Papa Paolo VI lo elesse Arcivescovo di Chieti e il 25 settembre 1971 fu trasferito, appunto, alla sede di Mesembria e nominato prelato di Loreto, con il titolo di Arcivescovo.
Noi del CUN Ferrara, per ovviare proprio all’assoluta mancanza di un’intervista pubblica sul delicatissimo argomento, la mattina del 6 marzo 2010, alle ore 10 in punto, abbiamo chiamato direttamente l’Arcivescovo Loris Francesco Capovilla il quale ci ha risposto subito dopo il primo squillo di telefono. Ci siamo presentati, abbiamo esposto sinteticamente la questione e gli abbiamo chiesto se volesse esprimere un parere sulla misteriosa vicenda.
Sua eccellenza, con voce fresca, nitida e sicura, ci ha gentilmente risposto, usando parole semplici e cordiali, che nessuno lo aveva ancora avvisato della presenza di tale materiale video presente su Internet e che della vicenda egli non ne sapeva assolutamente nulla. Ci ha comunque confermato che se ne sarebbe interessato attraverso qualcuno della sua Curia. Dalle sue parole ci è parso di capire che troppo spesso si mettono in bocca alle persone frasi mai pronunciate e vicende mai accadute, stando almeno a come sono state prospettate. L’Arcivescovo poi, dopo averci ringraziati per averlo messo al corrente di tale vicenda, ci ha cortesemente salutati e si è congedato rivolgendoci i suoi personali e sentiti auguri per le nostre attività future.
Lo ringraziamo ufficialmente per l’immensa disponibilità che ci ha offerto e per la serenità d’animo con la quale ha affrontato un argomento tanto delicato e così lontano, almeno per molte persone, dalla realtà religiosa della vita cristiana pur sapendo benissimo che la Chiesa, comunque, dispone di ottimi impianti di osservazione del cielo, ai quali sono deputate non poche persone che vengono coordinate dal padre gesuita Gabriel José Funes, direttore della Specola Vaticana.

Il contenuto del video

Quella che segue è la trascrizione integrale della traduzione eseguita dal signor Drusetta, con l’aggiunta di qualche nota nostra, ovviamente riferita all’audio reale.

Prefazione

E adesso passiamo ad una storia che … beh, mi sembra davvero affascinante! Apparentemente, il Papa Giovanni XXIII, quando era Papa, anche prima ma anche dopo essere stato eletto Papa, avrebbe avuto un incontro con un essere che dovremmo dire di origine extraterrestre o perlomeno non umana. E sapete chi ce lo testimonia? Le persone che stavano con lui. Persone, sacerdoti, religiosi che erano con lui nel momento in cui accadde. Una storia affascinante con Johanan Díaz (reporter).

La notizia

Nel 1985 un periodico inglese (Sic!, N.d.R.) pubblicò la notizia che il Papa Giovanni XXIII, più conosciuto come il Papa buono, avrebbe avuto contatti con presunti esseri extraterrestri. Vedrete ora, una parte di questa indagine che abbiamo realizzato intervistando persone che hanno informazioni di prima mano. Restate con noi.

José Gabriel Funes

Nel 2008 il direttore dell’Osservatorio astronomico del Vaticano, José Gabriel Funes, in un’intervista rilasciata all’Osservatore Romano, affermò che Dio avrebbe potuto creare vita intelligente in altre parti dell’Universo e che potremmo addirittura considerarli nostri fratelli: dichiarazioni che in pochi minuti fecero il giro del mondo.

SUN, 23 luglio1985

Ci fu, però, un precedente, pubblicato da un periodico inglese e ripreso dal quotidiano statunitense “Sun”, il 23 luglio 1985, dove si affermava che Papa Giovanni XXIII, al quale vengono attribuiti migliaia di eventi miracolosi, come malattie curate e guarigioni di moribondi in tutto il mondo, avrebbe avuto diversi incontri con extraterrestri. Uno di questi incontri, molto particolare e ben documentato, ebbe luogo nella residenza estiva di Castel Gandolfo, nel 1961″, come dichiarato da uno dei suoi segretari papali”. (N.d.R. Questa dichiarazione, purtroppo per gli autori, è la prova che il video smentisce se stesso sul testimone del disclosure: non l’arcivescovo Capovilla, dunque, ma fu un altro misterioso segretario papale, di sua Santità Giovanni XXIII, a rivelare questa presunta vicenda ufologica).

L’UFO e l’alieno

Era di forma ovale e aveva luci intermittenti azzurre e ambra. La nave sembrò volare sulle nostre teste per un minuto, poi atterrò sul prato, nel lato sud del giardino. Uno strano essere uscì dalla nave: sembrava umano tranne che era avvolto da una luce dorata e aveva le orecchie più grandi. Sua santità ed io ci inginocchiammo: non sapevamo cosa stavamo vedendo ma capimmo che non era di questo mondo e pertanto doveva essere un avvenimento celestiale.

Il dialogo con l’alieno

Il Santo Padre si alzò e camminò verso l’essere. I due rimasero 15-20 minuti in quella che sembrava un’intensa conversazione. Non mi chiamarono, così rimasi dov’ero e non potei sentire nulla di ciò che si dissero. L’essere si girò e si avviò verso la sua nave, poi se ne andò. Il sommo pontefice si rivolse a me dicendo: «I figli di Dio sono dappertutto. A volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri stessi fratelli».

L’Arcivescovo Iginio Alas Gomez

Sul momento questa notizia non causò alcuna reazione. Nel 2007, durante un convegno sugli Ufo tenutosi in Perù, fu ripresa dall’Arcivescovo per il Centro America della Chiesa cattolica Ecumenica di Gesù Cristo, Monsignor Higinio Alas Gomez, che in un’intervista telefonica di Tercèr Milenio ci ha dichiarato che credendo in questa realtà, cioè che il Dio Padre ha impresso il suo sigillo in tutto l’Universo, ci deve essere vita in altre galassie, in altri pianeti.

Il libro delle profezie

Nel Libro delle profezie di Papa Giovanni XXIII, realizzato dallo scrittore e sceneggiatore italiano Pier Carpi, a pag. 188 e pag. 189, si legge: … Le luci nel cielo saranno rosse, azzurre, verdi, veloci. Cresceranno. Qualcuno viene da lontano, vuole incontrare gli uomini della Terra. Incontri ci sono già stati ma chi ha visto veramente ha taciuto”.
Carpi scrisse che nell’anno 1935, mentre si celebrava un rituale di iniziazione in un tempio dei Rosa-Croce, uno dei presenti cominciò a parlare con una voce che non era la sua. Il Gran cancelliere dell’Ordine trascrisse tutto ciò che il fratello diceva: fu pubblicato nel 1976 in un libro intitolato, appunto: “Le profezie di Papa Giovanni”. Il fratello, infatti, era Angelo Roncalli, all’epoca Arcivescovo di Mesembria che, più tardi, ascenderà al trono papale col nome di Giovanni XXIII.

La morte di Papa Giovanni XXIII

Tre decenni più tardi, il 23 maggio 1963, venne pubblicamente annunciato che il papa soffriva di un cancro allo stomaco. Una settimana dopo, papa Roncalli moriva a Roma. Non aveva voluto farsi operare, temendo che il Concilio Vaticano II, che si teneva in quel momento, potesse prendere una strada diversa da quella stipulata. Egli morì senza vedere conclusa la sua opera, che lui stesso considerava “l’aggiornamento della Chiesa”. Monsignor Higinio Alas ci ha assicurato che poco prima di morire gli chiesero di quell’incontro e che egli rispose che questo lo portava nel cuore: «Quando il Papa stava per morire qualcuno gli chiese di quell’evento e lui disse che questo se lo portava nel cuore, che non l’avrebbe ancora rivelato».
Nella memoria di migliaia di persone in tutto il mondo questo pontefice è ricordato come il “Papa buono” ed è onorato anche da molte associazioni protestanti come un riformatore cristiano. Higinio Alas Gomez ha detto che l’incontro del santo Padre con quell’essere non umano certamente aprì la sua mentalità: «Il Papa era già un grande visionario ma questo gli aprì molto più profondamente la sua mentalità, la sua visione, la visione cosmologica e il desiderio che la Chiesa si aprisse molto più pienamente verso l’umanità».
Sua santità Giovanni XXIII fu beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000, assieme a Papa Pio IX. La sua festa liturgica rimase fissata per l’11 ottobre, giorno dell’apertura del Concilio Vaticano II. Quando fu riesumato, nell’anno 2000, si vide che il suo corpo era totalmente incorrotto. I suoi resti attualmente riposano nella Basilica di San Pietro, a Roma.

Il prof. Santiago Aranegui

La notizia (di cui si parla nel video) è stata riferita anche da Santiago Aranegui (Architetto e professore della “Escuaela de Arquitectos de la Universidad de Miami Dade College) a Tribuna Virtual (vedi immagine sopra), con alcuni dettagli in più: “È accaduto nell’anno 1961 e fu rivelato dal suo segretario personale e assistente papale, che però lo fece vent’anni dopo la morte del Papa e lo fece per iscritto e, inoltre, lo fece ad un periodico inglese.
(N.d.R. – Evidente, a questo punto, l’ennesima incongruenza del video poiché, nella ricostruzione del reporter Johanan Díaz si dice chiaramente che fu uno dei suoi segretari papali e non, dunque, il segretario personale e assistente papale).
E usò più o meno queste parole (Il prof. Aranegui sta qui riferendo le parole usate dall’autore del disclosure nel riferire la vicenda al giornalista inglese che lo avrebbe intervistato) : “C’eravamo io e il Papa Giovanni XXIII che stavamo passeggiando nel giardino di Castel Gandolfo, una notte del mese di luglio del 1961, quando notammo sopra le nostre teste un oggetto molto luminoso. Aveva la forma ovale e aveva molte luci intermittenti di colore azzurro e ambra. La nave sembrò volare sopra le nostre teste per qualche minuto per poi atterrare sul prato nel lato sud del giardino di Castel Gandolfo. Uno strano essere uscì dalla nave: aveva la forma umana con la differenza che appariva contornato da una specie di luce che sembrava emanare dal suo corpo e che le orecchie erano un po’ più grandi delle nostre. Sua Santità ed io ci inginocchiammo: non sapevamo cosa mai stessimo osservando, ma capimmo che qualsiasi cosa fosse, non apparteneva a questo mondo: pertanto, doveva essere un avvenimento celestiale. Pregammo e quando alzammo la testa l’essere era ancora lì, in piedi. Questo confermò che non si trattava di una visione ma di un essere assolutamente in carne ed ossa o, comunque, vivo. Il Santo Padre si alzò e si incamminò verso l’essere. I due rimasero circa venti minuti di fronte l’uno all’altro, li si vedeva gesticolare come se stessero parlando ma non si sentiva suono di voci. Poi l’essere si girò e camminò verso la sua nave, poi si sollevò. Sua Santità girò la testa indietro, verso di me, dicendo queste parole:”I figli di Dio sono dappertutto, anche se, a volte, abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri stessi fratelli“.
Giovanni XXIII non gli volle mai raccontare che cosa si dissero in quell’occasione. Dopo che l’esser extraterrestre – dico io – tornò alla sua nave e lasciò il Papa e il sottoscritto, riprendemmo a passeggiare come se non fosse successo niente. Lui non disse mai nulla di dischi volanti ma sono sicuro che entrambi avevamo nella mente che questi visitatori extraterrestri venivano molto spesso.
Diverse volte, dopo questo fatto, sua Santità e il suo segretario passeggiarono insieme nel giardino guardando il cielo. Si tratta di un’esperienza molto impressionante – dico io adesso -che per qualcuno lascia aperto l’interrogativo ma che, per altri, è la conferma che anche in passato ci furono contatti nei tempi biblici…
(Qui ha termine il testo del video)

Una profezia di Papa Giovanni XXIII

Nel libro di Pier Carpi (ED. Mediterranee, 1976) “Le profezie di Papa Giovanni”, a pag. 154 ha inizio la profezia di seguito descritta, riportata in diversi siti web utilizzando anche parole diverse da quelle scelte dall’autore ma mai citando correttamente la pagina. La nostra impostazione rimane conforme all’originale.
– In sette dalla Grecia per il mondo, dopo la visione. E nuove parole conquisteranno la terra.
– Ripetute dal Cristo.
– Ripetute dai suoi nuovi figli. Sarà momento di risveglio e di grandi canti.
– I rotoli verranno trovati nelle Azzorre e parleranno di antiche civiltà che agli uomini insegneranno antiche cose a essi sconosciute. La morte sarà allontanata e poco sarà il dolore.
– Le cose della terra, dai rotoli, parleranno agli uomini delle cose del cielo.
– Sempre più numerosi i segni.
– Le luci nel cielo saranno rosse, azzurre, verdi, veloci. Cresceranno.
– Qualcuno viene da lontano, vuole incontrare gli uomini della terra.
– Incontri ci sono già stati. Ma chi ha visto veramente ha taciuto.
– Se si spegne una stella è già morta. Ma la luce che si avvicina è qualcuno che è morto e che ritorna.
– Nelle carte del sotterraneo di ferro di Wherner, segrete sempre, la risposta, allo scoperto. Il tempo non è quello che conosciamo.
– Abbiamo fratelli vivi, fratelli morti. Non siamo noi stessi, il tempo ci confonde.
– Benvenuto Arthur ragazzo del passato. Tu sarai la prova. E incontrerai il Padre della Madre.

Interpretazione della profezia

A questo punto, il Carpi fornisce la propria interpretazione della profezia.
La prima frase parla di un avvenimento mistico che ha origine in Grecia, da dove partiranno sette discepoli con l’impegno di portare le nuove parole di Cristo nel mondo. Si risveglierà il messaggio cristiano. Ci sarà anche un altro avvenimento, destinato a sconvolgere le certezze scientifiche. Nelle Isole Azzorre verranno ritrovati dei rotoli che, una volta interpretati, parleranno delle civiltà precedenti, ancora del tutto sconosciute. Grazie a questa scoperta, la scienza potrà progredire di molto nel campo della medicina e verrà scoperto un modo per allungare di molto la vita media delle persone.

(N.d.R. – Ricordiamo che l’arcipelago delle Azzorre è formato da nove isole vulcaniche al centro dell’Oceano Atlantico ed è l’ultimo lembo d’Europa in quanto appartengono al Portogallo, da cui distano circa 1.500 km mentre sono a circa 5.000 Km dal Nord America. Atlantide era un ipotetico grandissimo continente sprofondato nella notte dei tempi proprio al di là delle colonne d’Ercole, nelle acque dell’attuale Oceano Atlantico. Per la scienza ufficiale non ci sono prove che testimonino la presenza di Atlantide oltre lo stretto di Gibilterra ma per la geologia e la paleontologia si ipotizza che fosse emerso nell’Oceano Atlantico un continente intermedio, che avrebbe svolto il ruolo di ponte naturale. Esso avrebbe occupato la zona corrispondente oggi alla Groenlandia, all’Islanda, alle Azzorre, alle Canarie e a Madeira, in parte considerate, da alcuni ricercatori, come le cime delle montagne della sommersa Atlantide.
A favore dell’esistenza di Atlantide, proprio a nord delle Azzorre, potrebbero testimoniare sia i racconti di Platone che il ritrovamento, avvenuto nel 1898, da parte di una nave che cercava di recuperare un cavo che si era spezzato, di frammenti di una lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra il livello delle acque e in presenza dell’ atmosfera. L’ipotesi, dunque, dell’inabissamento di isole e di un intero continente è davvero assai reale).

Ritornando al nostro Pier Carpi, egli evidenziò come si potesse arrivare alle cose del cielo partendo dalla storia narrata in questi rotoli. Poi, ecco arrivare l’incredibile riferimento che fa indubbiamente pensare agli Ufo, poiché dal cielo giungeranno sempre più numerosi i segni, sotto forma di luci veloci e di vari colori che cresceranno in maniera continua, probabilmente di numero. Questi sono i segni premonitori di qualcuno che desidera incontrare gli abitanti della Terra, quindi è un essere sconosciuto e non umano. Nel passato si sarebbero già avuti degli incontri fra questi esseri provenienti da altrove e gli abitanti della Terra ma i fortunati che hanno avuto tali contatti hanno sempre taciuto.
La profezia fa quindi un riferimento ad un luogo sotterraneo e ad una persona, che potrebbe anche essere il famoso scienziato Wherner von Braun, purtroppo deceduto oltre trent’anni fa, nel 1977.

La nostra ipotesi

La nostra ipotesi è, invece, che si possa trattare di Werner Riegle (senza la “h”), il coordinatore tecnico del gruppo che si occupa del rivelatore “Alice” al CERN di Ginevra. Tale strumento, largo e lungo 20 metri, è uno dei quattro rilevatori collegati all’LHC (Large Hadron Collider), il nuovo acceleratore del CERN che, di fatto, è un gigante costituito da milioni di sensori, posto in fondo ad un buco rivestito di cemento e destinato sia a raccogliere i dati risultanti dallo scontro di particelle sia a scoperte che rivoluzioneranno la fisica in quanto il suo obiettivo è il Bosone di Higgs, altrimenti noto come “la particella di Dio”. Per arrivare ad essa si è dovuti scendere a 100 metri sotto terra, scavare un tunnel di 27 km dove vengono lanciati i fasci di protoni ad una velocità che è il 99,9999991% della velocità della luce. Dal 21 novembre 2009 sono riprese le sperimentazioni: qui la materia si disgregherà e per un istante tornerà allo stato che aveva alcuni miliardesimi di secondo dopo il Big Bang; sembra, però, che il dubbio che sta attanagliando alcune menti al Cern sia dovuto alla possibilità che tale esperimento possa dare origine ad un buco nero, del tutto incontrollabile.

Nelle frasi della profezia che seguono il riferimento a “Wherner”, secondo il Carpi vi potrebbe essere la spiegazione di tutto ma è di interpretazione criptica per cui ogni ipotesi rimane aperta.
Il Carpi vede nelle frasi “Il tempo non è quello che conosciamo. Abbiamo fratelli vivi, fratelli morti. Non siamo noi stessi, il tempo ci confonde” la scoperta di vite e mondi paralleli, che l’uomo riuscirà finalmente a penetrare. Parla della possibilità di incontrare esseri di altri mondi e poi si spinge anche più in la, nel tempo e nello spazio, allorquando pensa che sia possibile che vi siano contatti con esseri umani di diverse epoche poiché il Tempo sarebbe ben diverso da come viene concepito dall’uomo.

Una nostra riflessione, per la verità assai azzardata, ci potrebbe condurre anche al concetto che l’uomo, in conseguenza della possibilità concreta di creare in laboratorio un buco nero, venga a trovarsi di fronte alla possibilità concreta di dimostrare l’esistenza di almeno un mondo parallelo al nostro, nei quali vive un altro nostro “io” in un’altra realtà che, a questo punto, può ben definirsi “Ai confini della realtà”.

Il Carpi prosegue la propria riflessione con un’ipotesi ancor più azzardata di questa è scrive apertamente che a rendersi visibili all’uomo possano essere i primi testimoni della nascita del Cristianesimo o, addirittura, il Redentore in persona, in una sorta di rinascita generale della Cristianità. Infine, egli conclude le proprie osservazioni dichiarando che “in ogni caso, vi saranno grandi sconvolgimenti religiosi e sociali, a seguito di questi avvenimenti”. E il segno che tutto ciò accadrà sarà rappresentato dalla venuta, dal passato, di un giovane chiamato Arthur, il quale andrà direttamente ad incontrare “il Padre della Madre”, ovvero il Papa.

Conclusioni

Si conclude qui quella che riteniamo essere la prima parte della nostra indagine: siamo infatti convinti che dovremo scrivere la seconda, non solo in seguito alle indagini del bravissimo Cristoforo Barbato “Secretum-Omega”, assai interessante per la supposizione di un intruder all’interno delle vaticane vicende astronomiche ma, soprattutto, per la nostra chiara posizione di dubbio di fronte a molti aspetti formali del video che, però, diventano sostanza agli occhi di coloro che hanno supposto come credibile l’intera vicenda.