Cerchi nel grano: che cosa sono?

diavolomietitoreLa definizione “cerchio nel grano” oggi non viene quasi più usata specialmente dagli investigatori italiani, vista l’evoluzione che questa fenomenologia ha avuto ed i nuovi termini usati sono: pittogramma o agroglifo o più semplicemente glifo. Nei paesi anglofoni va ancora molto la definizione “crop circle” (Pr. cruòp sé:col) ma si sta facendo largo anche quella di “field circle” (Pr. fi:ld sé:col). Con il termine di “PITTOGRAMMA” si sta ad indicare un disegno usato in pittografia, ovvero quella particolare tecnica di scrittura che usavano gli uomini dell’Età della Pietra per rappresentare idee e fatti. Con il termine di “AGROGLIFO” si indica, invece, un intaglio in quanto la parola risulta composta dal termine “agro“, derivante dal greco “agros” e significante un campo messo a coltura, e dalla parola “glifo“, sempre derivante dal greco “glufe” e significante un intaglio. Infine, col termine di “GLIFO” si indica quell’incavo a sezione tonda che viene apposto come fregio architettonico nel capitello superiore della colonna dorica, a struttura liscia. L’orientamento dell’attuale ufologia è dunque quello di adottare la parola “AGROGLIFO” per indicare un’incisione in una qualsiasi coltivazione.

Alle origini del fenomeno

Il primo documento ufficiale in cui si parla di un fatto riferito in maniera esplicita a qualcosa accaduto all’interno di un campo di grano risale al 1678 (http://cropcircleresearch.homestead.com/the-mowing-devil.html#anchor_14). In quell’anno nella contea di Hartfordshire venne pubblicato un breve racconto in cui si narrava di un diavolo che falciava il grano. L’ufologia classica ha sempre citato questo testo come ciò che stava alle origini del fenomeno dei glifi, ma dimenticando di sottolineare il fatto che si trattava solo di un’opera letteraria e non di un fatto realmente accaduto. Infatti, con l’argomento dei cerchi nel grano andremo ad affrontare una presunta fenomenologia ufologica del tutto indifendibile per noi del Centro Ufologico Ferrarese.

La posizione del CUF

Ovviamente, presenteremo tutta la vastissima fenomenologia che fa da corollario a questa spettacolare manifestazione di presunta natura ufologica, ma i nostri lettori devono sapere in maniera chiarissima qual è il nostro punto di vista: dopo aver analizzato quanto accaduto nel mondo in proposito ed aver indagato diversi agroglifi, abbiamo abbracciato l’ipotesi umana: non c’è nulla di alieno nei cerchi nel grano ma solo coraggio, fantasia, ingegno e … tantissima manodopera umana. Infatti, non è sufficiente avere la sola fantasia per stimolare l’umana curiosità, ma occorre davvero una dose abbondante di ingegno per lavorare tutte quelle ore al buio ed una quantità di manodopera davvero ragguardevole per “incidere nel grano” un qualcosa di diverso da un semplice cerchio o da una normale circonferenza. Inoltre, non è assolutamente credibile l’ipotesi che gli alieni si scomodino per realizzare un pittogramma o un semplice glifo circolare sulla Terra, che è un puntino invisibile all’interno della sola nostra galassia (Via Lattea), la quale, a sua volta, è poco più di una nullità nello sterminato spazio cosmico.

strumenti-circlemakersPer indurre a credere all’ipotesi aliena, la troupe umana che ha deciso di lasciare un’opera d’arte di questo tipo deve mettere in campo davvero tante cose: ore di osservazione del campo, del traffico e dei proprietari, ore di progettazione del disegno e ore rubate al sonno per la realizzazione di un’opera che andrà contro la rabbia dei proprietari del campo, per il danno evidente alle colture, e sfiderà articoli del codice civile e del codice penale per “manifestazione notturna non autorizzata” e per “accesso non autorizzato a proprietà privata”.

I circlemakers

two-circlemakerscirclemakers-notteInfatti, i circlemakers, o coloro specializzatisi nell’arte della creazione degli agroglifi, con lo scopo di lasciar intendere che siano stati gli alieni, si sono svelati al grande pubblico all’inizio degli anni 2000, dopo che gli studiosi del fenomeno ebbero a dichiarare, con Andrew Collins in testa, che almeno l’80% della fenomenologia era a loro imputabile. Già nel 1990 era accduto un fatto che ebbe certamente la sua importanza in tal senso: dopo che da circa un decennio tutti parlavano dei crop circles, alcuni membri dell’associazione ufologica francese denominata VECA (Voyage Etude Cercles Angles) si appostarono fra le colline di Westbury e fecero una scoperta davvero importante: una notte, usando una telecamera infrared, filmarono delle persone che si stavano comportando in modo strano tanto che il giorno seguente in quel campo venne scoperto un agroglifo. fra le colline Essi hanno deciso non solo di far conoscere al grande pubblico questa nuovissima professione di comunicare tutte le tecniche da loro adottate per eseguire i calcoli matematici di base, i calcoli trigonometrici per le realizzazioni complesse, i calcoli per entrare ed uscire dal glifo senza lasciare traccia alcuna, le modalità per piegare le spighe in maniera diversificata nonché i metodi per la gestione di tempi necessari, chiarendo che il loro unico obiettivo era quello di dimostrare di essere talmente abili da annebbiare la mente dei migliori ufologi. Ovviamente, nel corso degli anni i circlemakers si sono allenati un po’ su tutti i generi di “supporti”, quindi non solo colture estensive, ma anche colline innevate, laghi e fiumi ghiacciati, strade e perfino sabbie di spiagge e deserti.