Avvistamenti di U.S.O.

ufo-usoTra i primi avvistamenti ufologici di cui abbiamo notizia certa vi è quello accaduto nel 329 a. C., all’intero esercito di Alessandro il Grande, mentre stava tentando di attraversare il fiume Indo: vennero visti da tutti due grandi dischi d’argento che emersero ripetutamente dalle acque e lasciarono fuoriuscire dai bordi fuoco scintillante. Il fatto spaventò così tanto i suoi elefanti da guerra, i cavalli e gli uomini che essi smisero di attraversare il fiume e ripresero solo il giorno seguente. Alessandro ne rimase tanto impressionato che per ben sei anni si dedicò all’esplorazione del fiume, alla ricerca delle “Campane subacquee”. Le prime notizie hanno identificato il fiume Jaxartes come quel fiume descritto da antichi cronisti, ma grazie anche alle ricerche compite da Bruno Mancusi e Alaksander Donski, sembra che si debba trattare del fiume Indo.

5 agosto 1958 – Brijuni, Istria, Golfo di Venezia, Mar Adriatico

Il 5 agosto 1958, nelle acque antistanti il porto istriano della cittadina di Brijuni (Brioni), accadde un fatto incredibile che, ancor oggi non trova spiegazione. Accadde, infatti, che durante un colloquio ufficiale tra il generale Tito, presidente della Yugoslavia, ed il presidente egiziano Nasser, all’improvviso si innalzarono altissime colonne di acqua.

Marzo 1963, Puerto Rico, Mar Caraibico, Oceano Atlantico

Nel marzo del 1963 un’imponente flotta statunitense fu impegnata in un’importante esercitazione militare. Mentre le navi si trovavano ad un centinaio di km dalla isola di Porto Rico, un sottomarino iniziò ad inseguire un misteriosissimo oggetto che stava viaggiando all’incredibile velocità di 150 nodi (circa 280 Km/h) e ad una profondità tuttora interdetta anche alla tecnologia supersegreta: 20.000 piedi. Questi valori sono lontani anni luce da quelli espressi dalla modernissima tecnologia presente nei sottomarini nucleari di ultima generazione: circa 45 nodi di velocità e poco più di 7.000 piedi di profondità.
Oltre a ciò, sembra che per tutti i quattro giorni di durata delle manovre diverse navi ebbero modo di intercettare misteriosi oggetti volanti. Così venne stilato un esaustivo rapporto dell’accaduto e venne inviato al Comandante in capo della flotta atlantica ma sembra che non sia poi stata presa nessuna decisione operativa al riguardo.

11 ottobre 1967 – Triangolo delle Bermuda, Oceano Atlantico

Quella notte Cristoforo Colombo si trovava a bordo della Santa Maria e, subito dopo aver superato completamente quella zona di mare ora identificata col nome di “Triangolo delle Bermude”, accadde qualcosa di così strano che egli ritenne di lasciarne memoria ai posteri, riportando tutto sul suo diario. Dalla nave si videro delle misteriosi luci che si illuminavano sulla superficie del mare. Egli le descrisse come oggetti che compivano un movimento simile al tremolio delle candele di cera, che prima diedero l’impressione di sorgere e quindi di tramontare, chiara allusione a qualcosa che fuoriuscì dalla acque e poi vi si rituffò . Col senno di poi, si pensa che non avrebbero potuto essere le luci di un accampamento, poiché la terraferma era ancora lontanissima.

12 novembre 1887 – Cape Race, Terranova , Oceano Atlantico

Il capitano Moore, mentre si trovava in navigaportaerei-Wasp, zione presso Cape Race, a Terranova, a bordo della nave che stava comandando, osservò per circa cinque minuti una grande sfera di fuoco nell’atto di salire dalle acque, raggiungere una quota di circa 10 m e portarsi innanzi la nave e partire verso il cielo a velocità folle.

Anno 1963, Mare del Nord

In un mese imprecisato del 1963, mentre si trovava in navigazione in una zona imprecisata delle acque del Mare del Nord, scortata dall’intera sua flotta costituita da ben dodici navi, la portaerei americana Wasp venne inseguita per quattro giorni da un oggetto sottomarino che viaggiando all’incredibile velocità di 150 nodi, cioè circa 280 km/h ( una velocità quattro volte superiore al più veloce sottomarino militare in uso nel 2007 ma quasi cinque volte superiore ai migliori sottomarini militari di quel periodo), era certamente un Uso. Inoltre, l’oggetto era in grado di compiere manovre tali da essere definite “evoluzioni subacquee” vere e proprie, tali da compiere in pochissimo tempo discese e risalite di migliaia di metri.

13 aprile 1964, Totthenam, England, Canal Lee

L’episodio viene ricordato da diversi siti ufologici poiché, forse, vi fu un incidente ufologico in cui venne coinvolta una persona. Un certo signor Bob Fall, conducente di autobus, mentre era alla guida del suo mezzo in orario di servizio ebbe uno stranissimo incidente. Riferì che un oggetto sigariforme, dopo avergli tagliato la strada andò a sbattere prima contro un ostacolo poi spezzò i cavi telefonici e, infine, finì nelle acque del Canal Lee in un punto in cui esso costeggia la strada. Subito avvertita dell’incidente, la Polizia condusse indagini approfondite, dragando addirittura il fiume ma senza trovare alcunché. Si pensò, così, che il sig. Fall avesse, in realtà, incrociato uno stormo di uccelli acquatici ma non si riuscì, però, a dare una spiegazione logica sul come si fossero potuti spezzare in quel modo i fili telefonici.

12 marzo 1965 – Mare di Tasman, Nuova Zelanda

Il capitano Bruce Chatie, stava sorvolava la costa neozelandese col suo aereo, nel corso di un volo dall’aeroporto di Auckland a Kaitaia. Giunto nei pressi di Ahipara Harbour (Baia di Ahipara) vide, ad una decina di metri al di sotto della superficie chiarissima del mare, un corpo gigantesco di forma cilindrica. Osservandolo meglio, gli sembrò che fosse privo di qualsiasi struttura su quello scafo metallico lungo circa trenta metri e largo cinque.

14 marzo 1966 – Puerto Deseado, Oceano Atlantico

Il signor Carlos Corosàn, testimone di vista, dichiarò che il pomeriggio del 14 marzo 1966, verso le ore 16,00, vide un oggetto a forma di tubo, lungo una ventina di metri, nel momento di scendere sulla superficie del mare, a circa 15 chilometri a nord della località argentina di Puerto Deseado, a sud del Golfo Jorge. Egli disse che quell’oggetto privo di contrassegni evidenti e di finestrature, si lasciava dietro una scia fumosa, color grigio. Dopo aver tentato di immergersi, si udì un forte botto e ne seguì un fumo ancor più scuro del precedente al quale, dopo qualche secondo, seguì una nuova esplosione e l’oggetto questa volta scomparve tra i flutti.

9 gennaio 1967 – Lago Saint Claire, Michigan (USA)

Quello che accadde nel Lago di Saint Claire, nei pressi di Detroit, nel Michigan del Sud (USA) venne ritenuto dall’ufologia mondiale di grande importanza poiché i fratelli Jaroslaw (Dan e Grant), utilizzando una semplice Polaroid, riuscirono a scattare due fotografie di un oggetto misterioso che se ne stava volando lentamente al di sopra della superficie dell’acqua. Le foto vennero mostrate ad Hynek che le ritenne attendibili in quanto erano simili ad un oggetto avvistato nel 1959 a Buenos Aires.

1 settembre 1967 – Golfo di Santa Catarina, Oceano Atlantico

Il quotidiano “La Vanguardia”, il giorno 1 settembre 1967, narrò un episodio accaduto al capitano Julian Ardanza, al comando del mercantile argentino “Naviero”, mentre si trovava in navigazione in alto mare, all’altezza del Golfo di Santa Catarina, di fronte alla costa brasiliana: «… all’altezza della costa brasiliana… l’attenzione dell’equipaggio fu attratta da un oggetto luminoso e del tutto insolito, che sembrava navigare parallelamente al Naviero. Lo osservammo per 18 minuti».
Secondo le affermazioni di Julio Montoy (in altri testi è chiamato con un nome diverso: Julio Jorge Montoya) primo ufficiale e di numerosi marinai, l’oggetto emetteva una forte luminosità azzurra e sembrava procedere a pelo d’acqua ad una distanza di soli 15 metri da loro e ad una velocità di circa 30 nodi (55 km/h). Era di forma perfettamente cilindrica, senza torrette o altre strutture sullo scafo: «Era come un sigaro gigantesco», precisò il capitano del Naviero.
All’improvviso, accadde però che quella immensa forma cilindrica si immerse e si diresse verso il mercantile, quindi passò sotto la chiglia e riemerse a breve distanza. Infine, si allontanò ad una velocità apparente di 25 nodi lasciandosi alle spalle una intensa scia luminosa. Nonostante la velocità di spostamento e di allontanamento fosse simile a quella di un normale sottomarino militare, il capitano dichiarò con tutte le sue forze che: «Non era né un sottomarino né una balena!».

4 ottobre 1967 – Shag Harbor (Nova Scotia), Oceano Atlantico

Shag Harbor è tuttora un piccolissimo villaggio che si trova nella parte più a sud della Nova Scotia (Canada), quasi di fronte alla Cape Sable Island, ed è bagnata dalla acque dell’Oceano Atlantico che, in quel punto, non sono per nulla profonde e vengono chiamate, dalla gente del posto, semplicemente col termine di “Laguna di Shag”. Questo caso verrà trattato in maniera specifica nell’apposita sezione degli UFO Crashes dal 1961 al 1970 e qui ci limiteremo, pertanto, a dare un’informazione generale dell’accaduto.
Il quotidiano “The Chronicle-Herald “, nell’edizione del 7 ottobre 1967, riferì in prima pagina dell’incredibile UFO crash avvenuto a Shag Harbor verso le 23.20 (ora locale) del 4 ottobre 1967. Almeno undici persone dichiararono di aver visto un oggetto volante completamente illuminato volare basso e precipitare in direzione del porto (o “harbor” in inglese).
Un altro gran numero di testimoni ebbe a dire di aver udito come un fischio simile a quello di una “bomba in caduta” che si è poi trasformato in un sibilo penetrante per diventare, infine, un forte scoppio. Qualcuno aggiunse di aver notato un lampo di luce nel momento esatto in cui l’oggetto è entrato nelle acque di fronte al  Porto di Shag . In un primo momento, molti pensarono che avesse potuto trattarsi di un disastro aereo vero e proprio (aircraft crash). Tuttavia, nei documenti ufficiali degli anni successivi, ci si è sempre riferito a Shag Harbor come al caso di un “Ufo crash” vero e proprio. Il primo a riferire dell’incidente fu uno del luogo, tal Laurie Wickens. Egli, al momento dell’Ufo crash, si trovava in auto, sulla strada principale di Shag Harbor, in compagnia di quattro suoi amici ed ebbe a dichiarare di aver notato un grande oggetto discendere nelle acque del porto.
Anche altri residenti videro il momento della discesa in acqua e testimoniarono che quell’oggetto era lungo circa 60 piedi (cm 30,48 x 60 = m 18,60 ), aveva un angolo di discesa di circa 45 gradi e, inizialmente, mostrò alcuni lampeggi, forse quattro o cinque, poi emanò dei sinistri bagliori gialli. Quando, finalmente, i cinque amici suddetti poterono raggiungere un posto di osservazione migliore, poterono vedere distintamente un oggetto che se ne stava galleggiando nelle acque della laguna, ad una distanza di 250 o 300 metri dalla riva. Nonostante l’ora inoltrata e l’assenza di luce lunare, la visibilità era assai buona e la notte si mostrava sostanzialmente chiara. Infine, dopo tutti quei lampeggi prima del crash, l’oggetto mostrò un’unica luce gialla scintillante sulla sommità.
Dopo circa un’ora dal crash diverse imbarcazioni di pescatori locali si recarono in zona, alla ricerca di eventuali sopravvissuti poiché si pensò che fosse venuto giù un aereo. Giunti sul luogo dove era precipitato l’oggetto, tutti notarono una chiazza larga circa 80 piedi ( cm 30,48 x 80 = m 24,38 ) di schiuma color giallo e di aspetto oleoso. Sentirono poi che nell’aria c’era un forte odore di zolfo e videro risalire verso la superficie del mare delle misteriose bolle color rosato, come se qualcosa fosse andato a fondo. Durante questa prima ricerca non furono rinvenuti né sopravvissuti né corpi né rottami. Anche il vascello della Guardia Costiera, giunto un’ora dopo, non rinvenne nulla.
A due giorni di distanza dal crash, venne approntata una squadra speciale di sommozzatori che setacciarono tutto il fondo marino ma senza risultato alcuno. Tuttavia, un pescatore del luogo che seguì tutta le fasi di questa seconda ricerca, disse che essi recuperarono un frammento metallico, color alluminio chiaro, ma non erano sicuri che fosse appartenuto all’oggetto che si era eclissato nella laguna.
Notizie importanti emersero in seguito alle testimonianze di civili e personale militare che parteciparono ad un’importante opera di ricerca condotta da una piccola flotta di navi canadesi e americane che si attestarono nelle acque antistanti la cittadina di Shelburne, dove si sarebbe dovuta trovare una base sottomarina segretissima. Secondo quanto si disse al tempo, l’oggetto che si era apparentemente schiantato nelle acque della laguna, era già stato intercettato da un radar militare all’altezza della Siberia. Ma una volta sott’acqua, prese a muoversi liberamente verso nord e, giunto nei pressi della base segreta, rimase verosimilmente impigliato nelle reti subacquee poste a difesa della base stessa.
Tutte le navi suddette rimasero in zona per circa una settimana, sperando di intercettare quell’oggetto sottomarino. Purtroppo, da questo momento in avanti la realtà ha preso a mischiarsi con la leggenda e si è detto decisamente troppo al riguardo: alcuni sommozzatori affermano di aver rinvenuto diversi frammenti metallici, altri dissero di aver visto l’oggetto e di aver capito che non avrebbe potuto essere terrestre, altri ancora dichiararono che laggiù vi erano addirittura due oggetti, uno dei quali trainava l’altro.
Le ricerche navali ebbero termine il giorno 11 ottobre e per combinazione, proprio quella notte, alcuni testimoni dichiararono di aver visto un UFO alzarsi dal mare dal punto esatto dove si era inabissato il primo oggetto.

14 agosto 1968 – Golfo San Matiàs, Oceano Atlantico

Circa un centinaio di persone, distribuite lungo un tragitto di circa 700 km, riuscì a seguire le evoluzioni di cinque brillanti oggetti ellissoidali, emersi dalle acque del Golfo di Matìas (Costa argentina) e inabissatisi in quelle del Golfo San Jorge.

2 dicembre 1971 – Punta Norte, Oceano Atlantico, Argentina

Il 2 dicembre 1971 alcuni amici erano intenti a dare la caccia alle foche a nord della località argentina di Punta Norte del Cabo San Antonio, Baia di Samborombón. Poiché ne avevano già catturate diverse, uno di loro, Ricardo Jorge Espindola, iniziò a scattare alcunefiordo-di-sogne,  foto con un apparecchio dotato di pellicola a colori. All’improvviso, poco distante dalla costa, dalle acque emerse un oggetto scuro, di forma circolare, circondato da una nebbiolina rosata che, dopo essersi diretto verso di loro, prese di nuovo la direzione del mare e scomparve alla vista. Il caso volle che egli riuscisse a scattare la foto facilmente reperibile su Internet.

11 novembre 1972 – Fiordo di Sogne, Norvegia, Mare del Nord

Ciò che accadde in queste acque quell’11 novembre 1972 e nei quindi giorni successivi rimarrà una pietra miliare nella storia degli Ufo. Alcune unità della Marina Militare Norvegese avevano intercettato un misterioso oggetto sottomarino che si trovava nelle profondità di un profondissimo fiordo, nei pressi di Sogne. In brevissimo tempo venne schierata un’imponente apparato militare di ricerca, composto perfino da elicotteri progettati esclusivamente per l’individuazione di sottomarini e per dieci giorni gli fu data una caccia spietata. Secondo certi ricercatori, una nave militare aprì addirittura il fuoco contro ma l’oggetto (“…simply sank back down beneath the waves…”) semplicemente affondò ritirandosi nelle onde. Subito dopo si tentò con le bombe di profondità ma senza ottenere successo alcuno. Venne poi progettato un minuzioso piano che prevedeva la chiusura totale del fiordo, tuttavia quel misterioso ospite sottomarino eluse ogni tentativo di cattura e dalla mattina del 20 novembre non vi fu più nessuna apparecchiatura militare in grado di intercettarlo fra quelle fredde e profondissime acque. Secondo una fonte americana esso aveva una forma di sigaro ed era assai grande e silenzioso. Secondo altri ricercatori, sembra che qualcuno, quella mattina del 20 novembre, lo abbia addirittura visto uscire dalle acque.
Dell’incredibile vicenda di Sogne si interessò la stampa di tutto il mondo che creò, appunto, l’acronimo di USO.

30 aprile 1976 – Lago Siljan, Mora (Svezia)

Il Lago Siljia è un grande lago che si trova nella Svezia del Sud, a nord di Stoccolma. Qui accadde un fatto stranissimo, difficilmente rapportabile ad una spiegazione logica stante la velocità dell’oggetto: attorno a 100 km/h circa. Infatti, tre persone ebbero a dichiarare che il pomeriggio del 30 aprile 1976 ebbero modo di notare un oggetto volante, dalla forma sigariforme e dal colore grigio scuro, nell’atto di scivolare assai velocemente sulla superficie ghiacciata. Visto in lontananza, l’oggetto diede loro l’impressione di immergersi nelle acque. Una successiva indagine rivelò la presenza di una traccia, chiaramente delineata, larga circa 3 metri e profonda una ventina di cm.

26 luglio 1980 – Ihla Fernando de Noronha, Oceano Atlantico

Il 26 luglio 1980, mentre il rimorchiatore “Caioba Seahorse” era in navigazione nell’Oceano Atlantico, ad un centinaio di chilometri di fronte alla città di Natal ma non distante dall’isola “Ihla Fernando de Noronha”, ebbe ad incrociare un oggetto scuro, immobile sulla superficie dell’acqua, del diametro apparente della parte emersa, di circa un dieci metri. La nave tentò immediatamente di modificare la propria rotta proprio nel momento in cui stava sopraggiungendo, volando, uno strano oggetto luminoso, emanante luminosità che variava continuamente di colorazione. Essi notarono così che tutta quella luce era emessa da un oggetto dalla forma ovale che si fermò ad alcune decine di metri sopra di loro, senza emettere alcun rumore. A quel punto, tutte le persone a bordo del mercantile videro distintamente che si trattava di un Ufo che iniziò una lenta manovra di discesa sul primo oggetto scuro, ancora fermo sull’acqua. Non appena vi fu il contatto tra l’UFO e l’USO, il primo spense tutte le luci ed entrambi iniziarono una manovra di risalita che durò alcuni minuti e poi scomparvero sull’orizzonte. Tutte le persone dell’equipaggio, una volta in porto, si recarono a testimoniare alle autorità brasiliane quanto avevano osservato.

Giugno 1984 – Stretto di Gibilterra, Mare Mediterraneo

Questa testimonianza è stata rilasciata alla rivista russa “Zagadki Skinska” di Odessa, da Alexander G. Globa, un marinaio che si trovava imbarcato sulla nave-cisterna russa “Gori”, la quale era in navigazione ad una ventina di miglia dallo Stretto di Gibilterra.
Attorno alle 16.00, mentre egli si trovava accanto al vice comandante S. Bolotov, notò un oggetto di vari colori che sembrò fermarsi verso la poppa della nave. Il suo superiore iniziò così ad osservare con il cannocchiale quella misteriosa fonte luminosa e quando si rese conto che si trattava di un disco volante chiamò l’intero equipaggio ad osservarlo. Per Globa, invece, che pure stava osservando l’oggetto col proprio cannocchiale, si trattava invece di un oggetto a forma di padella rovesciata, la quale mandava in continuazione riflessi grigio-metallici.
Poiché egli ebbe modo di osservarlo per molto tempo, ne fece una descrizione ricchissima di particolari. Notò che nella parte inferiore l’UFO aveva una forma arrotondata, del diametro di una ventina di metri, dalla quale si dipartivano protuberanze ondulate e aderenti al rivestimento esterno. Disse che tutto il corpo centrale era come formato da due semidischi, il più piccolo dei quali posto nella parte superiore, ed entrambi davano l’impressione di roteare attorno all’asse centrale ma in direzioni opposte. Inoltre, la parte più centrale sembrava come ricoperta da una strana forma triangolare che, a sua volta, dava l’impressione di girare come la parte superiore e quella inferiore ma ad una velocità assai più lenta. Notò anche che sulla parte inferiore vi era una specie di tubo assai risplendente, di un vivo color rosso. Gli sembrò poi di distinguere abbastanza chiaramente un’estesa fonte luminosa distribuita lungo la circonferenza del disco inferiore il quale si mostrava del tutto liscio, di color tendente al rosso vermiglio e con una vistosa macchia rotonda posta proprio al centro, in maniera tale da far pensare che rappresentasse una specie di nucleo.
Ad un certo momento l’UFO iniziò diverse volte un movimento ascensionale e tutte le sue luci presero a brillare sempre con maggior intensità in tutta la parte centrale. Poi, allorquando si stava avvicinando una nave mercantile araba, l’UFO si inclinò leggermente sulla destra ed iniziò la partenza vera e propria. Tutte le persone imbarcate sulla seconda nave videro l’accaduto.

14 giugno 1992 – Baia di Santa Monica, Oceano Pacifico

Il Canale televisivo americano “The History Channel” ha trasmesso negli USA un documentario riguardante il problema degli USOs. Nel realizzarlo, si è cercato di mettere a confronto le possibilità operative degli USO e quelle dei sottomarini e si sono andati ad intervistare i migliori ufologi americani. Il ricercatore californiano Preston Dennet ha dichiarato che nel 1992 sono stati avvistati centinaia di UFO nei pressi dei Monti di Santa Monica (California) e molti di essi sono stati osservati mentre si alzavano in volo dalle acque dell’Oceano Pacifico: se ne sono contati oltre duecento.

8 ottobre 2002 – Isola di Puerto Rico, Mar Caraibico

Tutta l’Isola di Porto Rico, da tempo, è sede di avvistamenti ufologici ed usologici clamorosi, la cui notizia ha sempre fatto il giro del mondo. Qui, il prof. Reinaldo Rios Ayala, noto ricercatore portoricano, il 19 agosto 2005 ha annunciato la costruzione del primo “Ufoporto” al mondo, i cui lavori sono iniziati nel successivo mese di ottobre. Il sindaco della città, Marcos Irzarry, dopo una riunione della giunta, ha approvato il progetto esecutivo e la sua amministrazione si è impegnata economicamente nella realizzazione dell’impianto sia perché desidera essere punto di riferimento per eventuali visitatori alieni sia per trarne un evidente vantaggio turistico per la città e per l’isola tutta. Alcuni rappresentanti del governo hanno commentato positivamente la notizia.
Sulla Sierra Bermeja è stata costruita una gigantesca piattaforma ovale, con un faro montato su una piramide. La pista ovale si estende per centinaia di metri ed è dotata di tutte le attrezzature utili ai visitatori alieni. Sul luogo sorge anche un osservatorio ufologico, una postazione televisiva ed è in fase di ultimazione un’apposita tribuna da 500 posti riservata alle autorità terrestri, ai militari, agli scienziati ed alla stampa nel caso che si verifichi il grande incontro. In attesa di ciò, la località si è già posta come attrattiva mondiale, alla pari di Rooswell.
In zona sono tantissime le persone che dicono di essere in contatto telepatico con gli extraterrestri ed alcuni affermano anche di essere stati a bordo dei loro velivoli spaziali. La zona è stata scelta perché proprio in quel luogo, nel 1997, vi è stato l’atterraggio di un UFO.
Bene, ma se tutto questo scenario ha potuto realizzarsi è grazie anche ad avvistamenti come quello segnalato il giorno 8 ottobre 2002, allorquando un poliziotto della zona, accompagnato da Carlos Torres, un membro del gruppo ufologico denominato “Project Argus”, si sono recati all’interno della riserva naturale nel sud dell’isola, denominata “Laguna Cartagena” ed hanno potuto vedere un USO color rosso incandescente che si è parato dinnanzi a loro, si è quindi alzato appena al di sopra del terreno e si è letteralmente infilato nel lago dal quale era precedentemente uscito. Ricordiamo che la zona a maggiori avvistamenti è proprio questa stupenda riserva naturale. Dopo due anni, il 20 novembre 2004 gli stessi ufologi locali sono riusciti a produrre anche un video di un USO nell’atto di emergere dalla laguna e spiccare il volo.

Una flotta della Marina Militare degli Stati Uniti è perennemente alla fonda, al largo dell’isola, ufficialmente per compiere test ed esperimenti scientifici con palloni aerostatici e palloni sonda di ogni tipo; tuttavia, gli ufologi locali sospettano che gli americani siano lì esclusivamente per osservare da posizione privilegiata l’attività degli USO e degli UFO all’interno della “Laguna Cartagena”.