Acqua su Encelado

enceladus-acqua-pennacchiGli scienziati europei della missione congiunta NASA/ESA Cassini, sono riusciti ad individuare la presenza di sali di sodio nei grani di ghiaccio dell’anello E di Saturno, che è per gran parte costituito da materiale che proviene dalle nubi di vapore acqueo e dai grani di ghiaccio prodotti da Enceladus o Encelado, uno dei tantissimi satelliti di Saturno.
La scoperta è per noi ufologi interessantissima poiché con la presenza di ghiaccio salato vi è la chiara indicazione che questa piccolissima luna conserva sotto la sua superficie una riserva di acqua liquida, la cui entità totale è tutta da scoprire anche se, teoricamente, potrebbe essere addirittura un vero e proprio oceano.
La scoperta, a dir il vero, non è proprio recente ma risale al 2005 allorquando la sonda Cassini scoprì nubi di acqua e ghiaccio, formate dalle fratture presenti nel Polo Sud di Encelado, dalle quali fuoriescono minuscoli granelli di ghiaccio e vapore, parte dei quali sfuggono alla gravità del satellite e vanno a confluire nell’anello E, il più esterno di Saturno.

Ora, i suddetti sali di sodio sono stati analizzati dall’apposita strumentazione di polveri cosmiche della sonda Cassini, coordinato da Frank Postberg, e sono poi stati esaminati da Ralf Srama e da altri ricercatori del Max Planck Institute for Nuclear Physics, di Heidelberg (Germania). Postberg, il 25 giugno del 2009, riuscì a pubblicare il suo studio sulla prestigiosa rivista Nature. In tale studio si evidenziava che su Encelado doveva essere presente acqua allo stato liquido perché solo così si sarebbe potuto spiegare “il massiccio scioglimento di minerali che ha determinato i livelli di sale rilevati”. Il ricercatore ebbe poi a dichiarare: «Le nostre misurazioni indicano che, oltre al sale da tavola, i grani contengono anche carbonati come la soda: entrambi gli elementi in concentrazioni tali da essere compatibili con la probabile composizione di un oceano su Enceladus“.
Saturno fu visitato per la prima volta dalla sonda Pioneer 11 nel 1979 e nei due anni seguenti dalle sonde Voyager 1 e Voyager 2. Tutte e tre le sonde eseguirono dei fly-by, ovvero si limitarono a passare accanto al pianeta e proseguire oltre. La sonda Cassini-Huygens ha come scopo principale l’esplorazione del sistema di Saturno e in particolare della sua luna Titano. Essa è arrivata il primo luglio 2004 ed è da allora in orbita attorno al pianeta. La stessa missione ha permesso di osservare, nel 2005, laghi e fiumi di metano liquido sulla superficie di Titano, e nel 2006 sbuffi di vapor d’acqua emessi dalla superficie del satellite Encelado: si è trattato, dunque, della prima osservazione certa di acqua non ghiacciata al di fuori della Terra.

La composizione dei pennacchi suggerisce che sotto la superficie vi sia un oceano salato o almeno cavità contenenti acqua salata. E poiché la sonda Cassini ha trovato tracce di componenti organici in alcuni granelli di polvere vien da dire, senza paura di essere smentiti, che lassù quella luna saturniana possa davvero ospitare vita extraterrestre.