Misteri: siamo stati sulla Luna?

Untitled 0Almeno quattro libri contro solo in America: “We never went to the Moon“, di B. Kaysing, “Was it only a paper Moon“, di R. René, “Did Nasa Moon America” dello stesso R. René, “Moongate” di B. Brian. Ognuno di questi autori considera aspetti diversi nell’affrontare il problema dell’atterraggio sulla Luna di terrestri e si pone una serie di interrogativi ai quali, o la NASA stessa o insigni studiosi cercano di fornire risposte credibili. A dir il vero quasi tutte sono accettabili ma alcune lasciano non pochi dubbi.

Il libro di Kaysing

Partiamo dal libro di Kaysing, un anziano ingegnere californiano che pubblicò il suo libro nel 1976. Egli ha lavorato per sette anni (1956-1963) come responsabile per le pubblicazioni tecniche del Dipartimento di Ricerca di Rocketdyne (Santa Susana), lo stesso che ha fornito il motore per le missini Apollo. Egli sostiene i seguenti punti:
1) all’inizio degli anni ’60 uno studio della NASA aveva sentenziato che la probabilità di portare un uomo sulla Luna era pressoché nulla: egli sostenne che lo studio commissionato sette anni prima del 1969 parlava di 0,0017 possibilità su cento di portare l’uomo sulla Luna. Ma a queste sue affermazioni gli esperti hanno risposto che con l’apparecchio fotografico che era in dotazione, a soli otto ingrandimenti, era praticamente impossibile vedere le stelle; inoltre, a quel tempo, non si avevano pellicole così sensibili da registrare la debole luce delle stelle, tenuto anche conto della capacità luminosa del suolo.

2) La NASA inscenò le missioni solo per denaro e ciò è testimoniato da una serie di anomalie contenute nelle pubblicazioni ufficiali della NASA, nelle trasmissioni televisive e nelle fotografie diffuse. Secondo lui, nelle foto lunari si vedrebbe un cielo senza stelle, ma la cosa appare strana perché, in assenza di atmosfera, esse si dovrebbero vedere meglio; inoltre, sempre nelle suddette foto, non si vedrebbero né crateri né grossi spostamenti di terreno lunare nella zona dove è posizionato il modulo lunare di atterraggio dell’Apollo 11.
Gli esperti della NASA gli hanno risposto sottolineando che l’allunaggio del LEM è avvenuto planando nella maniera più delicata possibile, come hanno ben mostrato le immagini televisive trasmesse in diretta mondiale, in una zona dove la roccia affiorava in superficie e quindi, al massimo, si sarebbe dovuto spazzare leggermente via una sottilissimo strato di polvere lunare.

I libri di René

Secondo le sue teorie gli astronauti avrebbero dovuto indossare una protezione di due metri di spessore altrimenti sarebbero stati bruciati dalle radiazioni durante il viaggio verso la Luna.

Il libro di Bryan

Concludiamo con il libro di Bryan, un ingegnere nucleare il quale sosteneva che la Luna ha una propria atmosfera, con una gravità simile a quella terrestre. Egli non negava l’ipotesti di Kaysing ma affermava che difficilmente la NASA, con la tecnologia di cui era in possesso, avrebbe potuto portare gli astronauti lassù. La sua idea era quindi che la missione fosse avvenuta solo grazie all’utilizzo di retrotecnologia aliena proveniente da navicelle extraterrestri cadute sulla Terra ed entrate in possesso dei militari.

Altri dubbi

Naturalmente, non ci sono state solo queste persone a mettere in dubbio l’avvenimento e tante altre domande sono sopraggiunte col trascorrere del tempo, quali, ad esempio:
1 Perché quelle strane ombre degli astronauti?
2 Perché quell’impossibile sventolio della bandiera in assenza di atmosfera?
3 Perché quell’orizzonte così vicino, simile a quello creato nei set cinematografici?
Anche qui vi sono le state le attese risposte dalla NASA. Le strane ombre erano dovute ai diversi faretti appesi al modulo di allunaggio e alle molte anomalie create dalle irregolarità della superficie lunare. L’apparente sventolio della bandiera era invece dovuto alla pessima qualità della ripresa e, soprattutto, al susseguirsi lento dei fotogrammi; infatti, in assenza di gravità, avrebbe dovuto afflosciarsi mentre, nella realtà, tutti la vedevano ben distesa… il trucco è consistito nel sostenerla con un’anima metallica posteriore. Infine, l’orizzonte così vicino era un fatto del tutto naturale in quanto il diametro lunare è un quarto di quello terrestre e le foto giunte sulla terra sono prive di qualunque punto di riferimento (costruzioni, piante, monti).