Le linee ortoteniche

linee-ortotenicheLe linee ortoteniche sono il frutto principale degli studi ufologici del defunto ing. Michel Aimé, resi pubblici nel suo libro del ’58 “Mystérieux Objets Célestes“. Egli ha aperto il fronte dell’osservazione dei luoghi dove, più di frequente, si assiste al passaggio dei velivoli extraterrestri ed ha chiamato questo ramo della ricerca ufologica con la parola greca “ORTHOTENÒS“, ovvero “posto in linea retta“.

Il flap francese del 1954

Linea-BAVICPer giungere a tale ragionamento egli fece un attento studio sul grande flap francese del 1954 durante il quale non si assistettero solo a centinaia di avvistamenti ma vi furono anche diversi testimoni che dichiararono di aver visto veri e propri atterraggi di astronavi. A proposito di avvistamenti fatti all’inizio degli anni ’50 si deve però tenere in considerazione il fatto che moltissimi potrebbero essere fasulli in quanto in quel periodo gli americani spedirono sui cieli mondiali i primi aerei a reazione, il cui avvistamento potrebbe aver causato non pochi errori di valutazione.
L’ing. Aimé non fece altro che segnare su di una mappa della Francia gli avvistamenti segnalati in una sola giornata. Resa visiva la situazione, si accorse subito di quattro aspetti tipici dell’ortotenia:
1) tendenza degli UFO a mostrarsi su di una linea retta;
2) tendenza delle varie linee rette giornaliere (almeno tre) ad intersecarsi su punti ben precisi (STELLE);
3) tendenza dei vari gruppi di linee giornaliere a confluire in un unico punto (APICE);
4) tendenza di ciascun flap giornaliero a caratterizzarsi per un unico punto di decentramento dal quale, appunto, le diverse linee ortoteniche partivano e che, stando alle dichiarazioni dei testimoni, veniva individuato come quello nel quale stazionava un oggetto assai più grande di tutti gli altri, spesso descritto simile ad un grande sigaro.

La linea BAVIC

L’ing. Aimé osservò poi un altro particolare: nove segnalazioni di un giorno solo si presentavano lungo la linea immaginaria che da BAYONNE arriva a VICHY, passando da altre quattro città interessate da manifestazioni ufologiche diverse (passaggi e atterraggi). Questo asse venne definito dallo studioso americano Alexander Mebane come la “LINEA BAVIC”, dalle iniziali dei nomi delle due località.
Ma, come tutte le grandi scoperte, anche questa evidenziò quasi subito un aspetto negativo: il punto di decentramento, le linee rette, le intersezioni e le confluenze aveva la durata di un solo giorno! A posteriori, la prima spiegazione ufologica potrebbe essere stata la seguente: quelle erano vere e proprie missioni esplorative giornaliere di popolazioni extraterrestri per cui non avrebbero potuto durare più di un giorno; nel corso dell’esplorazione venivano sguinzagliate dall’astronave madre diverse tipologie di velivoli alieni, ognuno deputato a monitorare aspetti diversi di quell’area geografica che coincidevano spesso (come ebbe modo di dimostrare il dott. Fontes Olavo, all’inizio degli anni ’60, osservando un fenomeno analogo accaduto in Brasile), con centri terrestri di natura strategica per la comunicazione.

La seconda scoperta

Ma gli studi di Aimé ebbero subito una vasta eco e così anche in Spagna si ebbero studi al riguardo. Qui un valente studioso fece una scoperta sensazionale: Antonio Ribera, conducendo un’indagine su segnalazioni avvenute quasi vent’anni prima, nel 1936, si accorse che le linee ortoteniche si trovavano lungo il famoso asse BAVIC! Era la scoperta del secondo addendo: la teoria aveva una valenza non più locale e di giornata ma diventava mondiale. Il prolungamento della linea BAVIC evidenziava una perfetta corrispondenza con le segnalazioni che erano accadute in tutto il mondo. Da tale fenomeno restava però escluso tutto il Nord America ma c’era, però, un forte compensazione con una gran parte del Sud America.

La linea SOUPO

Linea-SOUPOA questo punto era del tutto evidente la mappatura di tutte le zone nevralgiche del nostro pianeta. Per le province di Ferrara e Rovigo questo fenomeno divenne subito interessantissimo poiché lo studioso francese si accorse già nel 1954 dell’esistenza di un corridoio diretto, pressoché perpendicolare alla linea BAVIC, che univa l’Inghilterra (SOUTHEND-ON-SEA) alla Francia (CALAIS, AIRE-SUR-LA-LYS, NIFFER) e all’Italia (PO DI GNOCCA) e che venne chiamato “LINEA SOUPO”. E la “seconda scoperta”, riferita in maniera specifica all’Italia, fu che il prolungamento di tale linea riguardava… tutto il nostro Mare Adriatico.
Ecco perché tutta l’ufologia nazionale e mondiale è unanime nel considerare Ferrara, Rovigo e la costa Adriatica tra le zone ufologiche di maggior interesse per l’Italia. Questa linea, tra l’altro, ha il merito di far confluire dalla finestra ciò che, in un primo momento, si era fatto uscire dalla porta: cioè l’America del Nord attraverso il Canada. Negli anni successivi diversi studiosi hanno compiuto importanti osservazioni sulla linea “SOUPO”, che potrebbero addirittura essere collegate alla teoria sulla forza che consentirebbe di dare energia agli UFO: l’elettromagnetismo.