Alieni: il dibattito scientifico continua

life-in-the-universe-4Dopo quel famoso 25 aprile 2010, allorquando il famoso scienziato Stephen Hawking annunciò al mondo che, dal suo punto di vista, alla luce delle opzioni matematiche sul tavolo, la possibilità che là fuori esistessero gli alieni era davvero enorme, paragonabile alla pressoché totale certezza, si scatenò un importante dibattito fra scienziati attorno ai concetti espressi, ovvero che gli alieni potessero essere considerati dei predatori, in viaggio sulle loro astronavi spaziali giganti, per conquistare, asservire e distruggere ogni cosa, ovviamente dopo aver voracemente sfruttato tutte le risorse del nostro pianeta. Tuttavia, bisognerebbe anche capire che cosa questi alieni potrebbero in realtà essere, poiché si potrebbe anche trattare di esseri minuscoli, assimilabili ai microbi ed ai batteri.

Secondo il prof. Randy Hallen, del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare dell’Università Statale dell’Oklahoma, le cose potrebbero essere assai diverse. Egli aprì ufficialmente il fronte dello scetticismo affermando che, in assenza di prove reali sull’esistenza degli alieni, tutte le ipotesi avevano pari validità, per cui era corretto anche sostenere la non esistenza della vita extraterrestre, o perché non è mai sorta o perché è stata eliminata da qualcosa.

Tuttavia, chiarì subito che c’era la possibilità dell’esistenza di una sorta di vita non intelligente nell’Universo, da lui definita “fotosintesi primitiva o organismi chemiosintetici“, in virtù soprattutto della presenza di una forma primaria di energia continuamente disponibile, fornita direttamente dalla stella di ogni sistema solare, il che avvalorerebbe l’ipotesi della presenza certa di organismi fotosintetici, ma i consumatori di questi micro-produttori potrebbero inoltre essersi evoluti!

Assai interessanti le riflessioni successive, ma decisamente ingarbugliate le conclusioni. Dapprima, sostenendo come sul nostro pianeta l’acqua fosse alla base della vita, evidenziò che non tutta la vita esistente utilizzava la stessa tipologia di chimica, per cui non esisterebbe una ragione per ritenere che qualcosa possa esistere altrove (sic!). Continuando, chiarì ulteriormente il già ingarbugliato pensiero, portando tanta acqua al nostro mulino. Ribadendo che la vita sulla Terra si basa comunque sulla chimica, affermò che noi non possiamo a priori sapere su che cosa si possa basare la vita altrove. Purtroppo per lui, con questo terza riflessione fece indubbiamente un inciampo clamoroso, poiché in tal modo rigettò l’originaria tesi della dissertazione, in negativo, del pensiero di Hawking, contraddicendo addirittura se stesso.

E giù, di nuovo, una riflessione assai pericolosa, sulla possibilità che la vita altrove avesse potuto basarsi non sulla chimica, ma sulla meccanica quantistica, per cui le forme aliene potrebbero essere nate da manipolazioni di particelle subatomiche, similmente alle nostre cellule che manipolano i composti chimici. Mentre quaggiù sulla Terra l’uomo sarebbe ancora all’età della pietra sulla comprensione della fisica, in quanto maneggiamo l’atomo solo da circa un secolo, la comprensione della meccanica quantistica sarebbe solo a livelli pressoché rudimentali. Se questa è la nostra vera realtà, è possibile ritenere che altri organismi si siano evoluti ad un certo momento della loro storia ed abbiano indirizzato le loro esperienze subito verso la meccanica quantistica. E questi altri esseri, partendo da un metabolismo chimico non diverso dal nostro, potrebbero aver avuto un’evoluzione su di un qualche pianeta da qualche parte dell’Universo. Ma così facendo, cadde per la seconda volta in una clamorosa contraddizione, ammettendo direttamente la possibilità matematica della presenza aliena nel Cosmo.

Ma ormai non si fermava più e continuò con le sue convinzioni, immaginando addirittura gli alieni come “esseri con una curiosità insaziabile” circa la conoscenza dell’Universo, per cui sarebbero naturalmente portati a sviluppare computer quantistici efficienti. Purtroppo, cadde per la terza volta, poiché ora non si trattava più di “un qualcosa che possa esistere altrove” e nemmeno di “altri esseri“, bensì di “alieni” veri e propri, dotati di curiosità insaziabile. Come dire che non importa combattere frontalmente i tuoi detrattori, ma è più che sufficiente sdraiarsi lungo la sponde del fiume per vedere passare i loro cadaveri. 

Infine, con l’ultima riflesione, riportò tutto in una situazione “controllata”, in quanto sviluppò un’idea davvero originale, interessante e decisamente tranquillizzante per noi terrestri: gli alieni quantistici potrebbero essersi evoluti più volte durante l’esistenza della loro civiltà, giungendo ad una dimensione della coscienza davvero inimmaginabile e decisamente superiore, per cui non avrebbero più la necessità di competere per le risorse in quanto avrebbero raggiunto uno stato di tranquillità totale e vorrebbero solo il meglio per l’Universo e tutti i suoi abitanti. Se così fosse, essi ora potrebbero anche essere consapevoli della nostra esistenza, ma non si preoccuperebbero per noi, proprio come noi non ci preoccupiamo per la maggior parte degli organismi inferiori esistenti sul nostro pianeta.   

centro-ufologico-ferrarese-cuf-artioli-fiorenzoSe desiderate frequentare il nostro centro ufologico, sappiate che si trova in via Mantova 117, a Vigarano Pieve, nella palazzina di fianco alle vecchie scuole elementari, proprio di fronte alla chiesa, nel comune di Vigarano Mainarda, luogo dell’avvistamento della gigantesca astronave aliena, osservata da quattro persone nel 1986. La sede del CUF è aperta tutti i giorni, ma per i non iscritti la serata è attualmente il giovedì, dalle 21:30 alle 23.00 circa. Se qualcuno desiderasse iscriversi, sappia che l’iscrizione è gratuita e valida per sempre.

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