Sistema solare: piogge meteoriche

meteorite-olanda-germania-13ottobre2009-credit-robert-mikaelyanIl 9 giugno 2006 il cielo di Tromso, in Norvegia, venne attraversato da una palla di fuoco velocissima che andò poi a schiantarsi sul fianco di una montagna situata ad est di Tromso, nella località di Reisadalen, lasciando l’evidente impronta di un cratere mentre gli strumenti sismici ne registrano l’impatto. Il caso volle che qualcuno riuscisse a scattare una foto proprio nel momento in cui la palla stava scendendo a terra. Le successive indagini chiarirono che si trattò di un piccolissimo frammento cosmico del diametro di pochi centimetri.
Il 18 giugno 2006 a Lomza, una cittadina nella Polonia settentrionale che si trova a Nord-Est di Varsavia, gli abitanti udirono prima un forte sibilo, seguito da un colpo secco al suolo: una pietra caduta dal cielo aveva colpito un’automobile posteggiata in una zona centrale della città e l’aveva letteralmente distrutta sotto gli occhi attoniti dei passanti. All’interno della vettura furono rinvenuti materiali metallici fusi, estranei a quelli normalmente usati per costruirla. Si fecero per questo varie ipotesi, non ultima quella dell’UFO crash. Uno scienziato americano, Tony Beresford, esperto in orbite satellitari, ipotizzò che si potesse essere trattato di detriti spaziali proveniente dai resti del satellite russo Cosmos 2405, in quanto avrebbe dovuto rientrare nella nostra atmosfera proprio quel giorno, ma le ore non coincidevano. Si ipotizzò un missile sfuggito al controllo dei militari ma i controlli non diedero risposte attendibili.
Il 2 maggio 2006 un astronomo della NASA, mentre stava osservando la Luna al telescopio dal centro di Huntsville in Alabama, vide un intenso bagliore nella zona del Mar delle Nubi. Poiché in quel centro tutte le osservazioni strumentali venivano registrate egli riuscì a rivedere l’evento e scoprì di essere stato testimone della caduta di un meteorite sulla Luna, che naturalmente provocò la creazione di un nuovo cratere, profondo tre metri e largo quindici. Questo sasso cosmico aveva il diametro di un pallone da calcio e si schiantò viaggiando all’incredibile velocità di oltre 135mila km/h.

A questo punto è dunque bene sapere in quale periodo dell’anno, di norma, avvengano queste cadute di pietre cosmiche.

Periodo: 2-5 gennaio – Provenienza: Quadrantidi; orientamento: Est; visibilità: tra Boote e la testa del Dragone; media per ora: circa 70.

Periodo:15-22 aprile – Provenienza: Liridi; orientamento: Nord-Est, visibilità: tra vega ed Ercole, media per ora: circa 10.

Periodo: 4-6 maggio – Provenienza: Aquaridi; oientamento: Est; visibilità: a Sud del quadrato di Pegaso; media per ora: circa 60.

Periodo: 28-29 luglio – Provenienza: Aquaridi; orientamento: Est; visibilità: a Sud del quadrato di Pegaso; media per ora: circa 20.

Periodo: 10-13 agosto, Provenienza: Perseidi; orientamento: Nord-Est; visibilità: a sud di Perseo; media per ora: tra 30 e 150.

Periodo: 6-10 ottobre – Provenienza: Dragonidi; orientamento: Est; visibilità: ogni sei anni e mezzo da luglio 2004; media per ora: indefinibile.

Periodo: 18-23 ottobre – Provenienza: Orionidi; orientamento: Est; visibilità: tra Orione ed i Gemelli; media per ora: circa 25.

Periodo: 3-10 novembre – provenienza: Tauridi; orientamento: Nord-Est; visibilità: tra il Toro, l’Auriga e Perseo; media per ora: circa 12.

Periodo: 10-14 dicembre – Provenienza: Geminidi; orientamento: Est; visibilità: Presso Castore, nei Gemelli; media per ora: circa 25.

Come si può ben vedere, dunque, ci sarebbe una possibile giustificazione solo nel caso del 2 maggio, con il meteorite che andò a schiantarsi sulla Luna nel momento in cui eravamo andati ad incrociare le Acquaridi. Tale giustificazione fu legittimata dal fatto che le date riportate si riferiscono solo ai periodi centrali del passaggio degli sciami meteorici, ovvero quelli di massima intensità e quindi vanno tutti dilatati di alcuni giorni prima e alcuni giorni dopo.
Asteroidi, comete e meteoriti, ovvero i “Corpi celesti minori” del Sistema Solare, fanno parte dell’insieme delle luci che possono trarre in inganno noi ufologi. Sono piccoli per dimensione e massa ma diventano “grandi” per l’importanza attribuita loro dagli studiosi in quanto, non avendo subito nel tempo né sedimentazioni né modificazioni chimiche e geologiche, presentano una composizione chimica assai simile a quella che aveva il nostro Sistema Solare al momento della sua nascita.
Dal nostro punto di vista ufologico, le comete sono tra i corpi celesti meno interessanti in quanto più conosciuti dalla maggior parte delle persone e facilmente distinguibili ed individuabili. Esse, però, generano le meteore luminose, ovvero corpuscoli che possono trarre in inganno l’osservatore terrestre; hanno una massa piccola e una superficie solida con un diametro di alcune decine di chilometri; si presentano come aggregati di roccia, ferro e silicio tenuti insieme da ghiaccio ed il loro serbatoio naturale si trova nella grande Nube sferica di Oort, che avvolge il nostro Sistema Solare. Ogni tanto, in seguito a perturbazioni gravitazionali, si staccano questi blocchi che, dopo aver seguito un’orbita di avvicinamento al Sole, tendono a disgregarsi (naturalmente anche dopo secoli) e scomparire nel corso dei vari passaggi orbitali. Gravitano attorno al Sole su orbite eccentriche, ma ve ne sono anche altre che si avvicinano al nostro Sistema Solare, si fanno vedere e poi si allontanano per sempre. Finora ne sono state contate circa 600 e sono state suddivise in due grandi gruppi: comete periodiche e comete di lungo periodo. Le prime hanno orbite ellittiche e un breve periodo di rivoluzione attorno al Sole (inferiore al secolo) e apparizioni abbastanza frequenti; le seconde hanno una rivoluzione superiore al secolo e si muovono su orbite quasi paraboliche. Ma come fanno a formare la coda? Durante il loro viaggio di avvicinamento al Sole ne subiscono l’aumento continuo del calore e così si scioglie il ghiaccio che tiene assieme il tutto e viene liberata polvere; questa è subito modellata, come un pennacchio lungo anche centinaia di milioni di km, dalla pressione della luce solare. Al loro interno possono trasportare… ACQUA. La scoperta risale al 22 marzo 1998 quando un meteorite è caduto a Monahans (Texas), ed ha rivelato al suo interno la presenza di CRISTALLI DI SALE, che racchiudevano ACQUA sotto forma di brina.
Le meteore luminose sono tra i corpi celesti più interessanti per noi ufologi perché si presentano come strisce di fuoco che solcano il cielo con traiettorie e variazioni di colore sempre diverse e danno l’impressione di veder cadere delle stelle. Si tratta di frammenti solidi di dimensioni incredibilmente piccole: arrivano al massimo a qualche decina di metri e sono originate dalla disgregazione progressiva delle comete quando queste si trovano a dover subire la forza gravitazionale del Sole. Dalla disgregazione progressiva del nucleo della cometa si generano quindi i famosi SCIAMI DI METEORITI che si possono osservare, sotto forma di pioggia di stelle cadenti o stelle filanti, quando la Terra si trova ad incrociare l’orbita dello sciame suddetto. Il fenomeno che si osserva è quello di un “globo arroventato che attraversa il cielo praticamente vaporizzato, non fa alcun rumore e non lascia traccia di sé tranne una lunga scia visibile“.

Le maggiori meteoriti rinvenute sulla Terra sono quelle cadute ad Hoba (Africa meridionale) e ad Ahnighito (Groenlandia). Per la maggior parte sono formate o di roccia o di nichel e ferro. È abbastanza frequente rinvenirne interamente ricoperte da una crosta liscia e nera, naturale conseguenza del violento impatto energetico al momento in cui entrano nell’atmosfera. Normalmente, ogni giorno milioni di meteore luminose entrano nella nostra atmosfera ma ad una velocità così elevata da farle praticamente disintegrare in un attimo a causa, appunto, di questo grandissimo calore che viene sviluppato al momento dell’impatto atmosferico. Generalmente, si possono osservare meteore luminose in qualsiasi notte, con una media di circa due o tre per ora.
Infine, quando la striscia luminosa esplode con grande fragore, si genera una miriade di meteoriti che poi cadono a Terra; in questo caso si parla di BOLIDI DI FUOCO. Questa pietre cosmiche hanno un potere distruttivo che è legato alla loro grandezza. Fino ad un diametro di circa 10 metri circa bruciano nell’atmosfera se sono molto piccoli e provocano un grande scintillio o, viceversa, esplodono se sono assai grandi. Fino ad un diametro di 100 metri circa esplodono nell’atmosfera come delle palle di fuoco e la potenza sprigionata è quella di un’esplosione nucleare. Fino ad un diametro di 600 metri circa aprono crateri enormi sulla zona di impatto: solo sulla nostra Terra ne sono stati contati circa 130 ma la probabilità che ne cada uno di queste dimensioni è una ogni trecentomila anni. Ovvero, durante la vita media di una persona, si ha una probabilità su settemila di centrare un evento di questo tipo mentre la probabilità di incappare in un incidente aereo è una su ventimila. Fino ad un diametro di 10 km circa possono modificare per sempre l’ambiente ed il clima della zona di impatto. Fino a 15 km di diametro circa si hanno situazioni disastrose come quella che ha, probabilmente, determinato la fine dei dinosauri sul nostro pianeta.