UFO nell’arte: Maria al Sepolcro

reliquario-VI-secolo-biblioteca-apostolica-vaticanaEd eccoci qui ad affrontare un nuovo tema di presunta natura ufologica: gli UFO nell’arte antica, dipinti o disegnati su legno, su tela o su intonaco. Lo faremo con la passione, l’interesse e l’amore per la verità che ci hanno fino a qui contraddistinti, andando spessissimo controcorrente poiché la nostra materia necessita di tantissima pulizia. Ci sarebbero tantissimi mercanti da cacciare dal Tempio, ma nel rispetto di tutti si deve accettare anche la scomoda presenza di questi millantatori che hanno riversato montagne di spazzatura sull’ufologia. In un reliquario del VI secolo, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, presso la  Città del Vaticano, raggiungibile per la sola visione al seguente indirizzo, si trova un’immagine rappresentante il Santo sepolcro, al quale è stato attribuito erroneamente un significato ufologico, dovuto alla scarsissima conoscenza delle allegorie artistiche della religiosità antica. Conoscenza modestissima della storia religiosa anche da parte di siti affini ai cicapini, i quali impiegano la strangrande maggioranza del loro tempo libero nel leggere i nostri articoli (Quale onore!), nella speranza di trovare falle che ci mettano in difficoltà!

Sappiano queste persone che, in assenza della prova sovrana, l’ufologia è solo una supposizione, per cui i nostri articoli, che già da soli fanno acqua da tutte le parti, non hanno certamente bisogno di ulteriori indagini denigratorie. Assai meglio sarebbe se i cari cicapini dedicassero i loro interessi e le loro attenzioni a cose più auliche nella loro vita, cosìcché qualcuno li possa ricordare per aver fatto qualcosa di veramente utile o almeno positivo.

Quando si denigra l’ufologia si sta già sparando ad un morto, ed è quindi perfettamente inutile denigrare il povero ufologo di turno o, peggio ancora, il semplice appassionato di ufologia: non si fa male a nessuno e non si commette alcun reato se si comunica al mondo la propria convinzione sul fatto che la cosa più comune che possa esistere là fuori sia una vita simile alla nostra, nata e sviluppatasi su altri pianeti che si trovano ospiti in sistemi solari del tutto simili al nostro. Pensate un po’: ne sono convinti anche alla NASA! Anzi, questa è la loro convinzione principale. E da quelle parti non hanno certamente un diplomino da dichiarare agli atti, ma fior fiore di lauree altamente tecnologiche e la crema della tecnologia mondiale. Quindi, non sappiamo se sia più penoso il triste mondo cicapino o l’avvilente mondo dell’ufologia-spazzatura. Fate un po’ voi!

Noi, del resto, abbiamo già intrapreso un cammino chiarissimo, privo di tentennamenti, col quale stiamo tentando di far pulizia a casa nostra, mettendo in evidenza gli errori più clamorosi fin qui compiuti sia dall’ufologia nostrana che da quella pionieristica dei primi anni. Abbiamo visto di tutto e di più in questi ultimi due decenni di era tecnologica dominata da Internet, dove l’ufologia-spazzatura, pur di conquistarsi un posto al Sole, ha reso un pessimo servizio alla causa in cui crediamo ciecamente. Certo! Proprio così! Mentre tutti si stanno ancora chiedendo se l’ufologia possa essere una semplice supposizione, noi non abbiamo dubbio alcuno: essa è per noi una certezza, e siamo quindi enormemente dispiaciuti per tutti coloro che continuano a disprezzarci e a ridere, in maniera penosa, dell’ufologia.

ufo-vigarano-mainardaLa nostra, si badi bene, è una fede cieca, assoluta e totale perché abbiamo avuto l’immensa fortuna di essere stati testimoni di vista di un evento davvero ufologico: nel 1986 abbiamo visto, fortunatamente assieme ad altre persone, una vera astronave aliena, gigantesca ed enorme, nemmeno paragonabile al più grande aereo mai costruito dall’uomo, mentre se ne stava immobile sulle nostre teste, ad una quota apparente non superiore ai trecento metri. E là dentro c’erano, addirittura, tanti esseri filiformi e altissimi, che vedevamo seduti ed in movimento dietro a finestrini giganteschi, a forma di arco: quelli seduti osservavano la maggior parte mentre era in piedi ed in movimento. Noi, da terra, osservavamo questi esseri spostarsi a velocità incredibile da una parte all’altra all’interno della loro astronave, e così ne ricavammo l’impressione che fossero preoccupati per qualcosa che era accaduto. Dopo molto tempo, che noi quantificammo in oltre un quarto d’ora almeno, ma forse trascorsero solo pochi minuti o, forse, fummo vittima della fenomenologia conosciuta come “missing time“, per cui un tempo brevissimo può dare l’impressione, stante l’eccezionalità dell’evento, di essersi esteso enormemente, quella gigantesca cosa d’acciaio, nel silenzio più assoluto, si mise in movimento, ad una velocità appena percettibile, quindi si girò orizzontalmente e si “trasformà” letteralmente in miliardi e miliardi di luci di tutti i colori.

Le parole, da sole, non potranno mai descrivere ciò che vedemmo. Non era una cosa che proveniva da questo mondo, e forse nemmeno da questo nostro tempo. Quell’astronave stava operando con una tecnologia enormemente superiore a quella dominata dall’uomo, poiché dentro a quell’immensa fonte luminosa e multicolore c’erano degli esseri viventi, che noi vedemmo distintamente, anche se solo come forme scure poiché illuminate dalla potente luce bianca interna. Ammutoliti, e sempre nel silenzio più assoluto, assistemmo alla partenza: da immobile che era, schizzò gradualmente ad una velocità via via sempre maggiore, e nello spazio di alcuni secondi scomparve dalla nostra vista, ma sotto forma di luce pura, da metallo che era!

Ecco perché quando guardiamo alle stelle e vediamo alcune muoversi più velocemente di altre non pensiamo solo ai satelliti, alle sonde o alle stazioni spaziali più o meno note: una di quelle luci che vedete anche voi nella notte potrebbe benissimo essere qualcosa di simile a ciò che vedemmo noi circa vent’anni fa.

Non abbiate timore nel credere che possano esistere. Esistono realmente! Sono proprio là fuori e forse ci osservano con costanza quotidiana. E pur possedendo una tecnologia ed una conoscenza enormemente superiori a quella umana, non vogliono interferire nemmeno più di tanto in quanto sanno benissimo il rischio che correrebbero le nostre razze nel far incontrare microbi e batteri di mondi diversi.

Ovviamente, non chiediamo a nessuno di credere a nemmeno una parola di questa incredibile vicenda, ma là sotto eravamo in quattro quella sera, e tutti con buoni titoli di studio, quali: insegnanti il sottoscritto e mia moglie, ragioniere e geometra gli altri due testimoni che erano con noi. Uno di loro, però, non c’è più. Se n’è andato circa due anni fa, ma sapendo del male che lo affliggeva, prima di addormentarsi per sempre incaricò la moglie e la figlia, di cui mi onoro di essere stato insegnante, di comunicarci ufficialmente c’erano anche lui ed il suo fraterno amico sotto a quell’immenso velivolo venuto da chissà dove. Il suo desiderio era che io e mia moglie sapessimo che non eravamo soli, poiché questo è il dramma che vive una persona che ha visto qualcosa che non può essere terrestre.

E mentre io e mia moglie, con gli anni, provammo a superare il problema della visione di una cosa superiore ad ogni inimmaginabile realtà, facendo ricerche ed indagini mirate, chiedendo a personaggi politici e militari che cosa avessimo potuto realmente osservare quella sera, nel suo caso specifico avvenne l’esatto contrario: la chiusura in se stesso, accompagnata dalla quotidiana riflessione sulla tremenda prova a cui aveva voluto sottoporlo il destino, una prova nemmeno concepibile dalla mente umana tanta fu la tecnologia che si mostrò nitidamente davanti a noi, una prova che forse lo segnò assai in profondità, come noi del resto, visto che poi ci portò ad abbracciare serenamente e convintamente la causa ufologica.

sant-apollinare-ravennaEd ora che abbiamo presentato l’impostazione generale del nostro Centro ufologico ferrarese ritorniamo all’argomento della materia in oggetto: la presunta presenza di UFO nell’arte. Ciò che si vede nel disegno di apertura è di una semplicità unica: c’è Maria, madre di Gesù, in compagnia o di Maria di Giacomo o di Salome, che è giunta dinnanzi al Sepolcro dove era stato riposto il figlio morto, e lì trova l’Angelo.

Nel mosaico custodito presso Sant’Apollinare a Ravenna, abbiamo lo stesso identico soggetto, rappresentato in maniera leggermente diversa. L’episodio della tomba vuota è descritto nel finale dell’ultimo capitolo del più antico vangelo canonico, il Vangelo secondo Marco: tre donne (Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome) si recarono al sepolcro all’alba della domenica; giunte colà, trovarono il masso che stava davanti all’entrata spostato e perciò entrarono, ma videro solo un giovane che diede loro due notizie: l’annuncio della risurrezione e l’incarico di riferire ai discepoli e a Pietro di raggiungere Gesù in Galilea; le donne non riferirono però niente a nessuno poiché ebbero paura (Marco, 16.1-8). Niente di ufologico sotto al Sole, dunque, ma solo la storia delle nostre radici cristiane. Quello non è un UFO, ma la cupola del Santo Sepolcro: l’unico pezzo di manufatto rimasto dopo la distruzione perpetrata dall’odio musulmano del sultano Hachim, nel 1009.

In questo caso non c’è nulla di ufologico all’orizzonte, purtroppo per noi ufologi veri, e ciò che è stato scritto su questo dipinto, da nostri avventati ed un po’ sprovveduti colleghi, è solo ufologia-spazzatura, creata più o meno ad arte da qualcuno che ha tentato di conquistarsi un posto al Sole. Così facendo, purtroppo, è stato reso un pessimo servizio alla causa in cui crediamo ciecamente, ovvero che la cosa più comune che possa esistere là fuori sia la vita, in tutte le sue forme e manifestazioni, sparsa praticamente ovunque su quei miliardi di pianeti che si trovano nelle orbite interne delle zone abitabili di ogni sistema solare, collocati alla giusta distanza da Soli del tutto simili al nostro Sole, e che ci inducono pertanto a ritenere altamente possibile la nostra convinzione di non essere proprio soli fra così tanti miliardi di Soli!

Se desiderate frequentare il nostro centro ufologico, sappiate che la nostra sede si trova in via Mantova 117, a Vigarano Pieve, nella palazzina di fianco alle vecchie scuole elementari, proprio di fronte alla chiesa, nel comune di Vigarano Mainarda, luogo dell’avvistamento della gigantesca astronave aliena, osservata da quattro persone nel 1986. La nostra sede è aperta tutti i giorni, ventiquattro ore su ventiquattro, ma la serata dedicata al pubblico è il giovedì, dalle 21:30 alle 23 circa. La nostra sede può essere frequentata anche senza iscrizione, ma se qualcuno desidera iscriversi e magari collaborare alle indagini, sappiate che l’iscrizione è del tutto gratuita e valida per sempre. Per informazioni di vario tipo o segnalazioni di presunta natura ufologica, potete telefonare in ogni momento della giornata al seguente numero di cellulare: 333.595.484.6 e vi risponderò io, Fiorenzo Artioli, fondatore e coordinatore del Centro ufologico ferrarese.