Luci: UFO sul Golfo del Messico

Messico-5marzo2004Scienziati della Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) hanno negato che gli oggetti avvistati il 5 marzo 2004, dall’aviazione militare messicana, siano degli oggetti volanti non identificati, ovvero degli UFO; si tratterebbe, hanno spiegato, di un fenomeno molto più semplice: fulmini globulari sotto forma di bolle di gas ionizzato ad altissima temperatura. Video originale – La segreteria del Ministero della Difesa del Messico (SEDENA) ha affidato ad un laboratorio specializzato le analisi del video realizzato il 5 marzo 2004 dai piloti militari a bordo del Merlin C26A. Essi, mentre erano in volo di missione sui cieli di Carmen e Copalar, utilizzando il sistema termico avevano ripreso delle misteriosi luci che sembravano muoversi fra le nuvole. Ora la novità è che tale laboratorio ha confermato che il video è autentico ed esente da manipolazioni e quindi questa è certamente la miglior prova dell’esistenza di civiltà extraterrestri”.

L’avvistamento

Luci: UFO sul Golfo del Messico – Il giorno 5 marzo 2004 tre ufficiali dell’esercito messicano hanno vissuto un’esperienza pressoché irripetibile: mentre erano in volo a bordo del loro aereo militare, un Merlin C 26A, sopra i cieli delle città di Carmen e di Copalar, in Messico, hanno incrociato un’intera formazione di UFOs e li hanno filmati.
Il Maggiore Magdaleno Castañón Núñez, comandante dell’equipaggio, il Tenente Mario Adrián Vásquez, operatore al sistema di avvistamento FLIR, e il Tenente Germán Marín Ramirez, operatore al radar, si trovavano in volo ad un’altezza di circa 10.500 piedi quando, alle 17,00 esatte hanno avvistato la squadriglia di UFO e l’hanno tenuta sotto controllo fino alle 17,30. Si traattava di undici oggetti volanti che se ne stavano tranquillamente viaggiando in formazione “invisibile ad occhio nudo” quando sono stati intercettati dal sistema FLIR di bordo (Forward-Looking Infrared): una particolare tecnologia di visione termica inventata nel 1964.

Il sistema Flir?

Ogni corpo che non abbia una temperatura di zero gradi emette radiazioni elettromagnetiche su molte lunghezze d’onda. Più l’oggetto è caldo e più radiazioni infrarosse emette; ciò dipende chiaramente dall’agitazione termica delle sue molecole. La sua distribuzione spettrale (lunghezza d’onda) dipende quindi da due fattori: la natura del corpo e la sua temperatura. L’occhio umano rileva radiazioni elettromagnetiche solo su una banda limitata di lunghezza d’onda, chiamata “spettro visibile” ed è pressoché cieco al di sotto di 0,4 o al di sopra di 0,7 micrometri. La termocamera montata sugli aerei militari della classe Merlin C 26A è del tipo FLIR STAR ZAFIRO II e lavora sia nel medio (da 3 a 5 micrometri) che nel lontano infrarosso (da 8 a 12 micrometri) generando un’immagine in tempo reale e fornendo una traccia termica della scena. Ovvero, la sua ottica è in grado di mettere a fuoco l’energia infrarossa emessa dagli oggetti, rilevandola grazie al DETECTOR IR il quale, poi, converte i dati via via rilevati in un formato video standard.

Ed ora riflettiamo su tre particolari fondamentali per noi investigatori ufologi privati:
1) la termocamera può essere usata sia di giorno che di notte perché percepisce il calore e non la luce;
2) gli UFO si sono resi visibili ad occhio nudo dopo essere stati intercettati dagli strumenti termici militari;
3) il normale radar di bordo (AN/PS 143 Bravo VICTOR 3) li ha potuti rilevare subito dopo il sistema FLIR.

Questo avvistamento è quindi sconvolgente in tutti i sensi ma, soprattutto, ha aperto una porta sulle bugie dei militari di tutto il mondo allorquando, mistificando le nostre osservazioni, sottolineando come i radar ed i telescopi più potenti non abbiano rilevato nulla di nulla. La tecnologia aliena è perfettamente in grado di mimetizzarsi sia alla nostra vista che alle nostre apparecchiature radar standard ma nulla può contro i termovisori.

Infine, una novità per tanti che si sono interessati alla cosa ma, forse, non l’hanno approfondita bene: dopo l’intercettamento termico, le apparecchiature di bordo hanno fatto il miracolo vero e proprio procedendo anche con il rilevamento acustico emesso dai velivoli alieni sotto forma di frequenze sonore che sono state regolarmente registrate dagli strumenti ma che… ci si è dimenticati di comunicare subito alla stampa.

Nuove considerazioni

Il fenomeno accaduto il 5 marzo 2004 sopra i cieli di Ciudad del Carmen, in Messico, potrebbe avere una spiegazione non ufologica: a sostenere tale ipotesi è principalmente il capitano Alejandro Franz, un ex pilota che ha volato per anni sui cieli del Golfo del Messico, che fa parte del gruppo di ricerca denominato “Alcione” e che si definisce un “ufologo scettico”, ovvero una persona che non sposa automaticamente il fatto ufologico e va ad indagarlo in ogni suo aspetto prima di prendere una qualsiasi posizione.
La piattaforma televisiva SKY, attraverso il proprio canale National Geographic Channel, ha iniziato a programmare un documentario sugli UFO (Is it real?) in cui viene illustrata l’ipotesi di Franz. Egli, in questo documentario, vuole dimostrare che quelle luci hanno un’origine terrestre. L’ipotesi ufologica era già stato negato dagli scienziati della Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) ma poi era intervenuto un nuovo elemento a creare scompiglio: la segreteria del Ministero della Difesa del Messico (SEDENA) aveva infatti dato incarico ad un laboratorio specializzato di analizzare il filmato al fine di decretarne l’autenticità o meno. Tale laboratorio, dopo diversi mesi, aveva stabilito quanto segue: quel video era autentico ed esente da manipolazioni.
Per tali ragioni si era giunti alla conclusione, forse troppo frettolosa, che quelle immagini potessero essere una prova dell’esistenza di civiltà extraterrestri. In realtà, si era solo dichiarato che le immagini impresse all’infrarosso su supporto elettromagnetico erano autentiche e non avevano subito interventi esterni. Forse, nella fretta di far partire la news, si è dato “troppo credito al fatto che il video fosse vero” e non si è adeguatamente soppesato il fatto che questo potesse sì essere vero ma che, non necessariamente, fossero poi stati ripresi degli Ufo veri. Insomma, si è fatto “1+1” troppo in fretta.
Sarebbe un po’ come dire che è sufficiente che vi sia presenza di acqua su di un pianeta per formulare l’ipotesi della vita extraterrestre mentre, in realtà, è l’azoto che rappresenta l’elemento essenziale che sta alla base di organismi viventi in quanto, non facendo parte di rocce e di minerali, se venisse rinvenuto anche in piccole quantità starebbe chiaramente a dimostrare che c’è stata vita biologica. Insomma, è sicuramente difficile, almeno per noi terrestri, immaginare lo sviluppo della vita senza l’acqua ma “è certamente meno difficile immaginare la presenza di acqua senza lo sviluppo della vita”.

Ritornando al nostro Franz, egli decide di “ricostruire quel giorno” e così, in compagnia di due piloti militari, si imbarca su di aereo che decolla dallo stesso aeroporto di Villahermosa, sale prima a 3.000 m e poi a 4.500, ovvero alla quota esatta dell’avvistamento.
Da qui l’aereo si dirige verso Est per posizionarsi ad una longitudine di 89° esatti, corrispondenti all’ufo contact del 5 marzo 2004 perché si vuole filmare esattamente ciò che si vede da lassù. Stranamente, Franz fa deviare la rotta in direzione Nord-Est, che era la direzione tenuta dalle telecamere del sistema FLIRT montato sull’aereo militare Merlin C26A, e l’aereo si sposta così di molto dal punto di contatto precedente: il nuovo punto in cui si viene a trovare si trova ora esattamente a 100 km dalla costa e a 150 dal punto del contatto vero avuto dai piloti militari. Da qui si vedono delle luci e Franz dichiara di sapere da dove provengono: sono le gigantesche piattaforme petrolifere di Cantarell, nel Golfo del Messico.

Esse sono alte circa 120 metri e quando viene bruciato il gas in eccesso (operazione necessaria per ridurre la pressione) le fiamme che si sprigionano salgono di alcune centinaia di metri. Tutti i piloti che volano al di sopra di questa zona conoscono l’effetto di queste piattaforme in quanto, se il cielo è sereno, si possono distinguere le luci ad occhio nudo fino a 200 km di distanza.
Ma perché, secondo Franz, queste fiamme sono state rilevate dal sistema Flir all’infrarosso? La risposta che egli fornisce è la seguente: «Pur trovandoci a circa 150 km di distanza dal punto reale del contatto, gli strumenti all’infrarosso hanno svolto ottimamente il loro lavoro, rilevando l’enorme fonte di calore che si sprigionava verso l’alto ed era praticamente doppia in quanto si rifletteva anche sulla superficie della sottostante acqua del Golfo».

E alla domanda di come mai sembrava che quelle luci volassero, egli fa spiegare all’amico Jim Certelin, addestratore di tecnici nell’uso dell’infrarosso ed esperto della tecnologia infrarossa per esaminare le piattaforme petrolifere, che «ciò che si vede è un’illusione ottica: non sono gli oggetti luminosi che volano ma sono le nuvole a muoversi».
Ovvero, muovendosi le nuvole in direzione opposta all’aereo Merlin, si sarebbe avuta la somma delle rispettive velocità e ciò avrebbe determinato un’apparente elevata velocità totale di spostamento di tutta la scena, creando la falsa impressione che fossero le luci a spostarsi.

Alcuni dubbi

A questo punto non è quasi più possibile screditare un’ipotesi cosi ben strutturata, realizzata da un ufologo di professione e già sposata da famosi fisici di fama mondiale. Tuttavia, alcuni dubbi rimangono e non sono dubbi da poco.
Innanzitutto viene da chiedersi come mai si siano spesi così tanti soldi e si sia perso così tanto tempo per dimostrare che quelle non erano le luci di UFO ma semplici scarichi in atmosfera di gas sotto pressione. Si sarebbe potuta risolvere quell’ipotesi standosene seduti dietro un tavolino a confrontare le due mappature: quella creata dalla piattaforme petrolifere e quella delle luci del filmato. E anche senza fare un confronto di cifre sarebbe bastato il semplice raffronto dei disegni delle mappe.

Poi viene da chiedersi, visto che il 5 marzo 2004 il tempo atmosferico era quasi pessimo, con un cielo quasi interamente solcato da nuvole, come avrà mai fatto a crearsi un buco improvviso nella foschia generata dal maltempo, tale da permettere ai piloti di osservare ad occhio nudo oggetti che si trovavano a 150 e passa km di distanza quando, stando alle stesse dichiarazioni di Franz, le piattaforme sono visibili ad occhio nudo anche fino a 200 km di distanza ma a patto che vi sia bel tempo ed il cielo sia bello terso e sgombro da nuvole (vedi foto della piattaforma di Cantarell ripresa a bassa quota).

Ci si chiede anche perché mai Franz si sia fatto portare ad oltre 150 km dal punto originario di contatto, cambiando addirittura direzione di volo rispetto al Merlin: da Est a Nord-Est.

Ci si chiede infine, come mai il sistema Flirt, che è un sistema militare difensivo, vada a cercare qualcosa che non si trova né davanti né ai lati né nelle immediate vicinanze ma si spinga a cercare oggetti distanti oltre 150 miglia e per giunta al di sotto dell’aereo Merlin.

villahermosa9Infine, sarebbe interessante approfondire alcuni fotogrammi del filmato di SKY in quanto, ad un certo punto, la telecamera inquadra una piattaforma petrolifera proprio nel momento in cui compare un oggetto volante non ben identificato: forse un UFO.
La foto inserita in questo articolo è stata prelevata dal filmato originale attraverso la TV e fotocamera digitale e non rende bene l’idea. Tuttavia nel video si nota distintamente l’apparire di un oggetto bianco e ovoidale che compie, nello spazio di appena sei secondi, ben quattro strane manovre: attraversando la scena da destra a sinistra e dall’alto in basso, si abbassa per ben tre volte con scatti secchi e negli ultimi due secondi cambia addirittura direzione di volo e viene verso la telecamera. Quest’ultima manovra è impressionante perché dà l’idea della profondità di campo e della grandezza reale dell’oggetto: un aereo o un elicottero, in soli 6 secondi, non avrebbero potuto mai compiere manovre di quel tipo.