UFO Crashes antichi

famiglia-DropaL’UFO Crash forse più antico di cui si abbia notizia è quasi certamente quello avvenuto in Cina, circa diecimila anni or sono a Bayan-Kara-Ula. Nella foto di apertura, scattata dal dott. Karyl Robin-Evans, si osserva la coppia regnante dei Dropa: il marito, Huey-Pah-La, che era alto solo 4 piedi (cm. 121,92) e la moglie, Veez-La, alta appena 3 piedi e 4 pollici (cm. 100,60).

Bayan-Kara-Ula è una regione montuosa che si trova proprio al confine tra la Cina ed il Tibet. Qui, nel 1938, all’interno di una caverna, una spedizione archeologica cinese, guidata dall’archeologo Chi Pu Tei, rivenne 716 tombe contenenti altrettanti scheletri assai diversi da noi umani; erano tutti di corporatura esile ed assai minuta e non superiore al metro e trenta; avevano un cranio enorme che presentava grandi cavità oculari; le braccia erano lunghissime e sproporzionate rispetto al corpo.
All’interno di ogni tomba venne anche rinvenuto un disco stranissimo, con un foro all’interno. I 716 dischi rinvenuti erano di litio di granito e avevano delle caratteristiche ben precise: diametro da un minimo di 35 ad un massimo di 50 cm e spessore era di circa 2 cm; al centro c’era un foro di 5 o di 10 cm. Un’indagine eseguite da esperti russi dimostrò che avevano un’alta concentrazione di cobalto; in natura, è un metallo che si trova quasi sempre associato ad altri metalli come il rame ed il nichel, è assai pesante, fonde a 1.450° e viene usato per costruire leghe di particolare resistenza. La superficie di questi dischi metallici mostrava numerose scanalature riportanti minuscole incisioni (https://www.youtube.com/watch?v=LD8SkobP1U0).
Nel 1962 un archeologo probabilmente giapponese, di nome Tsum Um Nui, tentò un’interpretazione di tali misteriosi segni e disse che essi “narravano la storia di un popolo venuto da un altro mondo circa 10.000 anni prima“. Una leggenda, raccolta dai vari esploratori che si sono addentrati in quelle zone, parla di “un popolo disceso dalle nubi tanto tempo prima; erano bassi di statura, con teste assai grosse e nodose ed un aspetto decisamente mostruoso”. Per tali ragioni i nativi ebbero paura ad accoglierli e per ben dieci volte li respinsero, inseguendoli anche con i cavalli ed uccidendone diversi; poi, alla fine, capirono che quella gente proveniente dalle stelle non aveva intenzioni bellicose così si decisero ad accettarli.
Oltre alla leggenda ed alle testimonianze raccolte, rimangono alcune vecchie foto dei misteriosi dischi forati al centro e per i quali è bene subito chiarire che nella tradizione cinese tutto ciò che è di forma circolare ed ha un foro al centro sta ad indicare un “oggetto portafortuna”. Dunque, se quegli umanoidi di un altro pianeta sono veramente atterrati o, per loro sfortuna “caduti con l’astronave”, da qualche parte deve pur essere rimasta traccia della loro presenza. E infatti, nel 1947 l’esploratore Karyl Robin-Evans è riuscito ad incontrate una tribù abitante nella zona: i DROPA o DZOPA (pastori), il cui capo gli spiegò che i loro antenati provenivano dalle stelle e, più precisamente, da un pianeta che si trova vicino a Sirio. E così, poiché non riuscirono a ripartire, quella razza extraterrestre dovette convivere con i terrestri. Attualmente di quell’antico popolo, si sono pressoché perse le tracce; tuttavia qualcosa è rimasto in zona: sono i pastori nomadi DROKPA, allevatori di mandrie di yak. Ad avvalorare, infine, la teoria degli esseri venuti dalle nubi ci sono le altre scoperte fatte nelle vicine grotte di Dunhuang dove sono stati scoperti antichi murales che mostrano “persone che volano sedute sulle nuvole”.

Flagstaff (Arizona): circa 2.000 anni fa

FlagstaffPresumibilmente 4.000 anni or sono nella località di Flagstaff, in Arizona (USA) si schiantò un oggetto sferico trasportante un equipaggio di 12-20 individui, stando almeno alle notizie riportate da Lisa Merakis all’indirizzo internet http://ufologie.net/htm.

In epoca recente, un gruppo di esperti sarebbe stato chiamato ad esaminare strani rottami rinvenuti sul fondo del Gran Canyon: essi avrebbero così scoperto che si trattava, forse, del relitto di un UFO che si era schiantato ben 4.000 anni or sono. Gli scienziati, facenti parte di un apparato militare segreto sugli UFO, esaminarono l’oggetto sferico trovandolo ancora in ottime condizioni a dispetto del fatto che fosse atterrato violentemente ed avesse un’età incredibile. Il relitto era fatto di una sostanza metallica sconosciuta ed emetteva modesti livelli di radiazioni. Fu subito rimosso e venne trasportato in un luogo segreto.

Secondo le notizie in possesso di Lisa Merakis questo aeromobile era irrevocabilmente di origine extraterrestre e senza dubbio trasportava un equipaggio composto da un minimo di 12 ad un massimo di 20 individui, secondo l’interpretazione fornita dal Dott. H. Leaumont, un astronomo che al tempo dell’intervista risiedeva ancora in California. Egli avrebbe quindi contattato la reporter suddetta dopo che gli erano stati mostrati documenti segreti dell’Air Force relativi all’oggetto trovato.

La datazione al Carbonio-14 ha mostrato che l’aeromobile (a questo punto lo si può anche chiaramente definire UFO) era atterrato intorno al 2.000 a.C. in prossimità della base del Canyon! Le fattezze della cabina lasciavano intendere che i membri dell’equipaggio erano simili a noi umani sebbene fossero assai più piccoli. Apparentemente, essi respiravano ossigeno, governavano il loro aeromobile, che era alimentato da energia atomica, con un sistema magnetico e trasportavano a bordo approvvigionamenti di cibo ed acqua.
Sempre secondo l’autrice dell’articolo, facendo riferimento ai rapporti registrati dal gruppo scientifico, l’UFO venne collocato in una breccia del calcare, alla base del canyon, non lontano da una zona chiamata “Comanche Point”. Un’ispezione approfondita del luogo dell’atterraggio svelò che gli occupanti dell’UFO uscirono dalla loro nave spaziale e vissero accanto ad essa per un certo numero di anni dopo il suo schianto al suolo.
Il rinvenimento testimonierebbe l’esistenza di una colonia spaziale aliena sulla Terra davvero antica! Questa impressione è confermata dalle pitture eseguite a quel tempo nelle caverne degli indiani, così come attestano i documenti segreti dell’Air Force. Le pitture, rinvenute vicino al luogo dello schianto, mostrano strane creature umanoidi, con una testa a forma di bulbo. Gli esperti credono che queste creature fossero gli stessi alieni che arrivarono a bordo dell’antico UFO. Il rapporto segreto asseriva che tutte le tracce dell’occupazione aliena scomparvero in circa 50 anni dalla data dello schianto. Il documento rivela che non esistono indicazioni di ciò che possa essere accaduto agli extraterrestri. Il dott. Leaumont disse che l’astronave era fatta di una fibra metallica estremamente leggera. Essa misurava circa 50 piedi nel suo punto più largo ed era lunga 102 piedi (1 piede = cm 30,48) ovvero era larga circa 15 metri e lunga circa 31 metri).

Norimberga (Germania): 4 aprile 1561

Norimberga-battleCiò che accadde sopra i cieli della città di Norimberga è stata probabilmente una grande battaglia tra flotte ufologiche nemiche. All’alba del 4 aprile 1561, gran parte degli abitanti della città furono testimoni di un avvenimento forse unico nella storia dell’umanità: decine e decine di oggetti volanti erano impegnati a darsi battaglia sul cielo di Norimberga. Le cronache del tempo descrissero la battaglia nei minimi particolari e affinché della vicenda ne rimanesse perpetua memoria furono eseguite diverse incisioni su legno e stampe su carta. Il disegno dell’epoca (incisione su legno eseguita da Hans Glaser subito dopo il fatto e conservata a Zurigo, presso la Collezione Vichiana) è certamente esaustivo di quanto accaduto: vi si vedono sfere di varie grandezze e di vari colori, isolate o allineate o in formazione, strani velivoli crociati e altrettanto strane croci con sfere, cilindri di varie forme e grandezze, assai simili ai cannoni e alle colubrine, con sfere all’interno o sfere al momento dell’espulsione dalla canna, tubi diritti, ricurvi o rotti, due paia di gigantesche ali dietro al sole ed un’enorme oggetto volante, di color nero, a forma appuntita, assai simile alla punta di una lancia, che se ne sta al di sotto della battaglia aerea.

L’avvenimento si protrasse per più di un’ora ed ebbe termine allorquando diverse sfere furono abbattute e si schiantarono al suolo, in fiamme, alla prima periferia della città, causando un enorme incendio. Stando a quanto ha voluto trasmetterci l’artista, il fuoco durò certamente molte ore perché consentì al popolo atterrito di avvicinarsi per controllare che cosa fosse mai piovuto dal cielo. I velivoli erano certamente guidati da forme di vita intelligenti poiché le cronache parlano di “larghi tubi” dai quali fuoriuscivano improvvisamente piccoli tubi che, a loro volta, lanciavano sfere colorate. Per quanto riguarda le grandezze delle sfere, osservando le persone in basso a destra, se ne deduce che dovevano certamente avere un diametro di almeno una decina di metri.

A questo punto, al fine di inquadrare storicamente tale avvenimento, conviene esaminare il periodo storico in cui esso è maturato e riflettere sul nuovo contesto politico-religioso venutosi a creare in quegli anni. Nel 1555, sei anni prima dell’evento di Norimberga, vi era stata la Pace di Augusta, firmata tra l’Impero e la Lega di Smalcalda (piccola località tedesca della Turingia), la quale sancì ufficialmente la divisione della Germania tra cattolici e luterani. In seguito a questo trattato vi fu un’autentica rivoluzione nei costumi europei e mentre prima tutti i cristiani d’Europa dovevano prestare obbedienza alla sola Chiesa Romana ora si instaurava il principio del “Cuius regio eius religio” per il quale i sudditi furono obbligati a seguire la confessione religiosa del loro sovrano e, al tempo stesso, a correre il rischio di passaggio continuo da una confessione religiosa ad un’altra.
Come ogni trattato, questa pace aveva molti altri vincoli tra i quali è bene ricordare anche quello della regolamentazione dei beni appartenenti alla Chiesa, sequestrati dai protestanti ed ora regolarizzati fino all’anno 1552. L’accordo, inoltre, escludeva confessioni religiose minori: calvinisti, anabattisti e zwingliani. Tuttavia, l’Imperatore Carlo V rinunciò ad imporre alla Germania l’egemonia dell’Impero in campo religioso e scelse la politica degli equilibri sottili perché si era in piena Controriforma: essa si sviluppò, appunto, tra il 1550 ed il 1660. Nell’anno 1563 vi fu, poi, la fine dei lavori del famoso Concilio di Trento, iniziati nel 1545 e protrattisi per quasi vent’anni. Siamo, dunque, in pieno periodo di Inquisizione, col suo temuto Tribunale gestito dalla Congregazione cardinalizia del Sant’Uffizio, con il quale la Chiesa condusse una battaglia contro ogni forma di eresia e decretò l’inizio più cupo della sua storia attraverso azioni terribili: la persecuzione degli Ebrei, la censura sulla stampa, l’indice dei libri proibiti e, la caccia alle streghe, protrattasi fino al 1650 circa.

Cadotte Pass (Missouri)

In un articolo comparso il 30 ottobre 1865 sul giornale “The Cincinnati Commercial” si è avuta notizia di questa strana storia accaduta circa un anno prima, nel settembre del 1864, grazie a James Lumley, un cacciatore di Rocky Mountain, già avanti negli anni e specializzato nella caccia con l’uso delle trappole. Egli, ospite per alcuni giorni all’Everett House, aveva raccontato ai presenti questa strana storia accaduta nella parte alta del Missouri, a circa 120-160 km dalle Great Falls, nelle vicinanze di un luogo denominato, a suo dire, Cadotte Pass (Passo di Cadotte).

Lumley testimoniò che subito dopo il tramonto del Sole scorse in cielo una luce brillantissima, che si muoveva con grande rapidità verso Est; dopo essere rimasta integra e visibile per alcuni secondi, scoppiò e si separò in tante particelle. Qualche minuto dopo si udì distintamente un’esplosione di così tale entità che il terreno iniziò a sussultare e tutto intorno si iniziò un suono rimbombante e cupo, poi arrivò un vento fortissimo che, però, smise quasi subito e, infine, un particolare odore di zolfo intrise l’aria.
Nei giorni che seguirono l’avvistamento della luce, egli si addentrò nei boschi e, ad una distanza di circa due miglia, scoprì un sentiero alquanto strano che pareva come “passato attraverso” la foresta: sul terreno vide parecchi rami assai larghi, alberi giganti estirpati o spezzati via direttamente alla base da una forza spaventosa; osservando poi le cime di alcune colline notò che erano state come “raschiate” mentre il terreno sembrava letteralmente “arata” in diversi punti. Tutto intorno c’erano comunque chiari segnali di ampie distruzioni. Così, seguendo questa pista di devastazione, egli poté presto constatare che la causa di ciò risiedeva in una specie di enorme masso infilatosi nel versante di una montagna.

Fino a questo momento la storia non lascia adito a dubbi: era una meteora luminosa, esplosa in aria e poi separatasi in tantissime particelle. Tuttavia, il seguito della testimonianza di Lumley lascia trasparire qualche dubbio su tale ipotesi. Egli, infatti, dichiarò di aver notato diversi particolari interessanti:
– la grossa pietra conficcatasi nella montagna sembrava divisa in due sezioni;
– tali sezioni mostravano in diversi punti la presenza di curiosi disegni simili a geroglifici;
– trovò frammenti di una sostanza rassomigliante al vetro;
– notò anche la presenza, in qua e in là, di strane chiazze causate, forse, da un liquido.
Così, in virtù di tale osservazioni, egli si fece l’idea che i geroglifici fossero stati creati da mani umane e la stessa enorme pietra fosse, in realtà, nient’altro che un pezzetto di un immenso corpo che potrebbe essere stato usato da esseri animati per chissà quali fini.

Qui ha termine la testimonianza del nostro cacciatore ed iniziano alcune opportune precisazioni.
– Nello stesso periodo (settembre) alcuni testimoni di Leavenworth avevano dichiarato di aver visto qualcosa di assai luminoso attraversare il cielo ed esplodere o separarsi in tante particelle.
– Le due sezioni notate erano probabilmente state create dalla potenza dell’urto del bolide caduto a terra.
– la località di “Cadotte Pass” vera e propria non esisterebbe ma ci sarebbe, invece, solo la località di “Cadotte Creek”, nel Montana occidentale.

Dundy County (Benkelman) – Nebraska

Dundy-County-rielaborazioneIl 6 giugno 1884, la rivista settimanale di Holdredge “The Nebraska Nugget”, pubblicò una storia pressoché incredibile per quel tempo. Si raccontava di un fatto accaduto all’inizio di giugno del 1884 e che aveva avuto come testimoni alcuni cowboys della Contea di Dundy; esso riguardava un presunto disastro provocato da un oggetto cilindrico disintegratosi sulla prateria.
Qui, a circa 35 miglia a nord-ovest di Benkelman, Contea di Dundy, sarebbe accaduto un fenomeno assai sorprendente. Non è ben specificata la data del crash ma si suppone che sia accaduto alcuni giorni prima. I vari giornali del tempo, divisi fra settimanali e quotidiani, diedero la notizia in 3 giorni diversi, secondo queste date: il “Nebraska State Journal” il 7 giugno e il “Lincoln’s Daily State Journal” l’8 giugno. Gli stessi ripresero poi la notizia nei giorni seguenti, fornendo ulteriori precisazioni.

John W. Ellis assieme a tre suoi mandriani e ad altri cowboys, erano impegnati a radunare del bestiame. Ad un certo momento furono spaventati da un terrificante rumore, simile ad un ronzio, proveniente da sopra le loro teste. Girando gli occhi, videro un corpo splendente cadere come un peso sulla terra. L’impatto avvenne oltre il punto dove si trovavano in quel momento e l’oggetto rimase nascosto alla loro vista a causa della presenza di un argine.
Nel punto esatto in cui l’oggetto aveva toccato terra, il terreno era sabbioso e privo di erba ma la sabbia risultò poi fusa per una profondità indefinita ed occupava un’area di 6 metri di larghezza per 9 di lunghezza e la materia liquefatta stava ancora ribollendo e sibilando. Successivamente, avrebbero rinvenuto tanti pezzetti di macchinari e frammenti di ruote di ingranaggi sparsi tutto intorno e, infine, avrebbero assistito all’epilogo finale: ovvero l’oggetto sarebbe diventato totalmente incandescente per il gran calore sviluppatosi al suo interno. Il calore era così intenso che attorno ad ogni frammento l’erba risultava seccata per una grande distanza tutto attorno e risultava impossibile a chiunque avvicinarsi. Il gruppo di mandriani rinvenne la parte più importante della carcassa e uno di loro, avvicinatosi troppo, svenne guardando fisso ad essa. Il suo viso era pieno di vesciche e i suoi capelli si erano tutti arricciati. Essendo impossibile avvicinarsi a quella cosa misteriosa (UFO?), in quel momento e rispetto al punto in cui si trovavano, la comitiva tornò indietro.

Il mattino seguente un gruppo di loro ritornò sul luogo del disastro. Alcuni pezzi risultavano già raffreddati abbastanza da poter essere esaminati da più vicino. Secondo il “The Nebraska Nugget”, il metallo raccolto rassomigliava a rame ma era estremamente più lucente e resistente. L’oggetto, che risultò avere una forma cilindrica, venne stimato in una lunghezza di 20 metri per una larghezza di circa 3 metri. Due giorni dopo aver pubblicato questa notizia, quel giornale pubblicò un secondo articolo che metteva la parola “fine” alle speranze degli amanti del mistero: sotto un’improvvisa e battente pioggia, diversi elementi dell’oggetto salvatisi nello schianto, si erano letteralmente dissolti alla presenza di una dozzina di testimoni, “come un cucchiaio di sale nell’acqua”.

Qui termina “la storia ufficiale del caso”: quella vera, cioè, narrata subito dopo l’avvenimento. Di essa colpiscono alcuni particolari: la precisione della notizia e del luogo, il nome dei testimoni, gli effetti fisici occorsi ad un testimone avvicinatosi troppo ai rottami, la descrizione dei segni lasciati sul terreno e lo stato del materiale rinvenuto. Quei tanti particolari ben descritti lasciano certamente un filo diretto con la possibilità che questo caso non sia una burla (hoax) ma un qualcosa di veramente accaduto.

Sorisole (Italia)

Il 13 dicembre 1884 un corpo lucente, quasi certamente un meteorite, venne giù dal cielo e si andò a schiantare su di un campo nei pressi della località collinare di Sorisole, a soli sette km sopra Bergamo.
In questa località collinare, che ora conta circa 8.500 abitanti, potrebbe tornare assai utile un’indagine sulla presenza delle famose sferule di vetro basaltico oppure sulla presenza di condriti carbonacee, così da indagare scientificamente il terreno e stabilire l’attendibilità o meno dell’UFO Crash.

Kalamazoo (Michigan)

Kalamazoo_1897Il caso ci è stato fatto conoscere dal presidente e fondatore del CUN, Roberto Pinotti, nel suo libro “Ufo top-secret”. Egli cita un articolo del quotidiano “La Nazione” di Firenze, in data sabato 17 aprile 1897, dal titolo: “Una nave aerea”. L’estensore dell’articolo citava un telegramma inviato dal “New York Herald” di Parigi, secondo cui negli USA un signore della città di Omaha sarebbe riuscito a far volare un aeromobile che era assai più pesante dell’aria, non aveva le ali e la sua forma era quella di un lungo fuso di circa 35 metri. Certamente qualcuno lo fotografò quel giorno, mentre il velivolo si trovava in volo sopra le città di Omaha, di Kansas City, di Everest City e di Chicago e sembra che si distinguesse chiaramente un uomo al suo interno.

Fino a qui, dunque, niente di troppo strano: il problema arrivò il giorno seguente, cioè domenica 18 aprile 1897.
La Nazione tornò alla carica con un nuovo articolo dal titolo “La nave aerea scoppiata”, in cui si dava notizia che gli abitanti della zona di Kalamazoo, presso il Lago Michigan (Michigan), il giorno 17 aprile avevano potuto vedere quel fuso lunghissimo in volo sopra le loro teste ed il giorno segue avevano udito un botto fortissimo. A terra venne rinvenuto tantissimo materiale: importanti quantitativi di matasse di filo di rame, tutte contorte ed aggrovigliate, schegge di varie dimensioni ed apparentemente simili all’acciaio, una specie di sistema propulsivo ed i resti semifusi di una grande elica. È certo, dunque, che qui cadde qualcosa.

Aurora (Texas)

aurora_1897 Questa storia è apparsa per la prima volta il 19 aprile 1897 (Dallas Morning News) ed è così ben costruita da sembrare vera. In quell’anno furono moltissimi, in tutti gli Stati Uniti, i casi di “Flap”, ovvero di ondate di avvistamenti di strani oggetti volanti.
Quel mattino del 17 aprile 1897 sopra la città di Aurora, in Texas, un UFO apparso improvvisamente in cielo sarebbe caduto pressoché immediatamente sopra la torre di un mulino di proprietà di un giudice, tal Proctor, ed esplodendo mandò tutto in frantumi. Alcune parti del materiale successivamente recuperato mostravano strani simboli assai simili a geroglifici. In mezzo ai rottami venne anche rinvenuto il corpo senza vita di uno strano essere (“alien life form”) al quale i cittadini diedero sepoltura presso il cimitero cittadino.
Negli anni successivi molti investigatori ufologici hanno provato che questa storia non era nient’altro che una “bufala assai elaborata”, usata per sollecitare interesse attorno alla città, ovvero per richiamare turismo in loco. Infatti i ricercatori avevano scoperto che non era esistito alcun mulino nel luogo indicato e che la località era di proprietà… del sindaco di Aurora.

Molto tempo dopo, il direttore dell’Istituto di Ricerca Kilgore, dell’università di West Texas State, ovvero il dott. Alfred E. Kraus, fece diverse ricerche al riguardo. Egli, andando addirittura a verificare di persona il luogo del presunto impatto, utilizzò un semplice metal detector per controllare l’eventuale presenza di oggetti metallici residuali nella zona… ma invano!
Non contento, decise anche di intervistare diversi abitanti del luogo che, al tempo del presunto UFO crash erano bambini o adolescenti ma ottenne solo risposte negative al riguardo. Addirittura uno di questi confessò di essere stato invitato da un giornalista (dietro un adeguato compenso) a dire che il crash era veramente accaduto! Egli però confessò al dott. Kraus che non aveva accettato la proposta.
Il caso venne riaperto nel 1966 da due ricercatori. Il primo provò a localizzare la sepoltura dove la “alien form life” era stata presumibilmente sepolta, al fine di riesumarla. A tal proposito inoltrò regolare richiesta al locale Consiglio Comunale ma, incredibilmente, ottenne risposta negativa. Il secondo scrisse notizie incredibili, non avvallate da testimonianze attendibili. Egli affermò che “stando a quel che si dice” l’occupante della presunta nave spaziale era un “alieno verdastro dalle fattezze di bambino” e sul velivolo extraterrestre vi erano dei documenti pieni di geroglifici.
Dunque, sebbene la stragrande maggioranza dei ricercatori consideri questo fatto come una bufala (hoax), c’è ancora qualcuno che indaga il caso dal punto di vista ufologico.