Roswell 1947: il misterioso progetto Mogul

base-aerea-di-roswell-anno-2016-google-maps-credit 1Che cosa sia veramente precipitato al suolo quella notte del 4 luglio 1947, dopo le 22:00, durante un violento temporale, nessuno è ancora in grado di dirlo nonostante siano trascorsi quasi settant’anni. Di certo, sappiamo che le forze armate americane hanno mentito per mezzo secolo esatto. Per cinquant’anni, infatti, dal 1947 al 1997, hanno sostenuto a testa alta, contro ogni evidenza scientifica e testimoniale, che laggiù, a Nord-Ovest di Roswell, a circa sei chilometri dal “Foster Ranch”, nella piccolissima Contea di Corona, la cui cittadina-capoluogo era abitata in quel tempo da poco più di centocinquanta persone, e dove tutti sapevano tutto di tutti, non era accaduto nulla di strano, ma solo la caduta dal cielo di un pallone metereologico della classe “Mogul“, proprio come era accadeva con continuità fin dal 1945.

Ma fin dal 1995 si sapeva già diverse cose in tal senso poiché l’Air Force aveva pubblicato un rapporto in cui si sosteneva che a cadere a Corona nel 1947 fu certamente un pallone sonda, il “numero 4” per l’esattezza, afferente al progetto Mogul, che era stato lanciato dalla non lontana base militare di Alamogordo, il 4 giugno 1947, ovvero un mese prima, ed era probabilmente precipitato fra il 2 ed il 3 luglio nei pressi di Corona.

MA QUANTI PALLONI CADEVANO DAL CIELO!

Infatti, in quell’anno e nei due successivi, l’allevatore William Brazel aveva avuto modo di notare la caduta dal cielo di palloni metereologici sulla sua proprietà o nelle immediate vicinanze. Ma egli, ogni volta che ciò accedeva, li raccoglieva o avvisava le autorità militari dell’insolita presenza, soprattutto per avere la ricompensa, in denaro, prevista per legge: cinque dollari, che non erano tanto, ma non erano neppure pochi per un allevatore di pecore. E assieme a quelli, vi furono anche cadute di palloni-sonda ordinari e palloni-bomba giapponesi.

Quella mattina di luglio però, non andò come tutte le altre volte poiché un pallone metereologico era un oggetto chiaramente riconoscibile e lì non c’era nulla di nulla che ricordasse, anche solo lontanamente, quegli oggetti che era abituato a raccogliere da circa due anni: gomma variamente colorata, floscia e sgonfia, lamine più o meno riflettenti, assicelle di legname leggero, spago di vario tipo e cose simili.

Lì c’erano resti strani, rottami veri e propri, principalmente costituiti da qualcosa che assomigliava a metallo lucido e con la caratteristica unica di ritornare alla forma originaria se piegato anche duramente: insomma, materiali con “memoria di forma“, dei quali non si sapeva assolutamente nulla poiché nessun scienziato al mondo li aveva ancora inventati e nessuno avevano ancora immaginato di costruire la base segretissima dell’Area 51, i cui lavori iniziali furono attorno al 1955. Un bel mistero, davvero!

IL PROGETTO MOGUL

Conosciuto anche con la definizione di “Operazione Mogul“, fu un progetto segretissimo dell’USAF (United States Air Force) consistente nel posizionamento di microfoni ad alta quota, attraverso appositi palloni sonda, con lo scopo di rilevare anzitempo, attraverso lo sfruttamento delle onde sonore, l’arrivo sugli USA di pericolosi velivoli sovietici trasportanti materiale atomico. L’operazione fu assai costosa e proseguì in sordina per almeno un paio d’anni, comunque fino al 1949, mettendo in saccoccia alcuni modesti successi. venne quindi successivamente sostituita da un più moderno sistema di rilevamento basato basato su appositi rilevatori di tipo sismico e di campionamento dell’aria.

Nel 1995, l’Air Force pubblicò un assurdo rapporto, che puzzava maledettamente di bruciato, su quanto accadde realmente, secondo loro, a Corona, località che, in chiave ufologica, veniva oramai identificata con Roswell: laggiù, la sera del 4 giugno 1947, era solo caduto un normale pallone metereologico, identificato ufficialmente con la sigla “Mogul 4” e lanciato da Alamogordo.

IL PIÙ GRANDE COVER-UP DELLA STORIA

Dietro a tutto ciò c’era, però, il più grande cover-up mai messo in piedi da una forza militare in quanto, a pochissimi chilometri dal luogo dello schianto, aveva la propria sede la più importante base aerea al mondo di bombardieri atomici, quella stessa base di Roswell a cui era stato assegnato il bombardiere B-29 Superfortress, meglio conosciuto come Enola Gay, dal nome della madre del pilota Paul Tibbets, che la mattina del 6 agosto 1945 andò a sganciare la prima bomba atomica, soprannominata “Little Boy“, sulla città di Hiroshima.

Quel che accadde in quei giorni del 1947 e, ovviamente, dovette per forza accadere sulla “vicenda Roswell“, era lì in bella vista, di fronte a tutti, circondato da una evidenza addirittura sfavillante. Eppure, nonostante ciò, in molti non se ne accorsero e ancora in tanti non se ne sono accorti.

Quasi nessuno, ovviamente tranne i politici ed i militari, comprese la portata degli eventi di quei giorni e la reazione spropositata dell’amministrazione statunitense di fronte a quanto era caduto dal cielo in una notte tempestosa. Avrebbe mai potuto la più grande potenza militare e nucleare al mondo creare panico e apprensione attorno alla sua base aerea più importante che aveva? Avrebbero mai potuto i vertici militari accettare, grazie alla curiosità e alla particolarità dell’evento, frotte di turisti veri e altrettante di turisti finti? Sarebbe stato come invitare il nemico a nozze o un’oca a bere. E di quei tempi la Russia aveva dalla sua parte tutto il resto degli scienziati tedeschi che non avevano accettato di passare con gli americani. Era una minaccia vera e propria ed era certamente anch’essa assai vicina alla padronanaza completa del nucleare.

Ecco, dunque, un’ottima spiegazione, che offrirebbe il destro per comprendere, in un’ottica totalmente nuova, il senso di questo immenso cover-up protrattosi per mezzo secolo. Per gli americani fu un’occasione più unica che rara, vera o meno che fosse l’ipotesi della caduta di un “Flying saucer”: da un lato, col primo comunicato ufficiale “del giorno dopo”, si fece immediatamente sapere all’amico-nemico russo che loro erano entrati in possesso di un UFO vero e proprio, ovvero di uno di quei misteriosi oggetti volanti di cui tutto il mondo parlava da alcuni anni, e quindi di una tecnologia superiore a quella terrestre. E dall’altro, con la smentita del giorno dopo ancora, si negava la prima affermazione della caduta dell’UFO, ingenerando il dubbio nel nemico, e si calmava l’opinione pubblica avvallando l’inverosimile ipotesi del pallone-sonda. Ipotesi, per contro, assai probabile come caduta di un oggetto dal cielo, in quanto era dal 1945 che questi palloni, americani e giapponesi, cadevano in zona, ma decisamente lontana dal vero poiché i palloni di quel tipo venivano raccolti da una singola persona o al massimo due e caricati direttamente su di un furgoncino, mentre a Corona servirono tanti camion, tanti militari e tanto personale per ripulire il campo incriminato dai rottami spaziali.

E non solo un semplice destro venne dato agli americani con la caduta di quel misterioso oggetto dal cielo, ma anche una vera e propria manna miracolosa, arrivata per creare un’enormità di posti di lavoro, una valanga di fondi neri e un’amplificazione all’infinito della già numerosissima gerarchia militare che aveva appena concluso la guerra e non sapeva più cosa fare: furono così costituiti incredibili apparati di sicurezza a scatole cinesi, organizzati finanziamenti smisurati e senza limiti, create dal nulla strutture operative segretissime dove, ogni capo comandava probabilmente più del Presidente.

E tutto ciò funzionò per mezzo secolo, appunto, ovvero fino al 1995, ed ora vi spieghiamo anche perché quella data precisa e non un anno diverso.Tra il 1995 e il 1999, il presidente Clinton emise direttive esecutive, nonché modifiche delle prime direttive di trent’anni prima, che permisero il rilascio di documenti di sicurezza nazionali, precedentemente classificati da più di 25 anni di età, com’era il caso specifico della “Rivoluzione Truman” del dopo-Roswell. Ecco il perché di quella data, il 1995 ed ecco perché Clinton divenne tanto famoso per gli ufologi di tutto il mondo, trasmettendo la fama addirittura alla moglie Hillary, in questi tempi candidata alle presidenziali USA. Insomma, fu la fine ufficiale del cover-up messo in piedi da decenni e l’inizio del “Disclosure”, ovviamente a modo loro. Il mondo cominciò a capirci qualcosa di più grazie a questo rilascio graduale di informazioni, nonostante il perdurare, purtoppo, di documenti certamente declassificati, ma consegnati ai  richiedenti con un’enormità di cancellature.

Insomma, ora che sapete potete anche rispondervi da soli dunque, e siamo certi che capirete come mai tutto ciò abbia potutto accadere e sia effettivamente accaduto esattamente com’era nei piani dei cervelloni. Laggiù vi fu per mezzo secolo una sola parola d’ordine: cover-up. Mentire su tutto, sempre e comunque. Mentire, solo mentire, sempre mentire. Non c’era altra via. E purtroppo, non c’è tuttora un’altra via d’uscita a questa storia infinita. Sì! La storia di Roswell non è finita, e non sarà finita per tanto tempo ancora, come leggerete nel nostro successivo articolo. Buon divertimento!

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