NASA: Gagarin e gli UFO

Jurji-GagarinIl maggiore Yurji Gagarin Alekseevic (1934-1968), ufficiale pilota dell’aviazione sovietica, viene da tutti ricordato per essere stato il primo uomo a volare nello spazio, a bordo della navicella spaziale Vostok-1.
La partenza del missile a tre stadi, denominato “A2 Voskhod” (lunghezza 43 m, diametro 10 m, peso 310 t, sette motori) che permise questo evento, avvenne il 12 aprile 1961 dal cosmodromo (base spaziale) di Bajkonur, nel Kazakistan, tuttora sede della più importante base spaziale russa.

La Vostok-1 percorse un’intera orbita terrestre in un’ora e 48 minuti, volando su di una traiettoria che andava da un minimo di 180 km ad un massimo di 327 km di quota dalla Terra. Durante questo viaggio, sembra che Gagarin abbia avuto delle strane allucinazioni: lassù, egli fu continuamente accompagnato dalla percezione di cose eccezionali, che comunicò immediatamente agli scienziati al rientro sulla Terra; sensazioni che egli, forse, avrebbe anche voluto comunicare al mondo se solo ne avesse avuto il permesso.
Trascorsi che furono sette anni da quel memorabile giorno, il 27 marzo 1968, alle ore 10:19, il maggiore Yurji Gagarin Alekseevic e l’istruttore di volo Vladimir Serioghin, un esperto pilota collaudatore con oltre 4.000 ore di volo, decollarono a bordo di un MIG-15 sovietico, per compiere un volo istruttivo. Dopo undici minuti dal decollo, cioè alle 10:30 esatte, il volo fu portato a compimento e Gagarin chiese alla base il permesso per atterrare. Sembra però che, subito dopo aver ottenuto l’autorizzazione, Gagarin e Serioghin avessero comunicato alla base la presenza di un misterioso oggetto volante, a forma di disco, che stava evoluendo nei pressi dell’aerodromo. Sembra anche che i contatti con la base si fossero interrotti dopo che dal MIG avevano comunicato di non vedere più nulla. In quel momento l’aereo si trovava esattamente a circa tre chilometri da Novoselovo, un paese in provincia di Vladimir, il tempo era nuvoloso, c’era molta umidità e su tutta la zona gravava una fitta nebbia.

Vladimir Morozov, il primo testimone a recarsi sul luogo della tragedia, riferì di aver udito un intenso fragore, che lo indusse a credere che potesse trattarsi di un terremoto. Uscito di corsa da casa, vide una nuvola di fumo abbracciare un enorme bagliore infuocato; così prese la moto e si recò sul luogo, situato nei pressi del cimitero. Giunto colà, vide una scena raccapricciante: la neve era tutta scura, gli alberi erano spezzati e da alcuni rami pendevano brandelli di corpo umano. La sola cosa riconoscibile che rinvenne fu la dentiera dell’istruttore di volo. Ebbe anche modo di notare che in cielo stava volando un altro aereo militare che però, misteriosamente, non emetteva alcun rumore e di lì a poco se ne volò via nel silenzio più assoluto.

Margarita Shustova, un’impiegata comunale, si recò sul luogo dell’accaduto attorno alle 14.00 ma quando giunse notò la presenza di molti militari e la recinzione completa della zona dell’impatto. Ella riferì di aver udito la notizia che stava circolando fra la numerosissima folla che nel frattempo si era radunata colà: Liudmila Yarzeva, abitante di Novoselovo, aveva raccontato a tutti di aver visto distintamente un oggetto fosforescente, dalla forma ovale e talmente luminoso che si poteva distintamente vedere anche fra le nuvole, che si era scontrato in volo con l’aereo poi precipitato al suolo e rivelatosi essere poi quello sul quale avrebbe dovuto esserci Gagarin. Le ricerche condotte dai militari non produssero il ritrovamento della scatola nera tanto che l’apposita Commissione governativa d’inchiesta dichiarò ufficialmente che a bordo “non vi era alcuna scatola nera”.

Sulla vicenda indagò anche il pilota Serghej Bielozerkovskij, al tempo insegnante all’Accademia Aeronautica nella quale si era laureato lo stesso Gagarin. Egli disse che la Commissione d’inchiesta ebbe a formulare due teorie: si era trattato di scontro o con volatili o con una sonda meteorologica. Egli, però, si sentì di escludere tali ipotesi ed escluse pure quella in cui si sostenne che i due piloti volessero giocherellare con il potente aereo militare. Alla fine non riuscì a formulare alcuna spiegazione dell’accaduto.

Altre persone indagarono sulla vicenda, come la famosa chiaroveggente bulgara Vanga, ma non si andò oltre le testimonianze della prima ora. In questa vicenda manca chiarezza davvero su tanti particolari: la scatola nera mai ritrovata, il secondo aereo militare visto volare in zona, nel silenzio più assoluto, a pochi metri dal suolo, appena qualche minuto dopo la tragedia ma, soprattutto, il misterioso oggetto ovale, fosforescente e talmente luminoso da “bucare le nuvole”.

A questo punto, visto che storie e leggende su quel lontano evento continuano ad intrecciarsi, qualcuno si è anche sentito legittimato nel dichiarare che Gagarin, durante quel primo volo attorno alla Terra, abbia davvero visto cose che non avrebbe mai dovuto vedere e quel volo fu dunque, per lui, causa di fama e di tragedia ad un tempo.