NASA: Edgar Mitchell e gli UFO

Edgar-MitchellIl giorno 23 luglio 2008 il dott. Edgar Mitchell è stato intervistato radiofonicamente da Nick Margerrison, uno dei conduttori di “Kerrang! Radio”, media online dell’omonima rivista settimanale britannica delle West Midlands, il cui significato (Kerrang) è una parola onomatopeica riferita all’accordo di due suoni (power chord) di una chitarra elettrica. Il merito di questa emittente è quello di aver messo in rete l’intervista integrale, registrata nel corso del programma “The Night Before Team”, purtroppo piena di ironia e sghignazzate verso Mitchell, uno degli astronauti più amati da noi ufologi (https://www.youtube.com/watch?v=QliQuuKUmBw).

Il giorno seguente, 24 luglio, Mitchell è poi stato intervistato da un giornalista dell’emittente televisiva americana Wbalt TV, che trasmette dalla Contea di West Palm Beach, in Florida. Ed è soprattutto quest’ultima che ha messo in rete, dal 25 al 26 luglio 2008, una serie impressionante di video-interviste ad Edgar Mitchell, su diversi argomenti ufologici: covering up sugli Ufo, vita intelligente nell’Universo, futuri viaggi spaziali, informazioni della NASA sugli alieni, sulle conoscenze dei presidenti americani su ET, sull’Ufo crash di Roswell, sull’esistenza degli alieni, sull’aspetto che potrebbero avere e sul suo desiderio di incontrarne uno dal vivo.

La carriera di Edgar Mitchell

Edgar Dean Mitchell, nato il 17 settembre del 1930 ad Hereford (Texas), ha 78 anni, è laureato in Scienze Aeronautiche ed Astronautiche presso il MIT (Istituto di Tecnologia del Massachusetts) e nel 1952 ha ottenuto il Bachelor of Science Degree presso il Carnale Institute of Tecnology.
Nel 1953 si è arruolato presso la Marina militare americana, dove è stato prima addestrato e poi scelto quale pilota per voli di ricognizione nell’Air Development Squadron 5. Nel 1958 ha assunto compiti nel campo della ricerca. Dal 1964 al 1965 è stato rappresentante della Navy nel progetto MOL e il 4 aprile 1966 è stato assunto alla NASA con il quinto gruppo degli astronauti ed è stato il sesto uomo a porre piede sulla Luna nel corso della missione Apollo 14, camminando lassù per 9 ore e 17 minuti. Il 14 ottobre 1972 ha lasciato la NASA per fondare la Edgar Mitchell Corporation a Palm Beach, in Florida. Mitchell è sposato ed è padre di cinque figli.

Il pensiero di Edgar Mitchell

L’intervista di “KERRANG! RADIO” su YouTube
“Copyright © 2008 by Bauer Radio, Kerrang! Radio and MediaSpan”

L’intervista, sulla quale esiste il “Copyright © 2008 by Bauer Radio, Kerrang! Radio and MediaSpan”, è stata liberamente tradotta dal sottoscritto dopo essere stata ascoltata da YouTube e scaricata da sito http://www.earthfiles.com per un confronto oggettivo. Si segnala che mentre le risposte fornite da Mitchell sono tutte esposte in maniera fluida, le domande di Nick Margerrison sono formulate in maniera frettolosa, spesso confusa, abbandonate e poi riprese. In questa intervista sono state poste ventitrè domande a Mitchell ma solo alcune sono risultate veramente interessanti.

Le domande più importanti che Margerrison gli ha rivolto hanno riguardato la vita extraterrestre, la possibilità che non siamo soli nell’Universo, la realtà del fenomeno UFO, la tipologia degli alieni e il fenomeno del cover-up sulla vicenda. In estrema sintesi il Mitchell-pensiero viene così condensato:
01) la vita esiste in tutto l’Universo;
02) nel nostro Sistema Solare ci siamo solo noi;
03) il fenomeno UFO è reale;
04) in passato, la Terra è stata visitata da alieni;
05) la cosa viene tenuta segreta dai governi;
06) ora è iniziato il rilascio graduale di informazioni;
07) alcuni UFO potrebbero provenire dalla Terra, ovvero sarebbero il frutto della retroingeneria aliena in seguito ad UFO-crashes avvenuti in passato, tipo quello di Roswell del 1947;
08) questi “velivoli alieni di origine terrestre” sarebbero ancora tecnologicamente lontani dai veri UFO;
09) gli alieni non sono ostili perché se lo fossero non saremmo qui a raccontarcela;
10) gli alieni che egli sostiene di aver visto in alcune immagini sarebbero “little people”, ovvero esseri piccoli.

La replica della NASA

Alla termine di questa intervista, Kerrang! Radio ha riportato sul suo sito web un’importante dichiarazione rilasciata dalla NASA.
Producer Alex contacted NASA to confirm Dr. Mitchell’s story. This is what theyr reply: Dear Alex, NASA is not involved in any sort of cover-up about alien life on this planet or anywhere in the Universe. Dr. Mitchell is a great American but we do not share his opinion on this issue. Thanks for the opportunity to comment .

Ovvero, Alex, il produttore di Kerrang! Radio ha contattato la NASA per avere la conferma della storia del dott. Mitchell. Questo è ciò che essi hanno dichiarato: «Caro Alex, la NASA non è coinvolta in alcuna sorta di insabbiamento di vita aliena su questo pianeta o in ogni altro luogo dell’Universo. Il dott. Mitchell è un grande americano ma noi non condividiamo la sua opinione su questa questione. Grazie per l’opportunità di commentare». Come dire: What’s news? The never ending story, because the cover-up must go on!

Nell’intervista televisiva rilasciata a Wbaltv.com il 24 luglio, oltre a ribadire tutti i concetti rilasciati il giorno prima a Kerrang! Radio, ha aggiunto che ” Militay pilots, airline pilots … for 50 years, have reported there things but they have quit because they are told to shut up and not talk about it military and intelligence people » facendo così intendere, dall’alto della sua veneranda età e della gloria astronautica raggiunta, che “The truth is out there“. Manna per noi ufologi ma poiché non è ancora la prova tanto attesa continuiamo a rimanere in stand by.

Edgar Dean Mitchell, la mattina del 19 aprile 2009, durante un meeting organizzato da ricercatori ed appassionati che si interessano dell’esistenza di vita intelligente nell’Universo, denominato “X-Conference 2009” e tenutosi a Gaithersburg, un sobborgo di Washington, ha sostenuto che il governo degli Stati Uniti è al corrente del fatto che esseri extraterrestri ci visitano da tanto tempo ed hanno un’interazione col nostro pianeta. Egli, di fronte ad una platea di centinaia di membri e una schiera di videocamere, ha sostenuto che l’esigenza della divulgazione riguardo il coinvolgimento extraterrestre è giunta ad un punto critico per il nostro pianeta che si sta confrontando da un lato con le spinte demografiche e dall’altro con la domanda di energia sostenibile.

Mitchell crede agli UFO

Mitchell, che è stato astronauta dell’Apollo 14 con Alan Shepard e Stuart Roosa e il 9 febbraio 1971 ha camminato sulla Luna, sostiene che la dispersione di conoscenze può portare alla fine dell’apparente quarantena della Terra da altre civiltà mentre un rilascio graduale e completo delle informazioni sulla presenza extraterrestre porterebbe ad un avanzamento di una cultura planetaria, per cui sostiene che la sua credenza negli UFO e nelle creature aliene sia reale.

Che cosa racconteremo ad ET?

Il congresso, organizzato da molto tempo da Stephen Basset, attivista dell’UFO Disclosure e candidato al congresso del Maryland, ha riconsiderato il campo culturale dei fautori delle Esopolitiche. Le domande su che cosa si debba fare e dire dopo aver detto “Ciao” ad ET rimane al centro della questione ma, al tempo stesso, risulta distante dalla più ampia considerazione pubblica e dalle implicazioni riguardanti la sovranità nazionale, le tradizioni religiose e la formulazione della politica globale.

Che cambiamenti porterà l’amministrazione di Barak Obama?

Mitchell, Basset e gli altri attivisti dell’ET Disclosure stanno passando all’incasso riguardo le dichiarazioni rilasciate dal presidente Barack Obama, ovvero che un’era di inutile segretezza è superata. A tal proposito, Obama ha detto che l’orientamento suo e della sua amministrazione sarà quello di sbloccare tutto ciò che venga considerato come informazione legittima, che come tale appartiene alla sfera pubblica, mentre continua a considerare “vincolato” tutto quanto riguardi la sicurezza nazionale. Ovviamente, Mitchell è convinto della necessità di tali cambiamenti affinché la Terra possa affrontare i problemi dell’umanità e dare una risposta agli imperativi religiosi e alla frammentazione culturale. Egli ha sottolineato il concetto che stiamo vivendo in magnifici tempi di sfide e le informazioni che non siamo soli nell’Universo potrebbero fornire la chiave del cambiamento all’umanità poiché sulla Terra vi sono continue interazioni con creature non terrestri. Ha poi aggiunto che i suoi sforzi, dopo aver lasciato alla NASA con i suoi programmi spaziali, si sono concentrati sulle frontiere dell’esplorazione della mente, del corpo e dello spirito.

I nostri problemi dei viaggi spaziali

Mitchell ha riconosciuto che, prima che l’Umanità possa viaggiare con dimestichezza oltre il nostro Sistema Solare, si devono ancora risolvere tutte le limitazioni che sono così state illustrate da Einstein, riguardanti i problemi a cui andrebbe incontro una nave spaziale che viaggiasse a velocità vicine alla velocità della luce; ovviamente, ha sostenuto l’anziano astronauta, si tratta di una frontiera che la scienza supererà. Ma ha sottolineato il fatto che ciò che per l’uomo è stata una limitazione non lo è parimenti stata per gli alieni che, a suo dire, si trovano sulla Terra.
Gli alieni ce l’hanno fatta ad attraversare distanze insormontabili“, ha sostenuto Mitchell. Egli sostiene che gran parte della gente abbia la consapevolezza della presenza di ET, e la rivisitazione della fenomenologia catalogata nella storia umana dovrebbe far accelerare la revisione di come noi comprendiamo la storia planetaria alla luce di ciò che egli crede siano le interazioni extraterrestri di vecchia data sulla Terra. Il Cap Cod connection?

Gli astronauti erano informati del fatto che lassù c’era ET?

Egli, rispondendo alle dichiarazioni di qualche altro relatore alla conferenza, che avevano sostenuto che lui e gli altri astronauti della NASA fossero stati informati prima dei loro voli spaziali sulla possibilità di incontri con UFO di natura extraterrestre e come trattare questa informazione celandola al pubblico, ha dichiarato con fermezza che ciò non è mai accaduto. In una precedente intervista al Cape Code Today, Mitchell si è detto scettico rispetto ad alcune informazioni folcloristiche sulla presunta cospirazione più popolari degli UFO, cioè rispetto a quelle storie nelle quali, secondo la gente, gli astronauti della NASA non avrebbero visitato la Luna o che l’agenzia spaziale abbia mascherato le prove di una passata civilizzazione su Marte. A tal proposito egli ha così risposto:«Noi non abbiamo avuto istruzioni su UFO durante il nostro addestramento da astronauti“, affermando che la natura umana tende ad ornare e distorcere le cose per le quali esiste solo un’insufficiente informazione o che riguardano concetti distruttivi sulle nostre rispettive visioni mondiali.

Le presunte rivelazioni sugli UFO da Roswell ai nostri giorni

Mitchell ha quindi riferito le cose principali riguardanti le rivelazioni dell’UFO Discolsure, ricavate principalmente da fonti più o meno militari, riguardanti parti e pezzi di un più vasto puzzle su ciò ciò che essi credono sia realmente accaduto a Roswell (New Mexico), nel 1947, ovvero che non si sia trattato di aerostato fatto atterrare per prova ma di un fatto reale.

Egli ha anche ammesso che il campo degli UFO sia stato spesso l’obiettivo della disinformazione e della semina in tal senso attraverso gli anni, forse per legittimi motivi di sicurezza nazionale, inerenti la ricerca e lo sviluppo di velivoli aerospaziali. Egli ha detto:«Durante la mia carriera non se n’è accennato», ed ha specificato che né lui né i suoi colleghi astronauti non hanno mai visto le prove di ospiti dello spazio posizionati sul lato scuro della Luna, richiamando una storia fra le più “cult” della comunità ufologica.

Egli ha poi citato il fatto di come la credibilità dei testimoni e la coerenza delle loro storie, in rapporto all’evento di Roswell, abbia potuto influenzare la sua credenza nella realtà di ET. Il giorno successivo al recupero del disco volante era uscita una storia che, appunto, parlava di un disco recuperato, poi revocata da un comandante dell’esercito di grado elevato che parlava, invece, della caduta di un pallone atmosferico, del quale sarebbero stati recuperati diversi pezzi.
Di questa storia non se n’è più parlato per circa trent’anni fino ad essere riesumata all’inizio degli anni Ottanta, suggerendo che sarebbe stato ora che le forze aeree americane avessero fornito una revisione della loro storia ufficiale, che sosteneva che il crash di Roswell fosse un progetto di pallone atmosferico denominato Mogul, usato per monitorare l’atmosfera e individuare prove di possibili armi nucleari sovietiche.
Una versione successiva di questa storia da parte dell’aeronautica militare fu che vi fosse stato il presunto recupero di corpi alieni ma, in realtà, si sia trattato di manichini che furono usati per verificare le prove di impatto al suolo da grande altitudine. Ma, come è universalmente risaputo, i piani dell’Aeronautica militare per depistare le indagini sono stati numerosi e variano dal recupero di ET alle sperimentazioni con esseri umani, in barba al protocollo adottato a Norimberga che detta le condizioni entro le quali eseguire sperimentazioni che coinvolgano esseri umani, in riferimento alle vittime dell’olocausto nazista nei campi di concentramento.
Mitchell è stato fra i tanti ex funzionari militari e cittadini che hanno dileggiato le dichiarazioni rilasciate dell’aeronautica poiché si è sostenuta la credibilità dei tanti testimoni, la loro coerenza e la consistenza delle testimonianze: secondo lui un velivolo extraterrestre è davvero caduto a Roswell e la notizia è stata coperta per decenni: «Di che cosa avete bisogno in più», ha suggerito Mitchell, asserendo che le storie dell’aerostato dell’aeronautica sono palesemente false.

La vicenda di Roswell durante l’adolescenza di Mitchell

Ironia della sorte, il futuro astronauta è cresciuto proprio a Roswell, dove la sua famiglia ha avuto un ranch non lontano dal luogo del disastro (N.d.R. – Egli è nato il 17 settembre 1930 a Hereford, Texas ma è diventato grande, appunto, ad Artesia, nel New Mexico) sebbene nel tempo in cui il disastro è accaduto, egli non ha mai avuto notizie di prima mano sul disastro.
Ma un’altra ricerca riferita alla zona accadde a Roswell durante la giovinezza di Mitchell, poiché il pioniere di razzi Robert Goddard aveva portato il suo programma di ricerca a Roswell negli anni ’30 ed aveva lanciato numerosi razzi sperimentali. Ciò ha ovviamente attratto l’attenzione e stimolato la fantasia di Mitchell riguardo il possibile viaggio dalla Terra alle stelle.

La prima arma atomica testata vicino a Roswell

Mitchell ha poi raccontato che nel 1945 i vicini della sua famiglia hanno testimoniato di un grande bagliore bianco e luminoso al sopra dell’orizzonte, il quale ha segnato l’avvento dell’era atomica attraverso il collaudo della prima arma nucleare nel luogo chiamato Trinity. Mitchell ha detto che la bomba lo ha influenzato dapprima in maniera significativa e poi, dopo aver imparato esattamente di che cosa si fosse trattato, in maniera assai più importante poiché ne ha comprese tutte le implicazioni. Mitchell ha detto di credere al fatto che quell’esplosione nucleare possa aver attratto le presenze extraterrestri nella zona e crede, inoltre, che tale vicenda possa aver provocato lo scontro con il presunto velivolo alieno sostenuto per trent’anni dai ricercatori poiché la zona del test non è lontana dal luogo nel quale è scoppiata la prima arma nucleare della nazione.

UFO e siti nucleari americani

“Ho il sospetto strisciante che la ragione per Roswell fosse che il fenomeno UFO venne progettato per i nostri siti nucleari” ha dichiarato Mitchell nel corso della riunione. Egli ha asserito di essere preoccupato degli orientamenti dei governi terrestri e dei loro militari a piantare picchetti in segno di possesso di terreni e forse a pilotare armi nello spazio, una faccenda nella quale, probabilmente, Mitchell crede che vi possa essere stata la condivisione dell’intervento da parte degli extraterrestri.

Certezze e dubbi

Egli ha poi concluso il suo intervento dichiarando di aver detto, molti anni fa, dopo aver lasciato la NASA, di essere stato l’autore di un manoscritto contro la militarizzazione dello spazio in rapporto all’alta colonizzazione nazionalista di frontiera del vantaggio militare ma senza alcun beneficio per l’umanità. Questa pubblicazione venne presentata a trentaquattro editori e tutti si rifiutarono di pubblicarla. Infine, si è accomiatato dal pubblico del congresso sostenendo che tutto ciò che sta venendo avanti riflette le sue idee e preoccupazioni riguardo il senso delle cose verso cui si sta dirigendo il nostro pianeta, ed egli crede che la maggior parte della gente, avendo la consapevolezza che non siamo soli, avrà uno stimolo in più verso una considerazione più sana del futuro della Terra.