Misteri: antiche rovine sulla Luna

Luna-DiscoDiamo conto di una notizia che trae la sua origine nel lontano 2007 ma che, al momento in cui la Russia ha predisposto un nuovissimo programma spaziale per iniziare ad esplorare nei prossimi tre anni la Luna, trae nuova linfa ed è fonte di considerazioni assai interessanti. Gli obiettivi russi sono quelli di costruire tre navicelle spaziali adatto a missioni lunari di lunga durata e una base lunare volta alla produzione industriale di elio-3, un potente carburante per la sintesi nucleare in grado di alimentare per un intero anno una media nazione europea.
Non da meno è l’interesse mostrato dalla Cina verso il nostro satellite (Sonde Change’e-3 e Change-e 5 oltre al rover Yutu) con gli obiettivo dichiarati di studiare la struttura geologica lunare alla ricerca di possibili risorse da sfruttare e costruire una stazione spaziale permanente entro il 2032.

Ken Johnston

Moonalien_structure-moonNell’articolo della Pravda citato, si afferma che Ken Johnston, ex responsabile al controllo dei dati e delle foto del Dipartimento della NASA presso il Nasa’s Lunar Receiving Laboratory durante il programma Apollo Lunar Programm, avrebbe rilasciato alcune dichiarazioni sensazionali che, se confermate, potrebbero dare una risposta al famoso quesito sul come mai gli americani non siano più ritornati sulla Luna.
Johnston ha sostenuto che gli astronauti americani sbarcati sulla Luna avrebbero scoperto una tecnologia in grado di controllare la gravitazione nonché antiche rovine di origine artificiale (https://archive.org/details/AS11-41-6155), come quelle individuate dalla Missione Apollo 11 nei pressi del cratere 308 e visibile a lato, alle quali avrebbero scattato numerose fotografie che la NASA avrebbe ordinato di distrugge ma egli non avrebbe eseguito quell’ordine.

Fenomenologia lunare: i T.L.P.

Cratere_AristarchusChe la Luna sia sede di anomalie e più che evidente tant’è che la stessa NASA dedica una parte importante dei soldi che riceve dallo stato (http://www.nasa.gov/audience/foreducators/topnav/materials/listbytype/Moon_Anomalies.html#.VKrdmXsW6wc) allo studio del nostro satellite.
Se partiamo, ad esempio, dai T.L.P. (Transient Lunar Phenomenon), ovvero dai Fenomeni Lunari Transienti c’è già tanto materiale da rimanere allibiti. Si tratta, in pratica, di variazioni improvvise di colore o di luce di una parte della superficie lunare, che presentano una durata compresa fra una manciata di secondi fino a diverse ore, con testimonianze da parte di semplici cittadini, di astrofili, di astronomi e di scienziati (http://luna.uai.it/index.php/Ricerca_TLP_-_proposte_osservative_mensili).
Sono state formulate varie ipotesi rispetto a questa teoria di attività endogena della Luna e, almeno per ora, tutto sembra sostanzialmente circoscritto o ad una presunta fuoriuscita di gas o di altri componenti chimici o alla formazione di crateri da impatto, ma la scienza viaggia ancora nel buio più assoluto. Incredibile ma vero!

I fenomeni sono stati classificati in alcune tipologie generali ma, probabilmente, ne servirebbero diverse decine tanta è la differenza. Innanzitutto vi sono i cambiamenti di albedo o di luminosità, con una durata da qualche minuto ad alcune ore e con l’aggiunto, non raramente, di autentiche pulsazioni; vi sono poi gli oscuramenti di intere aree, che vengono oscurate all’improvviso o assumono un aspetto nebbioso dalla durata non quantificabile tanta è la diversità di casistica; vi sono anche colorazioni di intere aree, con tonalità che vanno dal rosso al blu e non mancano i lampi di luce improvvisi, della durata di frazioni di secondo o di alcuni secondi.
Se questa è la situazione generale di ciò che avviene sulla sola superficie si capisce bene il perché qualcuno abbia deciso di dedicare la propria vita allo studio dei T.L.P. : il professor Arlin Crotts, aiutato da diversi collaboratori, tiene continuamente monitorato il suolo lunare con telecamere: http://user.astro.columbia.edu/~arlin/TLP/

Fenomenologia lunare: gli O.E.L.

Oltre ai Fenomeni Lunari Transienti o TLP, vi è un’altra area della misteriosa fenomenologia lunare che lascia stupefatti: si tratta degli Oggetti Extra Lunari o Extra Lunar Objects (E.L.O.), ovvero oggetti che non sono propriamente appoggiati sul suolo lunare e che se osservati da Terra appaiono come immobili nei pressi della Luna, come si può osservare dai link allegati: http://www.vgl.org/webfiles/jon/ufoanal.htm e http://www.astrosurf.com/lunascan/u092196.htm.

Fenomenologia lunare: la casistica

Tra le testimonianze ufficiali che ci giungono dal passato giova ricordarne alcune avendo cura, comunque, di specificare che una rapida ricerca sulla rete dimostra che la quantità di osservazioni è enorme e ben spalmata attraverso i secoli.

18 giugno 1178, Canterbury
Cinque monaci stavano osservano la Luna nuova, che aveva ovviamente i corni rivolti ad est. D’un tratto il corno superiore diede l’impressione di dividersi in due e nella parte superiore s’innalzò una torcia fiammeggiante che lanciava fuoco, braci e scintille. Il fenomeno ebbe a ripetersi per una dozzina di volte poi tutto tornò alla quasi normalità poiché la superficie divenne scura. In seguito, qualcuno ipotizzò la nascita di un cratere lunare.

19 aprile 1787, Inghilterra
William Herschel, astronomo del re Giorgio III, ebbe a notare tre macchie rosse nella parte in ombra della Luna ma gli astronomi di corte ne attribuirono la causa a vulcani in eruzione.

Anno 1866
Il cartografo lunare Johann Friedrich Julius Schmidt dichiarò che il cratere Linné aveva mutato di aspetto. Oggigiorno questo cratere ha un diametro di circa due chilometri e mezzo.

2 novembre 1958, Russia
L’astronomo russo Nikolai A. Kozyrev osservò per una mezz’ora circa un’eruzione nel cratere Alphonsus a cui seguirono un insolito incremento della luminosità di tutta la zona centrale e la diffusione di una strana colorazione biancastra.

29 ottobre 1963, Gran Bretagna
James A. Greenacre ed Edward Barr, cartografi presso l’Aeronautical Chart and Information Center, registrarono a mano colorazioni rosse, arancio e rosa nel lato sud-est della Schroeter Vallis e nel bordo sud-ovest del cratere Aristarchus.

1 e 2 novembre 1963, Francia
Presso l’osservatorio francese “Observatoire du Pic-du-Midi”, situato sui Pirenei francesi, due astronomi fotografarono una luminescenza di una vasta area lunare.
Oltre alle suddette testimonianze, riportate dai alcuni siti di astronomia, ve ne sono anche altre “minori” ma non meno importanti, riportate per lo più da appassionati di ufologia che non da siti di astrofilia o astronomia.

19 ottobre 1945, Gran Bretagna
Sir Patrick Moore, http://it.wikipedia.org/wiki/Patrick_Moore_%28astronomo%29, astronomo amatoriale ma con titoli davvero importanti, vide il brillamento di due punti luminosi sulla parete del cratere Darwin http://the-moon.wikispaces.com/Darwin.

2 agosto 1948, Gran Bretagna
Sir Patrick Moore mentre se ne stava osservando la Luna al fine di disegnarne una mappa dettagliata ebbe ad osservare uno stranissimo fenomeno. La zona presso Capo Agarum (Mare Crisium) si ricoprì per diverso tempo di una nebbia luminescente.

28 ottobre 1963, Gran Bretagna
I cartografi James Greenacre ed il collega Edward Barr, presso il “Lowell Observatory” di Flagstaff (Arizona) ebbero ad osservare uno strano brillamento (http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2007/lsso_prt.htm), color rosso vivo, uscire dal cratere Aristarchus.

Fenomenologia lunare: presunte strutture artificiali

Luna-pyramideLunik13-costruzione-lunaGrazie anche all’esplosione di veri e propri filmati-spazzatura veicolati principalmente attraverso YouTube, è stata alimentata la filiera delle presunte strutture artificiali che sarebbero presenti sul nostro satellite.
Di strane costruzioni si iniziò a parlarne fra gli anni 1953 e 1954, grazie alle osservazioni effettuate da John J. O’Neil, redattore scientifico della “New York Herald Tribune”, che la sera del 29 luglio 1953 osservò con un telescopio rifrattore di 10 cm, da duecento ingrandimenti, un’enorme struttura naturale a forma di arco fra i due promontori Olivium e Lavinium nella parte orientale del Mare Crisium. O’Neil informò della scoperta l’ingegnere meccanico Hugh Percy Wilkins (1896-1960), appassionato astrofilo gallese. Egli, dopo aver osservato la zona con un rifrattore da 38 cm di apertura, confermò la notizia, e dichiarò di aver osservato, sulle rive orientali del Mare Crisium una struttura lunare naturale enorme, alta forse 19 chilometri, tendente ad unire i due promontori suddetti. Oggi sappiamo che quel fantastico “ponte” era il frutto di un’illusione ottica ma in quegli anni la notizia di un presunto “ponte” fece scalpore.
Ogni volta che si devono produrre degli assemblaggi di foto multiple, come è appunto il caso di vaste regioni lunari, si deve affrontare il problema dell’assenza di piccole zone non fotografate per cui si determinano punti di unione e di incrocio poco chiari che, non raramente, richiamano alla mente cose conosciute sulla Terra.
Coloro che desiderassero approfondire tale argomento è bene che si leggano attentamente questo ottimo PDF del grande Alfredo Lissoni http://www.alfredolissoni.net/leo.pdf che non contribuirà a sfatare al 100% il mito della Luna abitata ma aprirà gli occhi sulla realtà dell’indagine scientifica ma, al tempo stesso, lascerà una porta aperta sui motivi per i quali la NASA non abbia più proseguito sui suoi originari propositi di creare una base lunare.