Luci: i fulmini globulari

fulmine-globulare-illustrazione-francese-1899-national-geographicsI fulmini globulari, detti anche balls lightning, sono piccole sfere di luce che appaiono all’improvviso un po’ dovunque, ma è più facile osservarli all’interno degli edifici o lungo le strade. Spesso, però, la sua forma è solo vagamente sferica, e mostra una piccola coda con dei bagliori diffusi e un’illuminazione che si attenua con gradualità. Il suo diametro è assai variabile ma sempre molto piccolo e quasi mai superiore al metro; la casistica, legata principalmente alle sensazioni di coloro che hanno potuto osservare il fenomeno, dice che per un terzo circa non si superano i 10 cm, per un terzo non si superano i 20 cm e per un altro terzo non si supera i 50 cm di diametro; solo in rarissimi casi sono state osservate sfere di luce superiori al metro di diametro.

Dal punto di vista cromatico il fenomeno si presenta assai vario: non c’è un colore che prevalga decisamente sugli altri, tuttavia alcuni colori risultano con una frequenza leggermente superiore; essi sono: bianco, giallo, arancio e rosso e c’è anche una piccola tendenza ad un miscuglio di colori multipli.

Come si comporta un fulmine globulare?

Innanzitutto si libra in ogni direzione, anche a dispetto del vento, ed ha la proprietà di entrare negli edifici passando letteralmente “attraverso i vetri delle finestre” oppure scegliendo la più comoda corrente d’aria creata da un eventuale camino. È difficilissimo vederlo compiere movimenti ascensionali. Il suo rumore più tipico indicato dai testimoni è sicuramente quello di un leggero e continuo sfrigolio, simile alla sonorità che si produce accendendo un fiammifero. In diversi casi è stato notato che, al momento della scomparsa, hanno prodotto un vero scoppio. Esso non produce un odore tipicamente riconoscibile, tuttavia le testimonianze raccontano di odore simile a quello dello zolfo. Solitamente produce una luminosità debole, difficilmente superiore a quella emessa da una piccola lampadina. Non esiste un tempo medio di durata del fenomeno, ma si parla di un tempo che è variabile da pochi secondi ad alcuni minuti e, in rarissimi casi si arriva ad una mezz’ora. E non esiste nemmeno una numerosità di riferimento; di solito, si pensa che il fulmine globulare si presenti da solo ma si hanno testimonianze di apparizioni contemporanee di decine di sfere di luce di ognuna delle dimensioni citate (Casumaro, FE), che sono rimaste attive per una mezz’ora. Nonostante la loro apparente pericolosità, queste sfere di luce che sfrigolano o scoppiano e svolazzano senza sosta in ogni direzione possono al massimo provocare delle insignificanti ustioni se toccate con una parte scoperta del corpo.

I fulmini globulari non si devono confondere con i “Fuochi di Sant’Elmo“, in quanto qui si ha l’effetto corona di una scarica elettrica alla sommità del pennone delle imbarcazioni, con tanto di scoppiettio.
Non si devono confondere nemmeno con gli “Elfi“, cioè effetti cromatici che si formano al di sopra delle nuvole durante i temporali, né con altri fenomeni sempre collegati ai temporali, ma che si manifestano al di sotto delle nuvole: i getti di luce blu e gli spettri di luce rossa.

Formazione dei fulmini globulari

Sulla sua formazione vi sono solo delle ipotesi. La prima è stata formulata da Leonidovic Kapitza, premio nobel per la fisica nel 1978, pensa che l’origine del fenomeno possa ricercarsi nel sistema di onde elettromagnetiche originate dai temporali e stazionanti fra le nubi ed il suolo; dal differenziale fra le maggiori e minori intensità delle onde verrebbe a generarsi una “regione ionizzata” o “regione di plasma”, ovvero un’area atmosferica in cui gli elettroni si separano dagli atomi ma continuano ad assorbire l’energia delle onde elettromagnetiche e generano in tal modo il fulmine globulare.

La seconda ipotesi è stata formulata da John Abrahamson e James Dinniss pensano invece ad una reazione chimica che nasce dall’impatto di un fulmine al suolo: si formerebbero dei filamenti di microparticelle di silicio e carbonato di silicio, in grado di bruciare a contatto con l’ossigeno ed emettere così l’energia visibile sotto forma di fulmine globulare. Probabilmente, però, le due teorie sono vere solo in parte perché i fulmini globulari si presentano anche in assenza di temporali e con tempo totalmente sereno, tuttavia è molto facile vederli subito dopo un fulmine.