La Chiesa alla ricerca della vita aliena

chiesa-e-vita-alienaLe idee fin qui messe in campo dalla Chiesa rispetto alla vita aliena sembrano essere del tutto simili a quelle che stiamo esprimendo noi ufologi: in una qualsiasi Galassia, quella che volete voi, esiste una moltitudine pressoché incalcolabile di pianeti del tutto simili alla nostra Terra, per cui dovrebbe essere normale ritenere che l’Universo sia abitato da esseri viventi del tutto simili a noi. Probabilmente, però, nel nostro Sistema Solare, oltre a noi non esiste altri esseri che batteri e virus, ma in altri sistemi solari, lontani ed attualmente irrangiungibili, è pressoché certa la presenza di altre civiltà evolute come la nostra, se non di più. Ed è dunque per questo punto di vista che la Chiesa sostiene la tesi che ET possa veramente esistere e sia perciò nostro fratello.

L’ANNO DELLA SVOLTA

In questo nostro secondo viaggio nel pianeta dell’ufologia cattolica dobbiamo prenderla un po’ alla lontana e ritornare all’anno 1992 in quanto quello è da considerarsi il vero anno della svolta ufologica, non solo della Chiesa, ma dell’astrofilia e dell’ufologia. Prima di quella data non è che l’uomo non avesse scoperto proprio nulla al di fuori del nostro sistema solare: sapevamo che là fuori c’erano pianeti extrasolari, ma erano in condizioni così diverse dal nostro pianeta che anche solo parlarne avrebbe gettato discredito su chiunque. Si sapeva che ce n’era uno piccolo piccolo, quaranta volte più piccolo della Terra. Si sapeva che ce n’era uno grande grande, addirittura cinquemilacinquecento volte il nostro pianeta. Si sapeva che ce n’era uno vicino vicino, in anni-luce, dentro al sistema di Alpha-Centauri, ma si parlava pur sempre di anni-luce, ovvero di distanze improponibili. Si sapeva che ce n’era uno lontano lontano, individuato a duecentocinquantadue anni luce dalla Terra. Troppo! E si sapeva anche che ce n’era uno velocissimo, quasi fosse un elettrone: un suo anno durava solamente tre giorni terrestri.

LA STELLA PULSAR

Insomma, là fuori era tutta una meraviglia. Meraviglia che aumentò a dismisura allorquando, proprio nel 1992, furono scoperti altri due pianeti extrasolari ruotanti in un luogo che nemmeno Albert Einstein avrebbe teorizzato: attorno ad una stella Pulsar, ovvero una stella di neutroni che si forma in seguito all’esplosione di una Supernova che, a sua volta, si forma dall’esplosione di una stella di grande massa. La Pulsar non emette alcun tipo di luce, crea un campo magnetico talmente grande da non poter essere calcolato ed ha una massa superiore a quella di un’immensa bomba atomica, come è il nostro Sole, appunto: un solo cucchiaino da Tè peserebbe come tutta la nostra catena delle Alpi messa assieme! In termini ufologici, la Pulsar è la stella più famosa in quanto legata all’illusione Little Green Men, come potrete leggere nell’articolo linkato.

GLI ANNI VERI DELLA SVOLTA

Ad aprile del 1994, gli astrofisici Michel Mayor e Didier Queloz, dell’Osservatorio di Ginevra, scoprirono il primo vero pianeta extrasolare o esasolare che dir si voglia, tanto è la stessa cosa.essi stavano indagandoben centoquarantadue stelle contemporaneamente, ma Mayor concentrò le sue attenzioni sulla stella “51 Pegasi” e a settembre 1994 capì immediatamente che  avrebbe potuto trovarsi di fronte a qualcosa del tutto inaspettato, completamente nuovo e diverso da ciò che era stato osservato prima di allora. Arrivò così il mese di gennaio del 1995 nel quale le sue osservazioni gli fecero capire che quella stella era soggetta ad una “perturbazione esterna”, provoicata dal transito di un pianeta. Ad agosto dello stesso anno i due pubblicarono i risultati della loro ricerca e quello fu il mese dei mese, ovvero il mese di una nuova era per l’uomo: attorno alla stella 51 Pegasi stava ruotando regolarmente un pianeta che aveva una massa uguale alla metà di Giove, quindi non proprio piccolo, ma aveva una velocità orbitale di 4,2 giorni, ovvero quella era la durata del suo anno.

La reazione della scienza ufficiale fu terribile in quanto nessuno era disposto a credere che avesse potuto esistere un pianeta extrasolare sette volte più vicino alla sua stella di quanto non lo sia il nostro Mercurio rispetto al Sole, che dista circa cinquantotto milioni di chilometri. Ma il pianeta era là e quella era una realtà. La prima delle incredibili realtà che mostrarono gli oltre duemila pianeti extrasolari fin quì scoperti dall’uomo. A dicembre del 1995 furono scoperti altri due pianeti esasolari, da Geoff Marcy e Paul Butler dell’Università di san Francisco: il primo orbitava attorno a 47 Ursae Majors, mentre il secondo conduceva tranquillamente la propria esistenza attorno a 870 Virginis.

E dopo soli quattro anni arrivò, chiaramente ed ovviamente, alla faccia delle schiere di astrofili, astrofiletti e astrofilini tassativamente “antiufologi e anti-planetologi esasolari” per definizione, quindi tutti orgogliosamente chiusi nel loro credo assoluto, modello “Daesh”, di vita unica sulla Terra, l’annuncio che era stato scoperto il primo sistema solare planetario, a soli quarantaquattro anni-luce da casa nostra. Furono gli stessi Marcy e Butler a scoprire che attorno alla stella Upsilon Andromedae si rincorrevano felicemente tre pianetini dalle orbite completamente diverse: la più veloce di soli 4,6 giorni, la più lenta di ben 3,5 anni e la più normale, assai simile a quella della nostra Terra, di 242 giorni.

TUTTO DACCAPO

Punto e a capo. Lettera maiuscola e tutti in prima elementare. Quella fu l’alba vera di una nuova era per la nostra civiltà e per le nostre menti. Qui si doveva ricominciare tutto daccapo. La fuori non c’erano più le certezze della Scienza: solo il nostro Sistema Solare. E là fuori non c’erano più nemmeno le certezze della Chiesa: Dio ha creato la Terra (il nostro pianeta) ed il cielo.

Quello fu il crollo totale di ogni scienza e di ogni religione. Tutto era da rivedere. Tutto era da riscrivere. E la povera ufologia, derisa, denigrata ed evitata fino ad allora come la peste da orde di astrofilini, astrofiletti, astrofilacci allineati al sistema, da scienziati, astrofisici e astronomi di ogni tipo, da psicologini, psicologetti e psicologioni deputati dal sistema stesso a schedarci fra i “pazzi in lista d’attesa” per il manicomio cittadino, divenne per un po’ di tempo, almeno fino alla ripresa dal KO terrificante in cui erano incorse Scienza e Religione insieme, la vera ed unica “ancilla delle ancille“, sovrana assoluta sul meraviglioso trono della convinzione che la cosa più normale che ci potesse essere là fuori fosse la vita, ma non quella batterica e microbica, stupida ed irriverente verso l’intelligenza umana e del tutto penosa sulle bocche dei più bei cervelli del pianeta, della quale parlano ancora gli scienziati della NASA ed i soloni dell’astronomia per non perdere la loro minestra quotidiana, ma una vita bella, stupenda, meravigliosa, forse colorata diversamente dalla nostra, ma comunque strutturata sotto forma antropomorfa.

Ma certo! Quello che tutti hanno già capito ma che nessuno ha ancora avuto il coraggio di confessare è che ora non rimane altro da sapere che il cognome, il nome e l’indirizzo esatto dei nostri fratelli superiori o inferiori che siano. Infatti, essendo il numero dei pianeti del tutto simili alla nostra Terra pressoché infinito, ci attendiamo tutti una sola e semplice risposta: là fuori esiste la vita del tutto simile alla nostra, ma è troppo lontana da noi perchè la possiamo incontrare.

LA CHIESA LO HA CAPITO

Tutti in Vaticano capirono al volo l’antifona: se ET esiste è meglio che arriviamo preparati e se dovessimo arrivare per primi, avremmo la grande ed unica opportunità di tentare di convertirlo al nostro credo. Così fu subito guerra ed il 19 ottobre di quel lontano 1995 apparve sul Messaggero un’intervista a monsignor Fisichella, a quel tempo presidente della Pontificia Accademia di cui vi abbiamo parlato nel precente articolo, nonché Rettore della Pointificia Università Lateranense. Lo storico articolo suonava all’incirca così nei contenuti: se ET esiste servirà il missionario spaziale per evangelizzarlo. Se ET è intelligente dovrà conoscere Dio, ma allo stato attuale non sappiamo se possa avere bisogno della Redenzione (ovviamente dal peccato originale).

Il dado era stato lanciato e la figura del missionario spaziale rese immediatamente lucidi gli occhi di migliaia e migliaia di potenziali sacerdoti. Era nata una figura nuova nello statico ed inamovibile mondo cattolico: il missionario dello spazio che avrebbe potuto, arrivando per primo, convertire alla propria religione schiere pressoché infinite di popoli celesti. La conversione religiosa diventava la “Mission” vaticana del futuro.

Scese nell’agone politico-religioso anche monsignor Balducci. Nella puntata che RAI 1 dedicò agli UFO la sera dell’8 ottobre 1995, tra i vari ospiti venne invitato anche (Che strano?) monsignor Corrado Balducci, più noto come teologo ed esperto di demonologia, ma comunque membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Chi, dunque, meglio di lui? Ovviamente nessuno. E fu subito dichiarazione d’intenti in quanto egli esordì sostenendo che: “… varie considerazioni fanno dire con certezza che l’esistenza di questi esseri c’è. Non si può dubitare … La prudenza dice di essere prudenti, ma non di negare. Cristo è il centro dell’Universo, un Universo costituito da migliaia di galassie…”. Le prime frasi furono traumatiche: si andava oltre la visione cristiana del Mondo creato da Dio: là fuori non c’era più solamente la Terra col suo carico vivente, ma galassie e popoli celesti in numero spropositato.

Ed il suo intervento continuò in maniera ancor più chiara e decisa: “… Là fuori ci sono altri Mondi. Abitati da chi? La natura non fa salti…“. Il che equivaleva a dire che se quaggiù sulla Terra abbiamo tre regni (vegetale, animale ed umano), la stessa cosa avverrà lassù, fra i regni celesti in carne ed ossa dei nostri fratelli cosmici.

E c’è un’altra cosa, oltre ai tre regni, che potrebbe accomunare l’uomo ad ET? Certo! Per entrambi esiste un “regno non terreno“: è il Regno Angelico. E poiché lo spirito dell’uomo è l’Anima stessa, lo spirito di ET dovrà essere necessariamente la stessa cosa. Quell’anima, dunque, che non ha mai bisogno di dormire, quell’anima che sa essere non legata al corpo, ma immanente nella mente e nel corpo all’unisono, è il vero punto di contatto con ET.Tutto doveva essere detto quella sera. E tutto fu detto. Anche che papa Giovanni Paolo II seguisse in diretta televisiva ogni evento riguardante l’ufologia e gli UFO.

Qui termina la seconda parte della nostra inchiesta dedicata al rapporto fra Chiesa cristiana ed ufologia. Seguiteci anche nei prossimi articoli ed avrete uno spaccato assai più chiaro del rapporto fra Chiesa e ricerca della vita aliena.

centro-ufologico-ferrarese-cuf-artioli-fiorenzoDesiderate frequentare il nostro centro ufologico? Siamo a Vigarano Pieve, in via Mantova 117, nella palazzina che ospita la Delegazione Comunale del Comune Vigarano Mainarda, luogo dell’avvistamento della gigantesca astronave aliena, osservata contemporaneamente da quattro persone adulte la sera del 27 settembre 1986. La nostra sede è aperta tutti i giorni, ma la serata ufficiale è il giovedì, dalle 21:30 alle 23.00 circa. Vi piacerebbe iscriverti al nostro centro ufologico e provare a fare ufologia? L’iscrizione è gratuita e valida per sempre. Per informazioni di ogni tipo o segnalazioni di presunta natura ufologica, potete telefonare in ogni momento al 333.595.484.6 e vi risponderò io, Fiorenzo Artioli, fondatore e coordinatore del Centro ufologico ferrarese, nonché redattore del presente articolo, liberamente utilizzabile nel Web a patto di ricordarsi di citarne la fonte, così da dare a Cesare ciò che gli appartiene di diritto, ovvero le idee che sono state qui espresse.