Europa: ricerca della vita

depthx-project-2007Il 15 maggio 2007 potrebbe essere stata una data assai importante per l’intera umanità poiché ebbe inizio, nella località messicana di El Zacatón (Sonora), il viaggio del piccolo sommergibile-robot denominato DEPTHX (Deep Phreatic Thermal Explorer), del diametro di due metri e mezzo, di forma circolare, completamente automatico ed autonomo. Esso ebbe il compito di provare a raggiungere il fondo del Cenote Zacatón, il pozzo a cielo aperto che con i suoi 282 metri è il più profondo della Terra.
Il DEPTHX Project, finanziato dalla NASA (National Aeronautics and Space Administration) come parte del “Programma di Esplorazione dei Pianeti“, abbracciava diverse discipline e spaziava dall’ingegneria alla robotica, dalla geologia all’astronomia poiché, in futuro, la tecnologia DEPTHX potrebbe aiutare gli scienziati nella ricerca di vita su altri pianeti o su altre lune. Infatti, il sommergibile-robot DEPTHX, dopo aver raggiunto le profondità terrestri mai raggiunte prima, ed aver svolto tutti i test di base programmati, svolse anche quello più importante consistente nel produzione di una rilevazione cartografica in 3 dimensioni del fondo lacustre, grazie ad un sistema di 56 sensori sviluppato dalla Carneige Mellon University. E tutto ciò poiché il sospetto degli scienziati era, ed è tuttora, che sotto la superficie dei ghiacciai di Europa, una delle tante lune di Giove il quale, per inciso, ha una sessantina di satelliti, si possa nascondere dell’acqua in cui potrebbero vivere forme di vita complessa.

A tal proposito, John Spear, un ricercatore esperto di microbiologia presso la Colorado School of Mines, ha una teoria assai semplice: egli sostiene che le piante, gli animali, i funghi, i microbi e i batteri siano, ovviamente, le forme di vita conosciute, ma là, su Europa, potrebbe esistere una nuova branchia della vita normalmente intesa; ovviamente, tutto ciò potrebbe aprire la possibilità di una nuova conoscenza di nascita e sviluppo di vita che avrebbe certamente importanti risvolti per la salute di noi terrestri. Per tutti questi motivi, conviene dunque dare un’occhiata ad Europa, la quarta luna di Giove per dimensione.

EUROPA: UNA LUNA DI GIOVE

Europa, satellite di Giove, venne scoperto il 7 gennaio 1610 da Galileo Galilei, assieme ad IoGanimède e Callisto. Dal punto di vista etimologico, Europa prese il nome dalla figlia di Angenore, un re della città fenicia di Tiro, ora Libano. Nella letteratura passata, Europa veniva anche indicato come “Giove II” o “secondo satellite di Giove”, facendo così riferimento alla sua distanza da Giove ed escludendo, chiaramente, il nugolo di altri satelliti minori con un’orbita assai più interna. Ma quando, nel 1892, fu scoperta anche Amaltea, Europa retrocesse in terza posizione. Dal 1979 poi, grazie alle sonde Voyager, furono fatte altre scoperte di satelliti per cui Europa passò al sesto posto.

Questa luna di Giove ha un’orbita quasi del tutto circolare, di circa tre giorni e mezzo e così presenta sempre la stessa stessa faccia (emisfero) rivolta verso il pianeta Giove. Tuttavia, a causa dei disturbi gravitazionali esercitati dagli altri satelliti, si genera una leggerissima eccentricità dell’orbita (0,0094) tale da procurare una distanza variabile dal suo pianeta. Tale particolare diventa fondamentale per poter spiegare la presenza, su Europa, di oceani liquidi al di sotto della sua superficie ghiacciata. Infatti, Europa presenta una forma leggermente allungata, causata dalla forza gravitazionale esercitata da Giove allorquando il satellite si trova alla distanza minima dal pianeta gassoso; in pratica, avviene che una piccola parte dell’energia rotativa di Giove venga a dissiparsi sulla luna Europa che, in questo modo, ne ottiene in cambio “calore allo stato puro”, ovvero si genera uno scambio termico chiamato “riscaldamento mareale”.

Grazie allo spettrografo del telescopio spaziale Hubble, è stato possibile rilevare attorno ad Europa la presenza di una tenue atmosfera composta di ossigeno che però non ha un’origine biologica come quella terrestre: l’ipotesi dei ricercatori è che essa sia stata generata dall’interazione fra la luce solare e le particelle della sua superficie ghiacciata, che avrebbe portato a produrre vapore acqueo. Poi, l’idrogeno proveniente dalla successiva dissociazione molecolare, si sarebbe dissipato (e continuerebbe a farlo) e perso nello spazio lasciando così via libera al predominio dell’ossigeno.

Grazie alle immagini provenienti dalla sonda Galileo, messa in orbita a dicembre del 1995, la superficie di Europa appare del tutto piatta e priva di crateri causati dall’impatto di meteoriti. Tuttavia, gli scienziati sospettano che questo apparente appiattimento della superficie sia dovuto ad un’immensa crosta ghiacciata, di uno spessore variabile da 10 a 30 km, del tutto assimilabile alla tipologia dei nostri ghiacci polari ma, soprattutto, in virtù degli aspetti particolari legati alla sua orbita ed alla vicinanza di Giove, si sospetta che questa crosta nasconda un autentico oceano di acqua allo stato liquido, forse profondo anche 100 chilometri. La temperatura superficiale di Europa si aggira fra -150°C e -160°C nelle zone equatoriali e -220°C nelle zone polari ma, se l’ipotesi dell’acqua liquida sarà confermato, si avrebbe di certo una temperatura diversa per via del calore trasmesso da Giove che sarebbe in grado di mantenere l’acqua allo stato liquido.

La superficie di Europa, come abbiamo visto, è praticamente pianeggiante, con modeste zone collinari che possono arrivare fino ad un chilometro di altezza. Tuttavia, questa luna gioviana presenta un autentico mistero: le famose striature. La scienza pensa che la causa sia da ricercarsi in un “effetto albedo“, che enfatizzerebbe la topografia della bassa superficie. In pratica, l’albedo è l’indice di capacità riflettente della superficie di un oggetto celeste che non brilli di luce propria (pianeti, satelliti naturali ed artificiali) e si esprime dal rapporto che intercorre fra la luce riflessa e la luce incidente. Un ruolo determinante di tale effetto è dovuto alla presenza di calotte polari estese o di zone ricoperte da ghiaccio (è il caso di Europa) o da neve in quanto esse hanno un alto potere riflettente. Morale: l’albedo di Europa è di 0,64: un valore altissimo se paragonato a quello della nostra Luna (0,07), della Terra (0,45), di Nettuno (0,55) e di Venere (0,70). A questo valore così elevato dell’effetto-albedo si aggiunge, appunto, il mistero delle striature che attraversano tutta la superficie di Europa, incrociandosi praticamente su tutto questo satellite di Giove. Le bande più larghe delle striature raggiungono anche i 20 km ed appaiono più scure rispetto alla zona centrale delle stesse: gli scienziati pensano all’effetto provocato da passate eruzioni di acqua calda o di geyser, inoltre attribuiscono un’altra parte della causa agli stress gravitazionali a cui Europa è continuamente sottoposto da Giove, che provocherebbero continue fratture di superficie del tutto simili alle nostre dorsali oceaniche. Tuttavia, alcuni scienziati hanno osservato che i modelli terrestri hanno dimostrato che solo le striature più giovani rispettano la teoria mentre quelle più anziane tendono a subire orientamenti diversi. Ciò ha portato a sospettare che la parte interna di Europa sia costituita da materiale liquido che ruoterebbe ad una velocità diversa rispetto alla materia di superficie. Infatti, grazie alle fotografie delle sonde Voyager e Galileo, ora si sospetta che la crosta faccia un giro in più, rispetto all’interno, ogni 10.000 anni.

Vi è, infine, l’enigma delle cupole che avvolgono Europa di un profondo mistero. Sulla crosta del satellite sono presenti numerose formazioni a cupola,  circolari ed ellittiche, dette “lenticulae”, la cui sommità fa pensare ad antiche pianure. Sulla crosta sono anche visibili strani punti scuri, apparentemente lisci, sulla cui natura si fanno varie ipotesi.

Secondo la maggior parte degli scienziati, sotto la crosta ghiacciata di Europa potrebbe esserci acqua allo stato liquido in quantità industriale. Se tale ipotesi sarà confermata l’umanità si troverebbe di fronte ad una scoperta di incommensurabile portata scientifica poiché sarebbe l’unico caso, oltre alla Terra, dentro al nostro Sistema Solare. Inoltre, simulazioni di laboratorio hanno dimostrato che tale acqua potrebbe essere salata e la temperatura di questo immenso giacimento sotterraneo sarebbe attorno a 0°C: ovvero, saremmo di fronte alla possibilità di trovare forme di vita elementari a due passi da casa nostra. Qui si tratterebbe indubbiamente di cercare forme di vita estremofile ma anche forme viventi del tutto simili alle nostre, considerato anche il fatto che sotto i ghiacciai terrestri, a circa quattro chilometri di profondità, si sono sviluppate forme di vita elementari. Se poi si considera che, quaggiù da noi, nelle profondità oceaniche e sul fondo del Lago Vostok, esistono sorgenti idrotermali potrebbero diventare del tutto profetiche le dichiarazioni del prof. Robert Pappalardo, assistente presso il dipartimento dello Spazio dell’università del Colorado: «… Europa, oggi, è un ambiente abitabile. Dobbiamo confermarlo… potenzialmente, ha tutti gli ingredienti per la vita…».