Chiesa, ET e il problema della Redenzione

chiesa-e-vita-aliena-ufo-sul-vaticanoComunque la si voglia girare, la questione del rapporto fra la Chiesa cattolica cristiana ed i pressoché certi fratelli superiori, sparsi fra gli infiniti mondi abitabili di questo immenso Cosmo, è sempre quella: se è fuor di dubbio che ET dovrà certamente essere evengelizzato, sarà anche necessario redimerlo dal peccato originale? In questo articolo cercheremo di fare luce sul problema della Redenzione dal peccato originale, un argomento che ha molto più sostanza di quanto non sembri e che, forse, sta anche più a cuore alla Chiesa di quanto non lo stia la sola evangelizzazione, intesa nel suo significato vero di “conversione al Cristianesimo”.

Da una parte, è certamente condivisibile il fatto che non si possa precludere al cristiano la possibilità di ritenere che il suo Dio, dopo aver creato il Cielo e la Terra, possa anche aver creato altri mondi abitabili, ma dall’altra parte rimane altresì certo il dubbio, comunque del tutto insolubile, della necessità di dover redimere o meno ET dal peccato originale, ovviamente nel caso in cui anche gli extraterrestri se ne fossero eventualmente macchiati.

Non è una cosa da poco in quanto tale dubbio potrebbe anche diventare sostanza nel caso in cui si sostenesse, all’interno di una visione cristiana assai allargata della fede e assolutamente non contemplata da nessuna parte, che il peccato originale avesse coinvolto, oltre a noi miseri esseri umani, anche tutti gli altri eventuali esseri viventi e intelligenti del Creato. Ovvio che, a priori, non si possa sostenere alcunché in quanto si dovrebbe controllare il cammino da ET per comprendere il suo coinvolgimento nel peccato originale. Ma se si potesse andare anche solo un po’ a ritroso ne risulterebbe una situazione comunque logica: o ET discende da Adamo ed Eva o discende da un qualche altro Essere. Nel primo caso gli alieni sarebbero sottomessi al peccato originale e Gesù Cristo sarebbe morto crocifisso anche per loro, nel secondo caso, invece, discendendo gli alieni da altri Esseri, non avrebbero bisogno della Redenzione.

ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA?

L’anno 2000, oltre a farci entrare ufficialmente nel terzo millenio, allargò enormemente gli orizzonti dei cristiani sulla questione ufologica in quanto sul numero 122 della rivista francese “Question” apparve un inserto speciale monografico, interamente dedicato agli UFO. In tale opuscolo si spiegava a chiare lettere la dottrina necessaria per evangelizzare eventuali civiltà aliene sparse fra gli infiniti mondi abitabili di questo nostro meravigioso e sterminato Universo, ma non si specificava, purtroppo, la lingua da utilizzare per realizzare tale obiettivo.

LA FIGURA DI CARL RAHNER

Lobiettivo dell’evangelizzazione di ogni essere del Creato faceva riferimento ad una figura decisamente carismatica: il teologo tedesco Carl Rahner, scomparso nel 1984. Egli sosteneva con estrema chiarezza che l’insegnamento della Chiesa sul tema del peccato originale implicasse la tesi del “monogenismo“, ovvero dell’unicità dell’origine di tutta la razza umana mentre, per contro, la scienza faceva esattamente il proprio lavoro sostenendo la tesi della “poligenesi“, ovvero della pluralità dell’origine delle razze viventi.

Nell’Enciclica “Fides sed Ratio” di Giovanni Paolo II, del settembre del 1998, si apre un universo sulla questione: non venendo posti limiti alla ricerca scientifica, si invita la Teologia a tentare di conciliare i due suddetti punti di vista della monogenesi e della poligenesi. Ritengo che il motivo di questo fortissimo sprone papale fosse dovuto al fatto di tentare di porre la volontà divina al centro di tutto ciò che vive sotto la forma intelligente, per cui la volontà di Dio sarebbe esattamente quella della “salvezza universale“.

Se tale visione fosse corretta, diventerebbe del tutto probabile, sempre in un’ottica cristiana, l’esistenza di altri mondi abitabili, del tutto simili alla Terra, creati ovviamente da Dio. In tal modo, l’eventuale contatto con ET non prudurrebbe alcuna contraddizione perché rimarrebbero vivi e sempre attuali i cardini del cristianesimo, ovvero la fede in un Dio creatore, la redenzione dal peccato originale da parte di Gesù Cristo e la conseguente speranza di una vita davvero eterna.

DOPO IL 2000

Al fuoco c’era, dunque, tanta carne. Forse troppa, però, per la teologia del tempo. E la prova arrivò nel 2004, all’indomani di una intervista che il quotidiano vaticano “Avvenire”, organo ufficiale della Chiesa, fece a padre Giuseppe-Tanzella Nitti: non proposte di azione, ma solo critiche. Egli, partendo dal concetto che le notizie del periodo avevano creato aspettative verso condizioni più favorevoli allo sviluppo della vita rispetto agli anni passati, evidenziò l’aspetto critico verso il messaggio radio lanciato dal telescopio di Arecibo, il 16 novembre 1974, in direzione dell’ammasso globulare di Ercole M13: in mezzo alla scienza contenuta nel messaggio l’uomo non aveva dato spazio al fatto che la maggior parte dei terrestri credesse in un Dio creatore. E lo stesso errore era stato fatto sulle sonde Pioneer del 1972 e del 1973. Insomma, sembrò per un attimo che la montagna dell’enciclica “Fides sed Ratio” avesse prodotto solo un piccolissimo topolino. Fu solo un attimo, però!

IL NUOVO PENSIERO CRISTIANO

Ma l’alba del giorno dopo era lì pronta e doveva solo spuntare e sbocciare con i suoi primi frutti. La sua prima apparizione ufficiale arrivò, puntuale, a novembre del 2005, con il libro della svolta decisiva verso la questione ufologica: “Intelligent life in the Universe?“, di padre Guy Consolmagno, prima figura moderna della Chiesa di fronte al problema della vita sparsa per tutto l’Universo. Gesuita, astronomo della Specola Vaticana, credente nell’esistenza di ET, nonché tra i maggiori esperti mondiali nello studio e nella catalogazione di meteoriti, padre Consolmagno condensò il suo pensiero nel sottotitolo di quella pubblicazione: “Catholic Belief and the Search for Extraterrestrial Intelligent Life“. L’intera opera era fondata sulla seguente visone del Mondo: Dio esisteva prima della Creazione, per cui Egli è il padre di tutti gli esseri dell’Universo. Insomma, non ce n’era più per nessun altro in quanto era come dire che l’esistenza di altre razze sparse per il Cosmo non era contraria al pensiero cristiano.

OMBRE E LUCI NEL 2006

Il successivo anno 2006 portò ombre e luci, come è giusto e normale che sia in ogni pensiero in corso di evoluzione. Il giorno 11 marzo andò in onda su RAI 2 un reportage sulla possibile esistenza di altre forme di vita nell’Universo. Fu intervistato padre Giuseppe Kock, gesuita ed astronomo, figura cattolica di alto spessore in quanto, al tempo, vice-direttore della Specola Vaticana. Purtroppo il suo messaggiò si limitò ad un concetto già trito e contrito da tutti: nel Cosmo è possibile rintracciare solo forme di vita primordiali per cui, parlando di altri esseri, sarebbe bene distinguere tra forme di vita primordiali e forme di vita intelligenti. Insomma, si stava forse tentando di porre rimedio ad un volo in avanti, dell’anno prima, apparentemente troppo precipitoso per i tempi ed i modi di operare della Chiesa. Se Consolmagno fu un “like” per noi ufologi, padre Cock fu un deciso “unlike”.

Un apparente passettino in avanti lo si fece un mese dopo, il 16 aprile 2006, allorquando sempre l’Avvenire pubblicò l’articolo “Astrofisici a caccia del pianeta X“. Ma perché si stava tentando di spostare il dibattito dal tentativo di risposta teologica alla possibile presenza di ET nel Cosmo ad una prova scientifica della possibile esistenza di un misterioso “decimo pianeta del nostro Sistema Solare“?.

A noi ufologi sembrò che stesse incredibilomente per entrare dalla finestra ciò che la Scienza e la Religione avevano appena gettato ufficialmente fuori dalla porta: la visone del Mondo di Zecharia Sitchin (1920-2010), sostenitore ufficiale sia della “Teoria degli antichi astronauti” che della presenza del “Decimo pianeta“, più noto col nome di Nibiru. Egli attribuiva, infatti, la creazione dell’antica cultura dei Sumeri alla razza aliena degli Anunnaki, un popolo che proveniva dal pianeta Nibiru, appunto, ovvero quell’ipotetico decimo pianeta che ritornerebbe in zona ogni tremilaseicento anni. Quello sì che fu un articolo di sostanza, poiché implicava davvero una visione del tutto nuova della vita nel Cosmo, dettata certamente dalle scoperte che si erano succedute da poco. Nel 2003 era stato “riscoperto” il pianeta nano “136199 Eris“, ribattezzato poi col solo nome di Eris e scambiato in primis per il decimo pianeta direttamente dalla NASA. Esso era già noto col nome di Xena.

APOTEOSI FINALE?

E venne anche il tempo per qualcosa di veramente nuovo. Tutto era iniziato all’alba del 2000, con la famosa intervista del 13 dicembre a padre Josè Gabriel Funes, pubblicata sul Corriere della Sera e intitolata: “ET esiste ed è mio fratello“. L’astronomo argentino lavorava attorno all’idea che in una qualsiasi galassia del Cosmo si potesse trovare una moltitudiine di pianeti gemelli della Terra, con esseri viventi come noi. Purtroppo, nel nostro Sistema Solare esisterebbero solo microbi e batteri, ma in altri mondi lontani, invisibili ed irraggiungibili, vi sarebbero certamente civiltà evolute.

Successivamente, questa prima bozza di lavoro iniziò a prendere sempre più forma e corpo fino a quando, nel 2006, ritornò incredibilmente alla ribalta senza che nulla di nuovo venisse apportato. La tesi era strutturata in due semplici e chiari pensieri: è probabile che nel Cosmo siano presenti forme di vita extraterrestri e se ET dovesse esistere, sarebbe certamente nostro fratello. Poiché, normalmente, il ribadire un’idea significa essere convinti della bontà del pensiero, questa nuova e “vecchia” impostazione rappresentò indubbiamente il nuovo Credo della Chiesa.

Un pensiero che si sviluppò in maniera importante nei due anni successivi, tanto da presentarsi sotto la forma di intervista ufficiale dell’Osservatore Romano al gesuita argentino, appena nominato direttore della Specola. Nell’articolo del 14 maggio 2008 venne ufficialmente presentata al Mondo intero la nuova ipotesi della Chiesa. Essa, partendo dai princìpi di un Dio creatore dell’Universo e di uomini figli di un padre buono, chiariva come noi fossimo il prodotto della casualità, un evento certamente iniziato col Big Bang, ma non in contraddizione con la fede cristiana in quanto “non si può porre un limite a Dio“.

PROBLEMA RISOLTO? DIPENDE DAI PUNTI DI VISTA

Tale teoria aveva un solido costrutto in quanto affrontava anche il problema della Redenzione dell’uomo dal peccato originale, ma in termini del tutto originali ed univoci, visto che questo è un problema di molte religioni: “…non è detto che ET abbia bisogno della Redenzione in quanto l’uomo potrebbe essere la sola pecorella che si è smarrita…”. E poiché l’incarnazione di Gesù è avvenuta una volta per tutte, equivarrebbe a dire che essa è un “evento unico“, del tutto irripetibile. Il mondo si trovò così di fronte ad una vera e propria Rivoluzione Copernicana, che dava una risposta completa al problema della Redenzione: se fosse l’uomo ad essersi perduto, Gesù Cristo si sarebbe incarnato e fatto uomo solo per lui, andando poi a morire sulla croce per liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e del male. ET ne uscirebbe assolto, bello e con la fedina penale pulita, per non aver commesso il fatto. Non sempre nella semplicità c’è la verità, ma è importante, comunque, che l’idea sia espressa in forma semplice. C’è chiarezza. C’è una posizione precisa. Ciò è sicuramente un bene per tutti. Ora sappiamo qualcosa in più, finalmente. E lo sanno anche i tanti preti sparsi per il mondo.

Ora, finalmente, l’ufologo non è più vicino al Diavolo, ma assai meno lontano dal Cristianesimo di quanto non si credesse e lo fosse prima. Il dubbio di un Essere Superiore che crea, realizzando un disegno che non potrà mai avere una risposta, offre comunque la possibilità di ritenere che vi possa essere una risposta, in termini di “Disegno superiore”, al perché della nostra esistenza quaggiù, su di un microscopico granello di sabbia in un Cosmo pressoché infinito.

IL VATICANO SI STA FORSE PREPARANDO?

E se il Vaticano si stesse preparando alla “rivelazione della vita aliena“, perseguendo così un disegno finalizzato non solo ad un programma di acclimatazione della gente, ma ad una vera e propria partita a scacchi in cui chi vince non vincerebbe solo una partita, ma addirittura si troverebbe fra le mani il potere assoluto della religione sulla politica? Nessuno è in grado, almeno per ora, di dare una risposta, ma conviene che ne ragioniamo. Davvero! Il pericolo è troppo grande. Guardate un po’ ciò che sta succedendo nel Medio Oriente in fiamme, poi finite di leggere il presente articolo e riflettete.

Quante volte, sui banchi di scuola, ci hanno raccontato della lotta fra potere temporale e potere spirituale? tante, davvero, ed il tema non è mai entrato in estinzione. Anzi! L’espressione “Potere temporale” viene usata quando il Papa è inteso come “sommo pontefice e sovrano del proprio Stato insieme“. Per estensione, quindi, la stessa espressione, quando viene riferita al semplice cittadino di uno Stato, sta ad indicare la forma di governo scelta, per cui il potere temporale viene rappresentato dal “potere politico”, così come tutti ben sanno riconosciuta in un regime democratico.

Per contro, l’espressione “Potere spirituale” rappresenta il solo governo delle anime, ovviamente, che è nulla se esercitato nel riserbo del proprio campo, ma si fa sostanza quando viene esercitato nella forma teocratica. Infatti, la teocrazia è quella forma di governo per cui la “gestione di ogni attività umana e di ogni attività governativa deve essere conforme alla presunta volontà di una altrettanto presunta entità divina“. Certo! La Teocrazia non significa ancora “Ierocrazia o governo dei sacerdoti“, ma c’è assai vicina e ne è certamente l’anticamera. Ciò che vediamo in gran parte del Medio Oriente fa paura e non è detto che ci sia un limite al peggio. Quando un governo, apparentemente civile, coincide con le visioni di un capo religioso e quando, peggio ancora, una politica governativa collima con una politica religiosa ed il proprio governo dichiara al Mondo di comandare per volere di un Dio superiore, ci si trova di fronte alla più pura delle follie ed il pericolo è al suo livello massimo.

Ora, però, il problema della possibile “Rivelazione al Mondo della presenza di ET” si porterebbe appresso certamente non solo il pericolo di uno schock culturale, in quanto crollerebbero tutti i valori della civiltà democratica, ma anche il pericolo di uno shock religioso in quanto l’uomo si verrebbe a trovare non più al centro dell’Universo. Insomma, crollerebbe il principio dell’antropocentrismo e diverrebbe obbligatorio il tentativo di omologazione con le nuove civiltà conosciute. Ne varrebbe la pena, dunque?

Alla grande! E laggiù, in Vaticano lo hanno capito da tempo. D’altra parte noi ufologi lo sappiamo pressoché da sempre. George Adamski lo aveva già intuito nel lontanissimo 1959: ” … la prima Chiesa che rivelerà la verità sui mondi abitati e annuncerà che gli angeli non erano altro che esseri di civiltà superiori che visitano la Terra provenendo da altri mondi, si guadagnerà la fiducia ed il consenso delle masse …”. Insomma, il pericolo rappresentato dagli alieni di Hawking sarebbe ben poca cosa rispetto al rischio di un Mondo governato dalla teocrazia. E se è pur vero che non sia una cosa sbagliata credere che qualcuno ci abbia creati, e non sia nemmeno sbagliato portare il massimo rispetto verso coloro che credono in un essere superiore, deputato però al governo delle sole anime, rimane pur vero il fatto che se la religione si limitasse al governo delle sole anime sarebbe certamente una buona cosa, ma non è sempre così, purtroppo.

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