Capelli d’angelo su Ferrara: 2003

voghiera-capellidangelo-2003Quello che segue è il resoconto originale scritto dai testimoni di questa insolita pioggia avvenuta nel 2003 a Voghiera, un comune in provincia di Ferrara.

Il pomeriggio del 30 novembre 2003, recandomi con la famiglia e gli suoceri a far visita ai miei genitori a Voghiera (FE), venni coinvolto in un fatto assai strano. Dopo un’ora circa dall’arrivo, verso le 16,30 uscii di casa con l’intenzione di andare a trovare anche mio cognato, che abita lì vicino.

capellidangelo-voghieraMentre stavo attraversando la strada, notai che dal cielo stava scendendo un’autentica pioggia di finissimi filamenti bianchi, noti come “capelli d’angelo”. Stavo assistendo ad uno spettacolo incredibile: quei filamenti planavano lentamente al suolo o si fermavano fra i rami degli alberi o si intrecciavano nei fili della corrente. Chiamai subito tutti fuori ad assistere ciò che stava avvenendo: mia moglie, i miei genitori, i miei suoceri e mio cognato. Correvamo da ogni parte e cercavamo di afferrarli al volo prima che toccassero terra e fossero contaminati col suolo.

 Poiché non avevamo un metro disponibile, cominciai a misurarne alcuni di quelli che già si trovavano al suolo, sull’asfalto o sull’erba. Si andava da quelli lunghi un passo circa a quelli lunghi anche 15 passi: ovvero circa 15 metri. Ne misurammo diversi sui dodici passi ma i miei suoceri ne notarono uno, impigliato fra i fili della corrente di tre lampioni, che ci apparve subito il più lungo di tutti: concordammo la lunghezza in circa 20 passi!

capellidangelo-voghiera-2003Fin dai primi campioni raccolti rimasi colpito da diversi particolari: l’elasticità, l’inconsistenza, il colore e l’odore. Infatti la grande elasticità permetteva di allungarli di oltre un terzo della loro lunghezza senza che si spezzassero;tuttavia mostravano la loro totale inconsistenza quando venivano pressati fra le mani: una trentina di essi producevano una pallina di circa un centimetro di diametro; sia avvicinandoli al naso che schiacciandoli non emanavano alcun odore tuttavia la continua manipolazione produceva un effetto strano legato al colore: lasciava sulle mani una specie di pattina invisibile ma assai sporca; infatti, più tardi, lavandomi le mani con acqua e sapone ebbi modo di verificare ciò.

Dopo questi primi esperimenti, ne feci un altri più interessante, credo. Presi un accendino e diedi fuoco all’estremità di un filamento per osservare sia le modalità di combustione che quelle di emissione di odore o di fumo. Notai tre cose: bruciava solo nella parte a diretto contatto con la fiamma, non c’era alcuna emissione né di odori né di fumi e non c’era alcun tipo di arrotolamento della parte attaccata dal fuoco. Ripetei allora la stessa operazione con un capello mio ed uno di mia moglie: i capelli veri si arrotolavano su loro stessi ed emettevano un odore acre. Avvertiti alcuni amici dell’accaduto, venni a sapere che un fenomeno analogo era appena accaduto in una località della provincia di Rovigo“.