Basi aliene sulla Terra

sistema_solare_cufPerché mai, fra gli infiniti mondi celesti dispersi in questo immenso Cosmo, gli alieni dovrebbero essere venuti proprio quaggiù per mettere su casa? L’ufologia è un atto di fede? Detta così la cosa fa certamente un po’ ridere ma solo che si voglia riflettere un po’ di più sul punto di vista ufficiale della scienza mondiale, riguardo al fatto che la nostra amatissima Terra rappresenta un esperimento ottimamente riuscito della Natura per far sviluppare vita intelligente, la cosa diviene assai più ingarbugliata.
La stragrande maggioranza degli astronomi è però scettica riguardo la possibilità che possano esistere altre civiltà ed ha la presunzione che l’uomo sia solo nell’Universo. Essi, anche guardando al nostro passato, affermano di non aver trovato artefatti che si possano riferire ad una possibile colonizzazione da parte di un’ipotetica civiltà aliena. E poiché non trovano tuttora nemmeno tracce chimiche o fisiche evidenti concludono altezzosamente che mancano le prove concrete per dire che non siamo soli. In questa triste ottica essi concludono i loro ragionamenti dichiarando che l’ufologia è un puro atto di fede.

Un avvistamento incredibile

cuf2006Questo può anche essere vero per chi non ha mai avuto la ventura di vedere muoversi qualcosa di strano lassù, nel cielo diurno o in quello notturno ma per chi, invece, come me, mia moglie (astronave di Vigarano Mainarda) ed altre due stimati professionisti di Vigarano Mainarda sono stati testimoni di vista, a sole poche centinaia di metri, di una tecnologia enormemente superiore a qualsiasi altra esistente a tutt’oggi, le cose stanne in maniera assai diversa e mai nessuno ci convincerà che loro non esistano e non possano essere già qui.
Lassù, quell’ultimo sabato sera di settembre del 1986, abbiamo visto distintamente una astronave aliena immobile sul mobilificio Dondi di Vigarano Mainarda. Eravamo in quattro ad osservare quelle migliaia di tonnellate di metallo che se ne stavano sospese nel vuoto, senza emettere il benché minimo sibilo, ad una quota di soli 200 o 300 metri. Ed abbiamo anche visto bene che dietro alle grandi finestre semiovali vi erano degli esseri altissimi, che si stavano muovendo con spostamenti simili alla nostra camminata e alla nostra corsa mentre qualche altro, anziché guardare in giù e godersi il paesaggio notturno, osservava i compagni di volo in quegli strani comportamenti.
Dopo tanti anni, ripensando al fatto in generale ed a questo comportamento in particolare, viene anche da pensare che quell’astronave aliena avesse benissimo potuto essere in avaria. Infatti, dopo alcuni minuti ha iniziato a girarsi orizzontalmente e dopo essersi posizionata sul corridoio di volo probabilmente più corretto, si è illuminata tutta quanta, di miliardi di puntini brillanti e in soli cinque secondi ha portato la sua velocità dallo zero assoluto a migliaia e migliaia di km orari poiché l’abbiamo vista diventare piccolissima fino a sparire. Tutto quanto sopra descritto è avvenuto nel più totale silenzio.
Poiché dopo circa un’ora abbiamo avuto l’incredibile fortuna di rivedere la stessa astronave a circa una trentina di chilometri di distanza dal luogo del primo avvistamento e all’incirca alla stessa quota, nuovamente immobile sulla campagna silenziosa di Altedo (BO), riteniamo che la “Teoria delle basi aliene”, sotterranee e sottomarine, in Italia come su tutta la Terra, non sia così campata in aria e faccia davvero molto meno ridere di quanto non si possa credere!

Mondi possibili

Considerando il fatto che il nostro Sistema Solare, avendo un’età di circa 5 miliardi di anni è, di fatto, giovanissimo e nella sola nostra Galassia esso si trova circondato da milioni di stelle che hanno un’età doppia e quindi è possibile che noi siamo la civiltà più giovane, o una delle più giovani in mezzo a tante altre più vecchia della nostra e, perciò, assai più evolute.
Se ci perdessimo a riflettere sul principio dell’unicità delle coincidenze, osservandolo solo ed esclusivamente dal punto di vista dei detrattori della diffusione della vita nell’Universo, a prima vista sembrerebbe quasi un paradosso credere il contrario. Tuttavia, lo stesso criterio di partenza, dell’apparente unicità delle coincidenze, consente di teorizzare un ragionamento esattamente opposto: affinché si formi quella precisa sommatoria di condizioni tali da generare la nascita e lo sviluppo della vita intelligente, si deve onestamente ammettere che la Natura abbia compiuto e continui a compiere esperimenti su esperimenti.
In tal modo sarebbe veramente dimostrato che esiste un destino superiore che si deve compiere e vi è un fine ultimo a cui tutto tende poiché il modello prospettato è di ordine semplicemente matematico: ovvero, esiste la probabilità statistica che lo sviluppo della vita in forma intelligente sia semplicemente uno dei tanti casi fra gl’infiniti esperimenti tentati dalla Natura.

Un evento naturale

In tale ottica, noi siamo dunque uno dei tanti mondi abitabili poiché l’evento che ha determinato la nascita e lo sviluppo di vita intelligente sulla Terra non è né unico né irripetibile ma solo uno dei tanti esperimenti naturali ottimamente riusciti. Per noi, dunque, la vita nell’Universo esiste in quanto essa è semplicemente un evento naturale e non eccezionale.
La scienza ufficiale non ha però questa certezza e segue altre strade, così mentre i biologi vanno alla ricerca di forme di vita batterica sui pianeti extrasolari, gli astronomi si dedicano alla ricerca di pianeti extrasolari che presentino forme di vita almeno batteriche. Naturalmente, questi ultimi vanno anche alla ricerca di un segnale intelligente proveniente dagli spazi più profondi ma ciò sarà per noi argomento di un prossimo editoriale.
Si va, dunque, ricercando una forma di vita estremamente semplice, come quella rappresentata dai batteri estremofili che sono in grado di resistere, di svilupparsi e di riprodursi in assoluta normalità, pur in condizioni di vita proibitive per noi umani, quali: il buio assoluto, il caldo ed il freddo estremi o la pressione spropositata. Studiando queste forme viventi si è scoperto che lo spazio necessario per la vita è davvero ridottissimo: in soli 20 milionesimi di millimetro c’è racchiuso tutto il necessario per la vita e la riproduzione (DNA, enzimi, lipidi, ecc.); ma si è anche scoperto che gli aminoacidi, o “mattoni della vita”, formano le proteine solo legandosi nel giusto ordine, che non si sa quanto sia casuale e nemmeno fino a che punto sia legato al sistema di istruzioni ma che, di fatto, determina la presenza di strutture ordinate le quali, seppur disposte alla rinfusa, sono in grado di combinarsi fra loro nel modo più giusto.
Un’altra scoperta importante è stata quella che la vita potrebbe anche svilupparsi sul silicio, in quanto e stato dimostrato che si possono generare reazioni simili a quelle organiche su catene di silicio in ammoniaca liquida ma l’ammoniaca pura che si trova allo stato liquido è compresa fra “meno 33° e meno 78°” e ciò crea, inevitabilmente un enorme vantaggio per la vita sul carbonio il quale, tra l’altro, può formare un numero di composti decisamente superiore.

Basi aliene

In questa ricerca però, i biologi sono forse meno lontani da noi rispetto agli astronomi in quanto coltivano la segreta speranza che l’Evoluzione sia un processo universale e non un evento unico, irripetibile e casuale. E se noi, ora, dovessimo attribuire anche il 50% di ragione alla Scienza, ovvero che la Terra rappresenti un esperimento biologico ottimamente riuscito, viene da sé credere che la cosa più naturale per gli altri milioni di civiltà aliene sparse per le infinite Galassie celesti sia, avendo i mezzi tecnologici e le condizioni biologiche adatte, venire a vedere la nostra evoluzione, stabilendosi evidentemente in un qualche punto del pianeta, ben lontani da occhi indiscreti, così da poter operare con il minimo di disturbo all’interno delle cosiddette “basi aliene” sotterranee o sottomarine.
Infine, poiché l’Evoluzione ha la caratteristica di essere universale, viene a rappresentare tout-court anche il passato di questi essere appartenenti ad altre civiltà cosmiche, cioè un Passato inteso come un “tempo impossibile da rivedere altrimenti”, che è indipendente dal grado di civiltà e si può solo osservare andando direttamente su di un pianeta che ha un grado di civiltà inferiore, ovvero una civiltà più avanzata non potrebbero rivedere il proprio passato se rimanesse sul proprio pianeta in quanto la fisica quotidiana ci insegna che il tempo … ha una sola freccia.
Ammesso che questo ragionamento sia possibile, essi ci osserverebbero direttamente sulla Terra ed avrebbero così la possibilità unica di riflettere meglio, in tempo reale, su tutti i nostri progressi e, forse, di capire anche qualcosa di più di loro stessi, del loro passatoi e di questo misterioso e meraviglioso Universo.