Base aliena ad Aviano?

B70FED2CSe la “Teoria delle basi aliene” non è così campata in aria, e fa davvero molto meno ridere di quanto non si possa credere, è pur vero che dimostrare in quale luogo del patrio suolo se ne possa trovare una è impresa pressoché impossibile. Stando alle informazioni finora raccolte dai vari ricercatori sembra che, in base a testimonianze varie e ripetute, l’Italia possa avere una nutrita serie di presunte basi extraterrestri, equamente divise tra basi sotterranee e base subacquee. La nostra carrellata ha inizio con quella che è ritenuta dalla comunità ufologica italiana la base aliena per eccellenza: Aviano. Questa località si trova in provincia di Pordenone, nel Friuli e, da tempo, vi opera una base militare dell’U. S. Air Force accanto alla quale ve n’è, però, una più piccola della nostra aeronautica militare.

Gli investigatori

Qui, nel corso degli anni, si sono succeduti episodi tali da far pensare che nelle vicinanze vi potesse essere qualcosa di misterioso. Così quasi tutti i migliori ufologi italiani si sono interessati all’argomento e alcuni fra loro (Alfredo Lissoni, Edgardo Russo e Antonio Chiumento) lo hanno anche affrontato in maniera approfondita. Essi, analizzandolo da diversi punti di vista, sono riusciti a mettere in evidenza fatti davvero inquietanti che, al di là di ogni ragionevole dubbio, dimostrano l’esistenza di qualcosa di misterioso che ha a che fare con la realtà extraterrestre.
Il loro lavoro è risultato così interessante che lo stesso servizio pubblico della RAI ha prodotto un articolo specifico e lo ha messo in rete il 13 luglio 2003 ( http://www.rai.it/news ) mentre noi, in questo articolo, ci limitiamo a condensare i fatti più importanti scaturiti dalla ricerca dei suddetti investigatori e visionabili ai seguenti indirizzi: http://www.ufo.it e http://www.edicolaweb.net .

Fatti denunciati dai militari

Nel 1977 il colonnello J. R., della base Nato di Aviano, avrebbe dichiarato in un’intervista pubblicata su di una rivista ufologica americana, che un UFO avrebbe sorvolato la base di Aviano il giorno 1 luglio 1977, facendo così scattare tutti gli allarmi attivi in quel momento.
Nel 1978 un alto graduato della base NATO di Aviano, da tempo in pensione, avrebbe confermato ad investigatori del CUN di Lodi di essere stato testimone di vista di una luce notturna sulla cittadina di Aviano.

Fatti accaduti alla popolazione

Il 10 maggio 1995, alle ore 11.13, tutta la zona venne investita da un boato di portata inaudita, che durò meno di un secondo ma provocò una marea di danni ai vetri delle finestre, agli allarmi elettronici delle case e delle auto e … all’ordine pubblico; infatti, quel boato di origine sconosciuta, provocò un enorme ondata di panico che costrinse le autorità locali ad organizzare un intervento di massa sulla pubblica sicurezza e sui servizi sanitari di base. Ovviamente i centralini delle due basi militari furono sommersi dalle chiamate di chiarimento e di protesta ma le risposte ottenute negarono coinvolgimenti militari ad ogni livello.
I dati raccolti dall’Osservatorio geosismico locale dimostrarono che si era trattato di rumore di IV grado della Scala Mercalli che, però, calando in maniera repentina, portò ad escludere sia la causa naturale (scossa sismica) che la causa artificiale (bomba) perché questi rumori hanno un decadimento sonoro assai più lento. Domenico Targhetta, direttore dell’osservatorio, dichiarò che l’epicentro (fonte dell’onda) proveniva dal cielo alto posto sulla verticale di Aviano e quindi ci si doveva rivolgere agli americani per avere una qualche spiegazione.
Il 16 maggio 1995, dopo soli sei giorni, la cosa ebbe a ripetersi tale e quale sui cieli della vicinissima Sacile così la vicenda prese una piega decisamente “politica”, grazie al deputato della lega Nord, Edouard Ballaman, che presentò un’interrogazione parlamentare ai Ministri dei Trasporti e della Difesa. Occorre sottolineare che in quel tempo l’ONU stava bombardando i cieli della Bosnia e la base di Aviano era il luogo principale da cui partivano le incursioni. Il prof. Antonio Chiumento, intervenendo sulla vicenda, sostenne che la storia dei boati avrebbe potuto essere il frutto di una serie di vicende che legavano i fatti in Bosnia, l’attività militare americana e la presenza degli Ufo.

Nasce la leggenda della base segreta

A questo punto intervenne nella vicenda il giornalista inglese Robert Irving, il quale scrisse un articolo per una rivista di settore che destò un certo stupore. E per prendere appunti “on site”, egli si era andato a mescolare fra la gente solita a monitorare quotidianamente la base, con l’intento chiaro di raccogliere testimonianze e voci. Quel gesto e quell’articolo furono però determinanti per gettare le basi della leggenda di una base sotterranea segreta che ospiterebbe velivoli di forma discoidale.
Irving allegò a quell’articolo una foto mostrante una parte della sagoma di un velivolo chiaramente assimilabile ad un disco volante, con tanto di cupola. Ne scaturì immediatamente un piccolo pandemonio fra i vertici militari locali coinvolti, tale da far tornare il giornalista sui suoi passi e negare pubblicamente la veridicità dell’immagine che venne definita “un fotomontaggio”. Purtroppo, la frittata era già stata fatta ed aveva creato una bella base aliena con tanto di disco volante all’interno di un hangar militare. Questo l’antefatto della leggenda di Aviano nella quale, però, come ogni leggenda che si rispetti, qualche cosa di misterioso certamente contiene. Vediamo cos’altro cela.

Facendo riferimento ad alcune riviste aeronautiche del periodo, si seppe che in zona erano possibili bang supersonici attribuibili al modello di velivolo “Aurora“, un aereo sperimentale segretissimo del tipo “Experimental” o anche “X plane”, che si nasconderebbe sotto la sigla “SM 11”, in grado di raggiungere i 10 Mach.

Un suo coevo, l’aereo ipersonico “X-43 A”, senza pilota, facente parte del “Programma “IPER-X” della NASA e progettato per sperimentare motori scramjet, a propulsione supersonica, lungo 3,65 m e pesante circa 1.300 kg, nella versione A può raggiungere la velocità Mach 10 (circa 11.000 km/h) e può volare fino a 30 km di altezza. È stato testato il 16 novembre 2004 ed ha effettivamente raggiunto, per il tempo brevissimo di una decina di secondi, Mach 9,6 ma per fare ciò ha avuto bisogno di essere lanciato da un altro aereo, tipo il B-52 e, purtroppo, non ha ancora raggiunto la perfezione in quanto l’altra faccia della medaglia è che si può utilizzare una volta sola.

Il caso “Stealth F 117”

A settembre del 1995 scoppiò il caso “Stealth F117”, ovvero le autorità americane chiesero ufficialmente al governo italiano di poter dispiegare gli F 117 Stealth, più noti come “aerei invisibili”, nella base militare di Aviano, con la motivazione ufficiale di poter aumentare la pressione aerea sulla Bosnia. Questa giustificata richiesta (dipende dai punti di vista) provocò, in realtà, un crisi diplomatica fra i due alleati.
Il nostro Governo, attraverso Susanna Agnelli, allora Ministro degli esteri, negò ufficialmente l’autorizzazione così, dopo alcuni giorni, il Governo USA si vide costretto a presentare il ritiro della richiesta.
Il 17 dicembre si alzò però un nuovo polverone ad opera di un articolo firmato da Francesco Dal Mas e apparso sul quotidiano “Avvenire”, in cui si sostenne che questi aerei invisibili si trovavano già nella base militare di Aviano in quanto ben tre di essi erano stati visti da numerose persone che li avevano addirittura scambiati per Ufo a causa della loro forma triangolare ed del loro classico colore nero opaco. Naturalmente dovette intervenire ancora una volta il nostro governo che, tramite il Ministro della Difesa Corcione smentì ufficialmente la diceria dell’articolista.

“Ali su Aviano 1996”

Così, di notizia in notizia, l’alone misterioso continuò a dispiegarsi sempre più attorno alla base militare suddetta e raggiunse certamente il suo apice in seguito al racconto di uno dei migliori ricercatori italiani, il prof. Alfredo Lissoni che, sull’allora periodico bimestrale del Centro ufologico nazionale ” UFO Notiziario , Nuova Serie, n° 2, Giugno 1999″, narrò di un fatto inquietante accaduto il 7 luglio 1996, in occasione della manifestazione aerea denominata “Ali su Aviano”.
Nell’articolo si ricordava di quando la sezione milanese del CUN ricevette un pacchetto postale anonimo, contenente una videocassetta etichettata “Ali su Aviano 1996”, della durata di circa un’ora e mezza. Subito dopo averla visionata, tutti i membri del CUN presenti rimasero a bocca aperta in quanto notarono distintamente un UFO nell’atto di incrociare un aereo militare.

La videocassetta

Si deve infatti sapere che la nostra Aeronautica militare, ogni anno, organizza ad Aviano una manifestazione aerea, denominata “Ali su Aviano”. Essa viene ripresa da una troupe televisiva dell’Arma la quale, poi, provvede a commercializzarne il prodotto finale su supporto VHS. Quell’anno venne regolarmente prodotta la VHS ma non fu poi commercializzata. Perché?
Si dice che fossero intervenuti agenti della nostra Difesa che provvidero a sequestrarla. Per fortuna, però, che qualcuno riuscì ad averne una copia e, forse, fu quella stessa persona che provvide ad inviarne una copia alla suddetta sezione milanese del CUN.
Tuttavia, Lissoni rivela che in seguito a successive indagini si riuscì ad individuare una seconda videocassetta, in possesso di un ex militare di alto grado che era stato in servizio ad Aviano. Quest’ultimo poi, dopo aver visionato il filmato ebbe a dichiarare agli inquirenti del CUN che:«… l’oggetto non è nulla di conosciuto, né un aereo né un uccello… è un vero UFO…».
Anche l’inquirente Giuseppe Monticelli, ufologo lodigiano del CUN, che ebbe modo di visionare il filmato e di compiere un’approfondita indagine tecnica sulla pellicola, ripulita da ogni tipo di disturbo ed ingrandita nei dettagli più significativi dal punto di vista ufologico, facendo largo uso delle tecnologie di digitalizzazione, ebbe a dichiarare che: «… si vede un ovoide scuro che viaggia ad incredibile velocità e che, in meno di un secondo, effettua una curva ad angolo acuto e sfreccia nella direzione opposta all’aereo solitario».

L’UFO nel filmato dell’Aeronautica Militare Italiana

Un secondo particolare assai interessante contenuto nella suddetta VHS si trovava subito all’inizio del filmato, che si apriva con le immagini della base militare di Aviano e riportava la data 7 luglio 1996. Seguivano poi le immagini della presentazione ufficiale eseguita dal Colonnello Jerry Rolwes, che era quello stesso ufficiale che solo pochi mesi prima aveva dichiarato alla stampa che “ad Aviano si custodivano cose meravigliose”.
Ma che cosa si vede concretamente in questa famosa videocassetta? Si vede la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori che puntano prima verso il cielo e poi iniziano a disegnare la figura acrobatica detta “Bomba”, in quanto gli aerei salgono insieme in verticale e poi ognuno prende una direzione diversa simulando, appunto, lo scoppio di una bomba. Ed è proprio in quel momento, quando l’aereo “solitario” guidato dal capo-pattuglia si abbassa di quota per andare ad incrociare la figura creata dai suoi colleghi, che arriva un UFO rassomigliante ad un puntino nero, compie dapprima una manovra a V poi si avvicina all’aereo del comandante e quindi scompare in coda allo stesso.
Dopo aver ingrandito i vari fotogrammi si apprese che l’UFO era a forma di disco color scuro. Per essere ulteriormente certi che quel puntino fosse veramente qualcosa di “non terrestre”, il filmato fu fatto analizzare da un tecnico della RAI, in uno studio televisivo altamente specializzato, il quale ebbe a dire che “… lassù, quel giorno, c’era qualcosa di assolutamente non convenzionale”.

La RAI si interessa della vicenda

Il 13 luglio 2003 fu nientemeno che la RAI ad interessarsi della base militare di Aviano, mettendo in rete, sul proprio sito, un articolo decisamente inquietante per la maggioranza delle persone; in esso si parlava espressamente della possibilità che in zona potessere esistere addirittura due basi aliene, situate nelle vicinanze della base militare e neanche tanto distanti fra loro.
L’articolo prese spunto da una dichiarazione rilasciata dal prof. Antonio Chiumento, docente di matematica, il quale ebbe a dichiarare che nelle vicinanze della base militare di Aviano esisterebbero ben due basi aliene, non distanti fra loro e situate nella fascia pedemontana di Pordenone.
A giustificazione delle sue affermazioni, il professore aggiunse di essere in possesso di fotografie che ritrarrebbero gli extraterrestri, appartenenti alla razza dei Grigi, scattate nel 2003, addirittura all’interno della loro astronave, da un operaio trentenne residente a Pordenone, sul quale venne però steso il velo dell’anonimato. Questa persona, avrebbe anche visitato molte volte le due basi sotterranee suddette, scattando moltissime fotografie i cui negativi, analizzati da un ingegnere fotografico, sarebbero risultati autentici.