Archeologia misteriosa: l’alieno di Saqqara

saqqara-egitto-tomba.ptah-hotepSulla parete della “mastaba” o tomba del filosofo egizio Ptah-Hotep, a Saqqara, in Egitto, è dipinta un’immagine in rilievo riportante nella parte superiore una specie di volto nel quale sarebbero messi assai ben in evidenza due occhi maledettamente simili a quelli dei più classici alieni grigi.

Anche in questo caso l’ufologia ha avuto fretta eccessiva nel trarre deduzioni e così è caduta nella trappola dell’ignoranza culturale. Vediamo la storia.

saqqara-vaso-con-piantePtahhotep, noto anche come Ptahhotpe o Ptah-Hotep, fu un visir, ovvero un alto funzionario dal duplice compito di consigliere politico e religioso del faraone, vissuto fra il 25° ed il 24° secolo prima di Cristo. Egli amministrò la città di Saqqara, divenne visir durante il regno di Djedkara Isesi (V dinastia) e passò alla storia per essere stato l’autore di massime votate al corretto comportamento dei giovani egiziani. Alla morte, venne tumulato in una mastaba a nord di Saqqara, dove successivamente furono deposti anche il figlio e tutti i suoi discendenti. Ebbene la sua tomba divenne tra le più famose al mondo per i dipinti presenti nella parte esterna.

saqqara.fiori-di-lotoIn chiave ufologica l’ipotesi errata fu quella di una persona che stava portando doni ad un essere che ricordava la più classica figura degli alieni grigi. In un’ottica di conoscenza della cultura egizia del tempo si era, invece, in una visione totalmente opposta: non c’era e non c’è nessuna figura aliena, ma solo un vaso al cui interno è stato messo un fiore di loto e nelle vicinanze si osserva una persona (schiavo, portatore o religioso)  nell’atto di portare doni, sotto forma di animali, al faraone. Nella foto della nostra riscostruzione, accanto al “vaso-figura aliena” abbiamo inserito il particolare di un’intera pianta di fiori di loto, presa dagli stessi dipinti murali, ma ingrandita e capovolta rispetto all’originale.

L’enigma è definitivamente risolto, con grave danno di immagine per noi ufologi e con l’ennesimo punto a favori di ottimi studiosi di egittologia e culture antiche. La cosa dispiace parecchio, ma non significa nulla rispetto alle cose nelle quali crediamo, ovvero che là fuori dalla nostra Terra la cosa più comune sia la vita ovunque, probabilmente del tutto simile alla nostra stante il fatto dell’universalità delle costanti fisiche all’interno del nostro Universo.

uccello-saqqaraMa sempre a Saqqara, nella tomba di Pa-di-Imen, nel 1891 venne rinvenuto il cosiddetto “aliante di Saqqara” secondo gli ufologi ortodossi o “l’uccello di Saqqara” secondo gli studiosi. Si tratta di un artefatto risalente al 200 a.C. ed attualmente esposto al museo del Cairo, lungo 14,2 cm, pesante solo 39,120 g e con un’apertura alare di 18,3 cm. Nella parte anteriore sono chiaramente distinguibili  sia gli occhi che il becco, ma possiede un particolare che ha spinto la paloastronautica a sostenere l’ipotesi di un modellino di velivolo: la coda è costruita in verticale.

Anche su questo punto la maggior parte degli egittologi sembra concorde nel ritenere che si tratti della rappresentazione di un uccello dalle ali spiegate, ma nessuno ne ha compreso lo scopo: oggetto cerimoniale in quanto il falcone rappresenterebbe il dio Horus, oppure una banderuola per il vento che andava collocata sulle barche sacre.

Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che possa trattarsi del modello di un aereo. Il primo ad aver avanzato questa ipotesi è stato il professor Khalil Messiha, professore di anatomia artistica dell’università di helvan e membro dell’Egyptian Aeronautical club.