Archeologia misteriosa in Egitto

tempio-di-abydoAbydos è il nome greco-latino dell’antica città di Abido, oggi Arabet elk Madfuneth. Assieme ad Eliopoli fu una delle due città sante dell’antico Egitto. Qui si trova il tempio di Seti I, noto anche come “Grande tempio di Abydo“, eretto per venerare antichi sovrani. Al suo interno, scolpita su di un muro, si trova la “Tavola di Abido“, famosa per riportare una lunga lista di re delle principali dinastie e quindi utilizzata per ricostruire la successione dei sovrani dell’antico Egitto. All’interno vi sono sette cappelle, destinate a re e divinità, nonché grandi stanze legate al culto di Osiride e l’ipogeo, destinato ai culti misterici.
Questo tempio non venne completato da Seti I, ma dal figlio e successore Ramesses II che, ovviamente, ne apportò alcune modifiche, così come era prassi nell’alternarsi del potere. Ed è proprio all’interno di questo tempio che, sopra ad un’alta travatura, sostenuta da colonna a capitello, si trovano i famosi “geroglifici di Abydos“, già classificati erroneamente da noi ufologi come OOPART, ovvero presunti “reperti o manufatti fuori luogo“: aerei, elicottero, carro armato o sommergibile e disco volante. La notizia venne data per la prima volta nel 1996 da Bruce Rawles, attraverso una foto ed una “speaking mail-list” in francese.
Ma ora conosciamo la verità e non bisogna aver paura a dichiararlo! Quando qualcuno scopre la verità su di una vicenda che, a prima vista, sembrava di natura ufologica, occorre dichiararlo serenamente: “Avevamo pensato che fosse così e ci sembrava anche assai evidente, ma non lo è. Perciò noi per primi dobbiamo dirlo”. Laggiù abbiamo pensato per quasi vent’anni che vi fossero veramente: due aerei, un elicottero ed un carro armato o un sommergibile e un disco volante. Insomma, a noi ufologi, e non solo, sembrò che fossimo di fronte a qualcosa di militare ed altamente tecnologico, che mai e poi mai gli antichi egiziani avrebbero potuto possedere: appunto OOPART. Non è così.

messaggi-tempio-abydos,egittoIl tempio, come abbiamo visto, venne completato da Ramesses II, figlio ed erede di Seti I, già all’inizio del proprio regno, apportandone modifiche che, per pura casulità, vennero a creare forme e disegni, da noi ufologi subito riconosciuti come: aerei, elicotteri, dischi volanti, sottomarini. Nella realtà, si tratta di singoli simboli fra loro sovrapposti.

Ma in che modo sarebbe avvenuta la sovrapposizione che ha poi generato l’errata supposizione? Poiché i geroglifici si realizzavano attraverso l’incisione della superficie, dovendo poi modificare le frasi e le dediche si procedeva semplicemente, come si farebbe al giorno d’oggi con un nuovo intonaco, con una sovrapposizione di stucco ed una nuova incisione. Col trascorrere dei secoli, però, la successiva stuccatura si degradò e per uno strano scherzo del destino sono rimaste tracce sovrapposte nelle quali osserviamo ancora apparente tecnologia militare dei nostri tempi.

L’indagine venne eseguita dai colleghi di UFOCOM nel 1998 e conclusa il 14 marzo dello stesso anno. Essi cercarono le risposte direttamente dagli egittologi. Intervenne per primo sull’argomento Peter Der Manuelian, from the “Boston Museum of Fine Arts”:  “What you are looking at is nonsense…”.

Poi intervenne Professor M. A. R. Barker, from the University of Minnesota: “…to submit this question to the members of a mail-list “Osiris….”.

Quindi si fece avanti Mike Dyall-Smith from the University of Melbourne: “Egyptologists easily recognize that the apparent strange craft are just  illusions produced by: a) erosion of the stone surface …; b) a process of re-carving and filling in the stone to replace some of the hieroglyphs. When the filling falls out bits of the old and new glyphs overlap and form ‘strange signs’.  The technical term used is ‘palimpsest.

Infine, si fece sentire Katherine Griffis-Greenberg, della University of Alabama at Birmingham (USA), Member of the American Research Center in Egypt and of the International Association of Egyptologists “Special Studies”, la quale fu determinante nel collocare la vicenda nella giusta ottica.

Ecco il testo integrale dell’Email inviata dalla ricercatrice a Mr. Thierry Wathelet, di UFOCOM: “… I am afraid that you have been subjected to the famous “Abydos helicopter” mania, here. There is a simple explanation to what you are seeing, at least, as we see it in Egyptology. There is no mystery here; it’s just a _palimpsest_ (though without the use of that term, and which is defined as “… A manuscript, typically of papyrus or parchment, that has been written on more than once, with the earlier writing incompletely erased and often legible” AHED). It was decided in antiquity to replace the five-fold royal titulary of Seti I with that of his son and successor, Ramesses II. In the photos, we clearly see “Who repulses the Nine Bows,” which figures in some of the Two-Ladies names of Seti I, replaced by “Who protects Egypt and overthrows the foreign countries,” a Two-Ladies name of Ramesses II. With some of the plaster that once covered Seti I’s titulary now fallen away, certain of the superimposed signs do indeed look like a submarine, etc., but it’s just a coincidence. What is happening in the photographs is quite clear; just consult Juergen von Beckerath, Handbuch der aegyptischen Koenigsnamen, Muenchner aegyptologische Studien 20, pages 235 and 237. This issue comes up from time to time on such academic e-mail lists as the Ancient Near East (ANE) List and so on, so we’re all pretty familiar with it. Regards. Katherine Griffis-Greenberg”
Member, American Research Center in Egypt
International Association of Egyptologists
University of Alabama at Birmingham
Special Studies

http://www.geocities.com/Eureka/1692/index.html

Ed ecco, dunque, la spiegazione. Per Seti I la frase che si trova al di sotto della stuccatura è: “Chi respinse le 19 tribù, Re dell’Alto e Basso Egitto“. Per Ramsesses II, figlio del defunto Seti I, la frase che si trova al di sopra della stuccatura è: “Chi protegge l’Egitto e lo protegge dai paesi stranieri, Re del Basso e Alto Egitto“.

Questo è “un punto a favore” della gaia scienza, ma non uno smacco totale per l’ufologia, poiché “dubitare” è lecito e, purtroppo per noi ufologi, perseverare è diabolico. Ma tant’è! Nel nostro mondo c’è di tutto. E dobbiamo anche tenercelo! Questa è l’ufologia.