Antiche cronache: luci su Dubrovnik

pioggia-di-meteoritiDubrovnik, 8 gennaio 1388 – In una postilla di un antico codice appartenente alla biblioteca dei Frati minori di Ragusa, presso Dubrovnik, nell’attuale Croazia, si legge di un avvenimento celeste accaduto la sera dell’8 gennaio 1388. L’iscrizione in latino, riportata nei siti di tanti colleghi ufologi, è stata eseguita da tutti col “copia e incolla” e poiché ha sbagliato il primo a riferirne, per conseguenza hanno sbagliato un po’ tutti. Noi riportiamo per primi, in assoluto in Italia, il testo originale, ovviamente nella sua forma più corretta, con tutte le aggiunte mancanti nelle precedenti versioni e, tra parentesi, con le indicazioni degli errori fatti dai nostri colleghi ufologi, che invitiamo caldamente a correggere.

Eccoci, dunque, di fronte al testo originale recuperato ed analizzato da Andelko Badurina: “Isti sermones festivi et dominicales et de corpore (e non “communi“) sanctorum ed de mortuis sunt (parte mancante, non riferita dai colleghi ufologi) per patrem nostrum vicarium Bosne (e non “Bosnae“) asignati (e non “assignati“) pro loco sancte (e non “S.) Mariae de Corbavia 1388, 8 die ianuarii (e non “dies januarii“) et illo sero in prima hora noctis fuerunt visa magna signa in coelo publice qua ignitissime (e non “quasi acies ignitissime“) per aerem volantes et duravit per horam et plus“.

TESTO ORIGINALE, INTEGRALE

Isti sermones festivi et dominicales et de corpore sanctorum ed de mortuis sunt per patrem nostrum vicarium Bosne asignati pro loco sancte Mariae de Corbavia 1388, 8 die ianuarii et illo sero in prima hora noctis fuerunt visa magna signa in coelo publice qua ignitissime per aerem volantes et duravit per horam et plus”.

TESTO TRADOTTO, CON LE DOVUTE INTEGRAZIONI PER UN’ACCETTABILE SINTASSI ITALIANA

Questi sermoni festivi e domenicali, sulle ricorrenze dei santi, sono stati destinati al convento di Corbavia da nostro padre, il Vicario di Bosnia, nel 1388, l’ottavo giorno di gennaio, “e quella sera, alla prima ora della notte, furono osservati in pubblico grandi segni in cielo, che volarono infuocati nell’aria per più di un’ora“.

Come si vede, vi è stata una manifesta manipolazione del testo originale, con integrazioni non dovute (“allineati quasi come una schiera di soldati”) e mancanze dovute alla non adeguata conoscenza del latino. Cambia davvero tutto, in quanto risulta evidente come non si sia trattato di nulla di ufologico ma solo del passaggio di una pioggia meteorica, caratteristica proprio del periodo che ha il suo epicentro attorno al 5 gennaio, ma che viene normalmente e naturalmente anticipato e posticipato di alcuni giorni: quelle stelle cadenti provenivano quasi certamente dalle Quadrantidi, visibili guardando verso Est, in direzione Boote-Testa del Dragone, e che oggigiorno conservano ancora l’incredibile caduta media di circa settanta per ora!

Con ciò, si invitano nuovamente gli ufologi che hanno trattato l’argomento ad integrarlo o con le dovute precisazioni o con la cancellazione della notizia dal loro sito, poiché i Cicapini stanno ridendo come matti delle nostre mancate conoscenze.