Antiche cronache: il cielo che sconvolse Basilea

Basilea-7-agosto-1566-Che cosa accadde, veramente, sopra al cielo di Basilea, quella mattina del 7 agosto 1566? Fino ad ora i nostri colleghi ortodossi non hanno mai avuto il benché minimo dubbio nel sostenere a spada tratta che qui, come avvenuto a Norimberga cinque anni prima, l’umanità si sia trovata di fronte ad una delle prove più corpose della possibile presenza di antichi astronauti sul nostro pianeta, vista l’attestazione rappresentata da una pubblicazione specifica che, riportando il disegno di quanto visto da migliaia di persone, certificava la realtà della paleoastronautica. Noi abbiamo indagato la realtà di quei due avvenimenti, certamente accaduti, come detto, in quanto certificati dalle stampe dell’epoca e pubblicati nei giorni seguenti, perciò facilmente controllabili da chiunque, ed abbiamo scoperto, purtroppo per l’ufologia, alcuni particolari che non ci tornavano e così, sia per rispetto della verità e sia per il sempre più diffuso modo di fare ufologia con il “copia e incolla” o con il “l’ha detto lui” o, ancora, con “era scritto sul libro di …“), abbiamo deciso di remare “contro”, accettando la sfida dell’ufologia nazionale e mondiale, in quanto abbiamo ottimi motivi per farlo.

Basta fare bassa ufologia! Basta fare ufologia di riporto! Quando la nostra ipotesi è basata sul fatto che quella determinata vicenda potrebbe verosimilmente essere un falso, come in questo caso ed in quello di Norimberga, la si deve comunicare chiaramente a tutti. Toccherà agli altri dimostrare, con prove concrete, il contrario! Noi, la nostra ricerca l’abbiamo condotta. Occorre smetterla con quell’ufologia dimessa che fa sempre finta di nulla, e si appoggia sulla vuota sponda del “potrebbe comunque essere”, poiché così si fa un’ufologia inutile, che non conduce da nessuna parte e quindi ci procura solo dei danni enormi di immagine.

LA NOSTRA IPOTESI

sfera-1650Osservando l’unico “folio” che testimoni l’accaduto, non si ha la fortuna di vedere chiaramente dove possa essersi sviluppato l’incendio del deposito di polvere pirica di una fabbrica di fuochi d’artifico e quindi dobbiamo fare, per forza di cose, delle supposizioni, in base al sano princìpio del “Cum grano salis“, ovvero “Con un pizzico di buonsenso”. Partiamo, dunque, dalle certezze. Del documento sappiamo che il titolo originale era: “Flugblatt aus Nürnberg“, quindi “Opuscolo di Basilea” o “Folio di Basilea“, la stampa e l’incisione furono curate da Samuel Apiarius, mentre il testo venne realizzato da Samuel Koch su di un foglio da 42 x 26,8 cm, con un’illustrazione da 18,2 x 23,8 cm. La catalogazione dei funzionari di stato che lo dovettereo identificare in archivio fu, fin da subito, la seguente: “Descrizione di un tramonto e di un’alba del sole, alla presenza di bocce nere volanti, osservate il 27-28 luglio ed il 7 agosto 1566“.

LE BOCCE VOLANTI

sfera-infuocata-1650Ecco il testo originale dell’avvistamento di Basilea, che venne scritto in lingua “Haut-Allemand” o lingua “Alto-Tedesca”, afferente ad un gruppo di dialetti tedeschi parlati dall’area di Düsseldorf a quella di Bad Radkersburg in Austria.

« Dieses lauffenden LXVI. Jars auff den XXVII. Höwmonats / nachdem die Sonnen (so Plinius wol / der Welt so genennt hat) / den ganzen tag lieblich unnd warm geschienen hat / in hellem und fein gereinigtem Lufft, ist sie gegen nidergang / auff den abend / umb VII. ur urplötzlichen verendert worden / andere form unnd farb bekommen. Dann erstlich sie ihre streimen und glanz verloren hat / demnach nicht grösser / weder Vollmons realer ist / und zum dritten / gleichsam sie blut weinte / in einem schwarze lufft und veld hinder iren, von allerley volck’s augh zu Statt und lande ersehen worden.

razzi-con-razzi-interni-conrad-haas-1550Gleicher gestalt ist nach der Sonnen undergang / der Mon / wöllicher diesmals nicht weit von seiner völle / am lieche und schein gewesen / auch durch die nacht, fast roth / und blutfarb / am Himmel gestanden. Volgends Morgens / das der Sonnentag war / ist wiederumb die Sonnen umb IIII. ur herfürgekommen und auffgegangen / mit der form und gestalt / gar nach / da sie zuvor under unnd zu Gnaden gegangen war / auch dermassen widerscheins an heusern / gassen und anderm geben / als ob etlichs roht und fhürig und blutig wäre. Weyters auff den VII. Augsten / mit der Sonnen auffgang und ein wenig darvor / seind vil großer schwartzer kugelen im lufft gesehen worden / wölche für die Sonnen / mit großer schnelle unnd geschwinde gefaren / auch widerkeert gegen einandern gleichsam die ein streyt fürten / deren etlich roht und fhürig worden / volgends verzeert und erloschen. ».

1450-razzi-enormi-conrad-haasTraduzione italiana assai diversa da tutte quelle circolanti su internet, ma scritta in un italiano rispettoso dell’antica forma in “Haut-Allemand” che venne utilizzata dall’autore, poiché parlata in quel periodo storico. Le parole tra parentesi non ci sono nel testo ma servono a tenere i collegamenti sottintesi dall’autore.

“Nell’anno 1566, per tre volte, il 27 e il 28 luglio ed il 7 agosto, sia all’alba che al tramonto, nel cielo di Basilea vi fu una curiosa apparizione. Il 27 agosto dell’anno 1566 (Sabato), dopo aver calorosamente brillato per tutta la giornata, verso le 9 di sera il sole cambiò all’improvviso sia in colore che in forma. In primo luogo perse i suoi raggi e la sua brillantezza, poi si mostrò non più grande della luna piena e quando tutto si fece più scuro sembrava piangere lacrime di sangue. E questo fatto venne visto da tutto il popolo della città e della campagna. Allo stesso modo la luna, che era quasi piena, brillava nella notte ma con un color rosso sangue. Il giorno successivo, Domenica, il sole si levò verso le sei, ma aveva ancora lo stesso aspetto di quando era andato a dormire la sera prima. (Per questo motivo) riempì di luce le case, le strade ed i dintorni come se tutto fosse rosso fuoco e sanguinoso. Ulteriormente, il 7 agosto, poco prima dell’alba, e quindi prima dell’arrivo del sole, vedemmo grandi sfere nere che andavano e venivano, scontrandosi fra loro con grande velocità e poi precipitando al suolo e (la gente) si domandava che cosa mai avesse potuto portare ad una simile lotta. Alcune sfere, dopo essere diventate rosso fiamma, caddero (al suolo) e scomparvero“.

DOVE POTREBBE ESSERE STATO IL DEPOSITO DI FUOCHI ARTIFICIALI?

domus-teutonica-basileaOsservando la stampa del famoso folio di Basilea, in apertura di articolo, vediamo che gli abitanti osservavano le sfere volanti mentre evoluivano principalmente nella parte retrostante e al di sopra della cattedrale di Basilea. Certo, non è stato semplice scoprire che cosa ci fosse proprio lì dietro, ma con un po’ di fortuna ci siamo arrivati e così abbiamo capito tutto. L’immagine della cattedrale di Basilea più vicina al tempo dell’accaduto risale al 1628: è vero, parliamo di circa mezzo secolo dopo il fatto citato, ma quelle case e quei palazzi stavano comunque lì, dietro alla cattedrale, già da oltre due secoli e costituivano, di fatto, il centro cittadino.

LA CASA TEUTONICA

basilea-domus-teuronica-1680-conrad-haasE che cosa si può notare nel disegno? Esattamente quello che andavamo cercando, ovvero l’edificio più adatto per contenere la cosa forse più preziosa del tempo, in una città amministrata e governata esclusivamente da imprenditori, cioè la polvere nera o la polvere pirica, che era non solo alla base dello sviluppo delle prime armi tonanti da guerra, a lunga gittata, ma era anche la materia necessaria, indispensabile e costosissima, per dilettare il popolo con l’arte della “Pirotechnia“. Come si può notare nell’indice collegato alla stampa a fianco, alla lettera H corrisponde il nome di un edificio chiamato “Domus Teutonica“, ovvero “Casa Teutonica“, che è, di fatto, la chiave per capire questo falso ufologico.

L’Ordine Teutonico, nella sua definizione completa, è conosciuto anche come: “Ordine dei Fratelli della Casa Ospitaliera di Santa Maria dei Teutonici in Gerusalemme” (in latino “Ordo Fratrum Domus Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem o Ordo teutonicus“; sigla O.T.), ed è un antico ordine monastico ed ospedaliero che sorse in Terrasanta all’epoca della terza crociata, in concomitanza con l’Ordine dei Cavalieri del Tempio, ad opera di alcuni tedeschi, con il nobilissimo scopo di assistere i pellegrini provenienti dalla Germania. Qui, grazie ai mercanti di Brema e Lubecca, venne fondato un ospedale nel quale ebbero particolarmente a distinguersi le donne teutoniche, attivissime e ben rappresentate nell’Ordine, con il compito di assistere ammalati e feriti. In seguito, col venir meno delle Crociate, l’Ordine aumentò a dismisura il suo potere e, come ad esempio in Puglia e Sicilia, passò di fatto al controllo diretto di castelli e di immense proprietà.

IL POTERE DEI TEUTONICI

Dei primi teutonici locali sappiamo che Johann von Ungarn, architetto dell’ordine dei cavalieri teutonici, progettò la certosa di Basilea, che costruì a partire dal 1408. In genere, comunque, i cavalieri teutonici si distinsero per una loro morbosa vocazione al sacrificio e per l’incontenibile ansia di ricercare la morte in combattimento.

Nel 1525 Alberto di Brabdeburgo aderì alla Riforma protestante e col Trattato di Cracovia venne riconosciuto “Duca ereditario di Prussia”. Dopo tre secoli l’Ordine Teutonico perdette così la sua sovranità, ma al suo gran maestro restò la dignità di “Principe imperiale” e “Principe-Abate imperiale” con dignità cardinalizia e precedenza su cardinali, vescovi ed abati, mentre all’Ordine rimasero numerosi feudi imperiali e proprietà. L’antico e potentissimo Ordine militare iniziò sempre più a perdere potere e continuò ad esistere in Austria.

L’Ordine venne soppresso solo in maniera formale da Napoleone Bonaparte nel 1809, ma fu ripristinato dagli Asburgo. A partire dal 1929 venne riformato direttamente dalla Santa Sede, che lo riportò alle origini rendendolo un “Ordine di Canonici Regolari per la cura delle anime e le opere di carità“. Nel 1834  fu nuovamente chiamato in maniera ufficiale Deutscher Ritterorden (“ordine cavalleresco teutonico”). Tuttavia, il sospetto che l’istituzione fosse legata alla causa monarchica asburgica non venne meno ed i Teutonici subirono nel 1938, nonostante l’avvenuta trasformazione in ordine religioso non più militare, la persecuzione dei nazisti, notoriamente avversi alla Casa d’Austria, i quali soppressero l’Ordine nei territori austriaci e in Boemia-Moravia (1939).

Al giorno d’oggi l’Ordine è una struttura religiosa di diritto pontificio, ma il suo gran maestro, avendo mantenuto la dignità di “Abate mitrato”, ha facoltà di concedere dignità equestri cavalleresche a personaggi di altissimo rango. Le concessioni, estremamente limitate, si dividono in cavalieri d’onore e in familiares o cavalieri mariani, che hanno lo status canonico ecclesiastico di terziari dell’Ordine teutonico con regola agostiniana, ovvero obbligo di ispirare la propria vita ai precetti evangelici e dovere di recitare il rosario ogni giorno.

Tra il 16° e il 17° sec., ovvero nel tempo del “Folio di Basilea” che stiamo esaminando, il governo passò nelle mani di un’oligarchia di commercianti e finanzieri, mentre il contado veniva oppresso dai privilegi della città. In tal modo, il costituito e secolare Ordine Teutonico poté continuare ad esercitare tutta la sua influenza e se, ancor oggi che siamo nel 2015, l’antico Ordine continua a raccogliere il fior fiore dell’aristocrazia cattolica all’interno delle sue commende, provate un po’ a pensare quale fosse il suo potere in quel lontano 1566! E provate un po’ ad immaginare che cosa ci fosse veramente, all’interno della famosa “Domus Teutonica“. Insomma, tutti videro quel meraviglioso, gratuito ed inaspettato “spettacolo di fuochi d’artificio“, determinato quasi certamente da un incendio improvviso dovuto sia al caso che alla totale assenza di norme di sicurezza, ma nessuno osò andare alla ricerche delle cause che lo avrebbero scatenato semplicemente perché “Loro”, oltre ad essere i proprietari di quasi tutto, erano sia i diretti garanti dell’ordine pubblico che dell’indipendenza della borghesia, in assenza di un vero e proprio potere, a causa della lotta tra i principi-vescovi e gli Asburgo.

CONCLUSIONI

Qui termina un capitolo triste per la nostra ufologia perché essa si deve fare anche così, con la ricerca storica vera e propria e non con il rapido “copia e incolla”, tipico più dell’appassionato della materia che non del vero e proprio ufologo. Dispiace davvero ammettere che anche su questo caso abbiamo fallito: le sfere volanti che furono viste sui cieli di Norimberga e di Basilea non ebbero nulla di alieno, ma furono costruite dall’uomo per dilettare i suoi simili attraverso lo spettacolo, costosissimo e sovrano dell’epoca, chiamato Pirotechnia o arte dei fuochi artificiali, quando faceva comodo chiamarla così, ma anche base naturale della gestione del potere militare delle armi da fuoco, in un’Europa che ancora non aveva iniziato a pensare a se stessa e nella quale ognuno era un vero e proprio re a casa propria.