1997: due piccoli alieni

1993-diamantina-vigarano-mainarda-ferraraEra una delle ultime giornate di settembre dell’anno 1997 e quella mattina il signor T. G., operatore agricolo trentatreenne, si alzò assai presto poiché avrebbe dovuto completare un lungo lavoro nei campi. Erano circa le 5,30 quando giunse in zona a Diamantina di Vigarano Mainarda ma, all’improvviso, un figura come di bambino gli si parò di fronte, ferma a circa un centinaio di metri. Egli rimase allora come impaurito, preoccupato ed incuriosito ad un tempo.

Così, mentre si chiedeva che cosa mai ci faccesse un bambino a quell’ora, in piena campagna e da solo, decise di rallentare la marcia del mezzo agricolo che stava conducendo. Poi cominciò anche a pensare di avere le traveggole, così si diede qualche pizzicotto, chiuse gli occhi e quando li riaprì lo strano individuo era ancora là e lo sta osservando intensamente. Si fece allora un po’ di coraggio e decise di scoprire che cosa mai gli stesse accadendo.
Riprense la marcia e puntò anche i fari in direzione della sagoma. Si avvicinò assai lentamente, osservando con sempre maggior intensità e concentrazione quella piccola persona. Così notò che indossava come un tuta grigio-argentea, e allora pensò: «È vestito da Carnevale! Sarà mai possibile che ci sia un bambino col vestito di Carnevale?».
Quando la distanza si ridusse ad una cinquantina di metri, vide tutto assai più distintamente e si rese conto che non avrebbe mai potuto essere un bambino. Sembra più una persona piccola, ma aveva tante cose davvero strane. Notò che le sue braccia erano lunghissime, in quanto le mani giungevano all’altezza delle ginocchia. Ed osservando meglio quelle mani notò che quello strano essere stringeva fra le dita alcune spighe di grano.
A quel punto T. G. non ebbe più paura. La sua mente gli aveva fatto capire che quella di fronte a lui avrebbe anche potuto essere una persona solo un po’ più diversa dalle altre.

Proseguì allora nell’azione di lento avvicinamento e quando giunse a circa 20 metri riuscì a vedere chiaramente l’individuo. Tutto cambiò e la paura divenne la sua unica compagna. Egli bloccò il pesante mezzo agricolo poiché era letteralmente terrorizzato. Davanti a lui non c’è né un bambino né una persona di bassa statura ma un essere stranissimo: aveva un testa grandissima, con occhi enormi che la occupavano quasi interamente; non c’era traccia evidente né di orecchie né di naso né di bocca, ma sembrava che ci fossero come dei piccolissimi puntini su quel viso; vide bene anche quelle braccia lunghissime e notò che indossava davvero una tuta molto aderente, di color argento. Passarono così alcuni secondi e, non rendendosi conto che aveva riavviato il mezzo agricolo, si accorse all’improvviso che la strada di campagna, a lato del campo, stava svoltando; si vide così costretto ad effettuare una brusca manovra e con una sterzata decisa riuscì ad allinearlo al campo. Subito rallentò, si girò intorno e … non vide più nessuno. Fermò tutto, poi scese con cautela ed esplorò ogni metro quadrato dell’area circostante, ma non c’è più alcuna traccia di quell’essere.

IL SECONDO TESTIMONE

Sogno o immaginazione eccessiva, come sono soliti dirci coloro che non credono all’esistenza degli alieni? Di certo egli era pensieroso e preoccupato in quanto era certo di aver vissuto un momento terribile. Così ripensò a tutto quanto gli era accaduto, o che gli sembra che fosse accaduto! No! era davvero certo di aver visto un essere stranissimo. Ne fu talmente sicuro che entrò in una crisi così profonda da aver paura a riprendere il lavoro in quei luoghi solitari. Decise perciò di prendersi qualche giorno di malattia. Non disse niente neppure alla moglie dell’accaduto.
I giorni passarono, ma non gli arrivava mai la scintilla per infondergli nuovamente il coraggio di tornare al lavoro. Fintantoché, un giorno, la madre riescì a trovare le parole giuste per tranquillizzarlo ed egli decise che a lei avrebbe potuto raccontare tutto. Fu la salvezza. Una volta sfogatosi, riescì ad allentare la tensione e a vincere la paura. In pochi giorni riprese l’attività nei campi.

Il tempo passò senza che nulla di strano accadesse. Poi, un giorno, riuscì ad aprirsi anche con un suo collega, il quale, a sua volta, gli raccontò di aver vissuto un’avventura simile alla sua e, per giunta, nello stesso giorno. L’amico gli riferì di aver incontra anch’egli uno strano individuo, praticamente uguale a quello appena descritto. Era forse lo stesso? Lo vìde nel medesimo modo con cui l’aveva osservato T. G. e, come lui, ne rimase terrorizzato. Dopo alcuni giorni di paura, anch’egli decise di farne parola solo con la madre.
Cos’è successo quella mattina a Diamantina? Per noi ufologi si è probabilmente trattato di un classico alieno Grigio, il tipo di extraterrestre più conosciuto sulla Terra. Ma perché mai sarà atterrato proprio lì? Di che cosa poteva aver bisogno visto che era fermo in un campo dove prima c’era un appezzamento di grano?